Ortensia, figliuola d Ortensio

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Ortensia, figliuola d Ortensio
LXXXI LXXXIII
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CAPITOLO LXXXII.

Ortensia, figliuola d’Ortensio.

Ortensia, figliuola d’Ortensio famoso oratore, è degna d’essere magnificata con degne lodi, perchè non solamente ella comprese nel vivace petto la eloquenzia di Ortensio suo padre, ma eziandio servò quello vigore di pronunciare che la bisogna richiedeva, e che spessissime volte suole mancare agli espertissimi uomini: questa, nel tempo de’ triumviri, parendo gravate molte donne di pagare quasi intollerabile gravezza di moneta per la ne[p. 351 modifica] cessità della repubblica, e non trovandosi uomini che volessero fare difesa di sì fatta cosa, sola ardì con costante animo pigliare la difesa delle donne dinanzi a’ triumviri, e trattare quella con sua orazione sì efficacemente, che con grandissima ammirazione degli auditori pareva che ella fusse trasmutato in maschio, o Ortensio fusse tornato vivo. E così nobile impresa non fu fatta nè compiuta da quella donna sciaguratamente; perchè come ella non avea mancato in alcuna parte rompendo la sua orazione e laudabile dimostrazione di sua ragione; così non fu mancata alcuna cosa di quello che ella desiderava da triumviri: anzi le fu conceduto che fusse tolto via la maggior parte della moneta imposta; e pensarono, che quanto sotto l’abito di donna parrà da lodare il silenzio, tanto sia da lodare l’ornato parlare, quando la bisogna lo esige1. Per lo quale fatto fu riscosso dalle donne leggiermente l’avanzo, che era minima cosa, non senza grandissimo onore d’Orten[p. 352 modifica]sia. Che dirò io avere veduto, se non che lo spirito della antica schiatta abbi tanto spirato in Ortensia donna, che ella acquistò l’onore di Ortensio?

Note

  1. Cod. Cass. le choregge. Test. Lat. opportunitate exigente.