VIII

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VII IX

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VIII.

È una domanda a cui bisogna rispondere, innanzi di proseguire il racconto.

Che uomo fosse il Brasilero, lo avete capito, e in parte ve lo ha detto anche lui. Aggiungerò qualche cosa intorno alla sua vita, e lo prenderò fin dai giovani anni, per condurlo brevemente al giorno in cui avete fatta la sua preziosa conoscenza. Era un contadinello, ancora incerto tra il mestiere del muratore e quello del legnaiolo, e, come tanti suoi pari in Liguria, aveva [p. 117 modifica]sentito il desiderio di far fortuna; perciò si era risoluto di andare in America. Ci si andava allora, e ci si va anche oggi, meno alla ventura di quello che comunemente si crede. La emigrazione ligure, dalla età di Cristoforo Colombo in poi, ebbe sempre fini chiari e precisi. Va il primo, tenta la sorte, lavora come un negro, mette insieme il primo centinaio di lire, e subito chiama l’altro in aiuto. Ambedue si adattano a’ più umili mestieri, che gli orgogliosi conquistatori spagnuoli dispregiavano, e che i figli del paese, anche loro di sangue castigliano, disdegnano tuttavia, quantunque ci s’abbia a vedere il fondamento della ricchezza e il primo involucro, la custodia, il bozzolo della borghesia dominatrice. Nell’America meridionale, v’hanno uffici e generi di lavoro tutti commessi all’industria degli italiani. Ora, chi dice italiani, laggiù, dice Liguri; piloti sui grandi fiumi, ma[p. 118 modifica]gazzinieri e sensali nelle città, ortolani nei suburbî, boscaiuoli nelle foreste vergini, mandriani e preparatori di pelli nelle vaste campagne, porpieri, sulle strade maestre, e chi più n’ha ne metta. Quello dei porpieri è il mestiere più grasso. Vi dò il vocabolo come suona, e, scambio di tradurvelo, vi descrivo la cosa. In una landa deserta, a mezza strada fra una miniera e la costa, sorge una casa di modesta apparenza, osteria locanda, magazzino, sartoria, bottega di merciaiuolo, e tutto quel che vorrete. Il gruzzolo del minatore, prima di giungere alla spiaggia, allo scalo, al punto d’imbarco, paga volentieri il pedaggio a quella ospitale gabella, dove ogni cosa si trova, da un pezzo di cacio ad un paio di scarpe, da un letto soffice e caldo ad un assortimento di bottoni. Poi, ci sono i muratori, i capi d’opere, i fabbricanti di mattoni, anche gli architetti e gl’ingegneri, eccellenti nelle arti [p. 119 modifica]loro, quantunque non abbiano conseguita la laurea.

Qualche regione montuosa di Liguria ha perfino provveduta di vescovi e di suffraganei qualche diocesi vacante di Aguascalientes, del Micioacan o del Tamaulipas, senza che i nuovi mitrati avessero pure bisogno degli ordini minori. La razza è ingegnosa, forte, avvezza al travaglio; niente la spaventa, niente l’abbatte, niente la fa indietreggiare. E in un modo o in un altro, in terra o sull’acqua, i Liguri lavorano, s’ingegnano, strappano il pane quotidiano, e risparmiano il primo soldo americano. Quello è il gran punto, vedete. Con un soldo si è fatta la fortuna dei Rothschild, e i Liguri non lo hanno dimenticato; se pure non è più vero di dire che essi medesimi l’hanno insegnato al primo dei Rothschild. Quanto alla ricchezza, poi, essa è certa, come è certa l’esistenza. S’intende, [p. 120 modifica]per altro, che sia quistione di gradi. Alcuni ci diventano milionarî, si buttano alle grandi intraprese, estendono i loro commerci, dividono la famiglia in due case, l’americana e l’europea. Il vecchio ritorna, i figli restano; e tutti vanno e vengono, come la spola del tessitore, non senza una fermatina ogni due anni a Parigi, dove si comprano le belle cose e si prende la vernice internazionale. Altri, che sono i minori, i meno esperti, i meno fortunati, quando hanno messo da parte dugentomila lire, ritornano alla spiaggia natìa, si comprano una catapecchia, ne fanno una casa nuova, tinta di rosso o di giallo, magari con un terrazzino di marmo, su cui stanno a soleggiarsi, fumando placidamente il trinciato della Regìa Nazionale. Essi che avevano la foglia d’Avana a due passi dall’uscio! È veramente un bel fatto; ma, come si canta nell’Elisir d’amore, [p. 121 modifica]

Ma di patria il santo affetto
Gran miracoli sa far.

Tutti, poi, maggiori e minori, tornino o restino, hanno sposato donne della patria stirpe, donne fatte venire espressamente da casa; il che, a breve andare, non ha solamente procreata una ricca figliuolanza, ma ordita una trama fitta di parentele, di interessi, di vincoli nazionali. Si va dalla Liguria in America, giovani e maturi, uomini e donne, perchè c’è lo zio, il cugino, il fratello, il figlio, il nipote, che ha mandato appunto per cotesto le prime once d’oro, i primi saggi del famoso turey, tanto gradito ai marinai di Palos, discesi appena sul territorio del cacico Cuacanagari. La vecchia patria ha l’aria di spopolarsi; ma non dubitate, quasi tutti i partiti ritornano; e la loro agiatezza è incentivo a nuove partenze, auspicio e promessa di nuovi ritorni.

Andrea Ralli andò come gli altri, e a [p. 122 modifica]mala pena quindicenne. A casa sua era stato garzone di muratore e garzone di legnaiuolo. Laggiù trovò modo di collocarsi come aiuto a certi segatori di legna. Le sue relazioni di parentela non lo avevano tirato a Buenos Ayres, nè a Montevideo, sibbene al Brasile, nella provincia di Matto Grosso, ricca d’oro, ma anche di legni colorati. Tutti allora si davano alla ricerca del prezioso metallo; un italiano, non invidiato, non imitato dapprima, si era facilmente impossessato d’una foresta; recideva, abbatteva a furia, e caricava i tronchi abbattuti su bastimenti italiani, che li recavano a tutti i maggiori scali della costa. Andrea Ralli era un ragazzo svelto, saldo al lavoro e pronto ai comandi; passava le intere stagioni nei boschi, da prima intento a servire, poscia ad invigilare, per conto del suo principale, che presto gli pose amore, a modo suo, considerandolo il gio[p. 123 modifica]vanotto più utile e più fedele che avesse al suo servizio, e finì dopo qualche anno a desiderarlo per genero. La figliuola del ricco boscaiolo non viveva alla fattoria, ma in un collegio a Rio Janeiro, dove imparava il francese, l’inglese e quei principii di educazione che erano mancati a suo padre. Quando la buona Mariquita finalmente ritornò alla fattoria, preceduta da un pianoforte e da una cassa di libri e accompagnata da una governante svizzera, parve che un raggio di sole penetrasse nella foresta, rammorbidendo quella solitudine ferina co’ suoi soavi splendori. Mariquita non poteva passare per bella a Rio Janeiro; era bellissima laggiù, in mezzo ad un popolo quasi selvaggio, e Andrea Ralli sentì vivace il desiderio che gli avevano fatto nascere in cuore certe parole del padre di lei. Ma la fanciulla fu pronta a passare in rassegna la famiglia in cui doveva vivere [p. 124 modifica]quand’innanzi, e un breve esame, a cui fu sottoposto l’aiutante di suo padre, bastò a persuaderla che Andrea era ignorante, anzi rozzo parecchio, e che non era neanche così piacevole d’aspetto, da far dimenticare o perdonare la sua rozzezza, la sua ignoranza supina. Appena le venne fatto, la bruna Mariquita dichiarò recisamente a suo padre che quel suo segretario non le piaceva punto, e che non lo avrebbe voluto neanche per prossimo. Il boscaiolo tentò di persuaderla, ma non ci fu verso, ed egli incominciò a maledire in cuor suo i danni d’una soverchia educazione femminile. Ma pur troppo il male era fatto, e senza rimedio. Andrea Ralli, del resto, non aveva durato fatica ad intendere com’egli piacesse poco alla figlia del principale. Mariquita aveva un bel paio d’occhi e fattezze abbastanza regolari, ma una carnagione tra il bruno e il giallo, comunissima in quei paesi; [p. 125 modifica]donde un genere di bellezza che non doveva piacer molto a lui italiano, a lui ligure, non dimentico delle bianche e rosee bellezze di casa sua. Ma laggiù quella donna era tutt’altra cosa; ma laggiù non c’era altra donna che lei; ma laggiù essa era la figlia del principale, e quel matrimonio lo avrebbe arricchito di schianto. Immaginate dunque la sua rabbia, a vedersi così male corrisposto. E ci s’era guastato il sangue; e viveva sempre più cupo; tutto il giorno nella boscaglia o alla riva del fiume, solo a tarda sera facendo ritorno alla fattoria, per render conto di ciò che aveva fatto, e guadagnando sempre più l’animo del principale. Questi, per amor della figlia, che non voleva saperne di vivere colà, sequestrata in un bosco e segregata dal mondo, deliberò finalmente di andarsi a stabilire presso Rio Janeiro. Andrea Ralli rimase alla fattoria come socio del princi[p. 126 modifica]pale; tre anni dopo, alla morte del vecchio, diventò facilmente padrone, poichè Donna Mariquita, andata moglie ad un gentiluomo portoghese, fu lietissima di liberarsi, non che dalla sua parte di possesso, persino dal pensiero di quella uggiosa solitudine. E allora incominciarono le larghe intraprese, i tagli giganteschi; in pochi anni di lavoro anche il signor Ralli voleva chiudere il suo commercio; neppur lui voleva marcire in quella tana di fiere. Crebbe allora il numero delle navi che venivano a caricare i legni colorati, ricchezza sua e di quella regione. Altri andavano colà per correre il rischio dei guadagni e delle perdite, cercando l’oro e i diamanti; lui, più saggio, arricchiva al sicuro. — Legno qui, carbon fossile in Inghilterra; — soleva dir lui, crollando le spalle con quel suo fare stizzoso; — questo è l’oro, son questi i diamanti! — [p. 127 modifica]

Andrea Ralli conobbe Pietro Bardini in quel torno. Morto in alto mare il capitano dello Zio Erasmo, Pietro Bardini, allora secondo di bordo, aveva assunto in sua vece il comando del brigantino. I noli erano alti, in quel tempo; il carico del legname al Matto Grosso non portava necessità di lunghe navigazioni, sempre pericolose, specie sulle coste dell’America settentrionale, dove lo Zio Erasmo avrebbe dovuto andare in zavorra, e il corrispondente di Rio Janeiro aveva accennata per telegrafo quella buona occasione agli armatori genovesi. La risposta non si era fatta aspettare: “vada il bastimento a Matto Grosso, e prosegua l’operazione finchè vi sembri utile.„ Al Ralli, noleggiatore del bastimento, parve fortuna incontrare in quella solitudine un suo concittadino; chè tale poteva ben chiamarsi un uomo nato a Varigotti, alle falde della sua montagna natìa. Lo invitò parec[p. 128 modifica]chie volte alla sua tavola, accettò qualche colazione a bordo, lo condusse a vedere la foresta, lo voleva ad ogni ora con sè. Al secondo viaggio fece anche di più; gli propose di sbarcarsi, appena tornato a Rio Janeiro, per venire a vivere con lui, che lo avrebbe messo a parte dei suoi guadagni. Tanto, egli era ricco abbastanza; un giorno o l’altro si sarebbe ritirato, e non gli sarebbe stato discaro di favorirlo in quel modo, di lasciare al suo posto un concittadino, un amico.

L’offerta era larga; ma Pietro Bardini non poteva accettarla. Già, per la mancanza di uno che potesse surrogarlo nel comando della nave, e perchè, poi, quando si è presi in mezzo da quel vortice che è il commercio marittimo, non si sa mai quando e come se ne caveranno i piedi, egli aveva dovuto rassegnarsi ad una assenza più lunga ch’egli non credesse in principio. Ma un [p. 129 modifica]giorno o l’altro, appena piacesse agli armatori di richiamare il bastimento, o a lui si profferisse una propizia occasione, voleva ritornarsene in Europa. Perchè? Intenderete che questa domanda fu fatta. Intenderete altresì che, vivendo essi a lungo insieme, concittadini, amici, l’uno giovane, l’altro più maturo, ma non vecchio, la risposta non si facesse aspettare. E poi, è della solitudine di chiamare le confidenze. Gli echi delle forre non bastano ad accogliere il segreto che riempie e riscalda un’anima innamorata.

Quell’amore così intenso, così profondo, così esclusivo, per una donna a cui si è parlato a mala pena una volta, e da cui si è lontani per lunga stagione, parve una strana cosa ad Andrea. E perchè gli parve strana, ci pensò molto, domandandone sempre all’amico; il quale non si faceva pregare davvero. Andrea, in fondo, non aveva [p. 130 modifica]ancora amato; ma di quel sentimento, anche provato leggermente, e più per desiderio di ricchezza che per bisogno del cuore, non ricordava che un dispiacere. I suoi amori passeggieri erano stati ripeschi volgari, come potevano esser quelli di un padrone boscaiuolo in mezzo ad un popolo di schiavi. Una bianca sola aveva egli creduto di amare; ma quella bianca lo aveva deriso, e gliene era rimasto come un senso di amarezza nel cuore. Nè altra occasione gli si era più offerta di ricominciare; laonde, pensando a quella donna, egli si era fatta una filosofia tra utilitaria e selvaggia.

— Agli amori c’è sempre tempo; — diceva egli a Pietro Bardini, accompagnando le parole con la sua spallata abituale. — Prima bisogna esser ricchi, molto ricchi. E allora non avete più da andarlo a cercare, l’amore; egli viene da voi.

— Non conoscete la donna che amo io; [p. 131 modifica]— rispondeva Pietro Bardini. — Se la conosceste, se l’aveste veduta un momento, un solo momento, intendereste come si potrebbe rinunziare ad ogni cosa, anche alla ricchezza, pur di avvicinarsi a lei, e perfino alla vita, pur di esserne amati un giorno, un’ora, un istante.

— Che furia! — gridava il Ralli. — Pietro Bardini, voi mi fate paura. —

E rideva di quel suo riso ferino, il selvaggio, e si compiaceva di sentir descrivere partitamente le bellezze di Maddalena Mendàro, della più bianca tra tutte le bianche, dagli occhi neri e dai capegli d’oro, e la paragonava in cuor suo all’immagine della Brasiliana, bruna, giallognola e superbiosa, che lo aveva respinto.

Le descrizioni seguivano le descrizioni, gli inni seguivano gli inni. Pietro Bardini, come tutti gli innamorati, diventava prosatore e poeta, discorrendo le bellezze della donna [p. 132 modifica]amata. In quella forma eletta di donna, in quel candore virgineo, in quella riposata mestizia che prometteva a lui la più savia e la più amante tra tutte le compagne possibili, ci andava trovando via via tante cose! Ogni grande amore dà nel sottile, e lo hanno dimostrato con l’esempio della loro filosofia particolare i Santi Padri, i Dottori della Chiesa. Inoltre, a parlare così di Maddalena, in quelle profonde e pensose solitudini tropicali, Pietro Bardini prendeva coraggio. E il Brasilero ascoltava, ascoltava sempre, guardava quel felice, che amava la più bianca tra le bianche e mostrava tanta certezza di esserne riamato.

— Che cosa sperate? — gli chiese egli un giorno.

— Niente; — rispose Pietro, sospirando. — Sua madre è contraria, e sua madre comanda. Ma lei....

— Non vi aspetterà; — interruppe An[p. 133 modifica]drea. — Non potrà aspettarvi, perchè, intorno ad una ragazza così bella come voi la dipingete, si affolleranno i partiti, e sua madre la obbligherà a risolversi.

— Non mi parlate di ciò, ve ne prego. Lasciatemi questa fede, che Maddalena sarà mia, o di nessuno. Questa è la mia forza; se questa mi mancasse, morrei di crepacuore. —

Dentro di sè il Brasilero pensava che tanta fede, tanta sicurezza, fosse un’illusione della mente di Pietro. Come avrebbe potuto la fanciulla resistere lungamente alla volontà dei parenti? Fino a tanto si fosse trattato di partiti grami o mediocri, pazienza; ma una ragazza così bella, così divinamente bella, da far perdere la testa ad un giovane così serio, e in tutte l’altre cose assennato, come il suo amico Bardini, poteva mai restare zitella più a lungo, specie se si fosse presentato alla sua fa[p. 134 modifica]miglia, in veste di pretendente, ed anche un pochettino a lei, figlia d’Eva, un tale, come lo immaginava lui (e all’uopo avrebbe saputo dirne il nome), un tale che avesse tanti danari da comperare, non che lei, tutto il paesello di Varigotti? E quando pensava in quel modo, gli dava noia quella certezza di Pietro, gli dava anche più noia quella descrizione di una bellezza straordinaria, quell’accenno continuo ad un possesso futuro, che doveva rendere felice, sovrumanamente felice, il suo amico Bardini.

Avete mai osservato quello che avviene, quando tra due amici si ragiona di una donna che uno di essi ama? L’uno dipinge, celebra e canta; l’altro ascolta, ammira ed invidia. Gli pare che quella felicità descritta andrebbe a lui, che quella beatitudine intravveduta sia proprio rubata a lui. Prima di tutto, perchè quella donna così bella ed amabile non è là, dove voi siete? [p. 135 modifica]Perchè tanta grazia e tanto tesoro d’ineffabili dolcezze in una lontana regione? Vi si parla d’un mondo ignoto, a cui sorride un cielo più azzurro, a cui risplende un sole più luminoso del vostro. Vorreste esserci in persona, laggiù, come già col pensiero vi ci ha condotto l’amico; e dite in cuor vostro: Perchè non son io al posto di quest’altro? Non potrebbe, quella donna, non dovrebbe amar me? E siete onesto, e siete leale, siete la perla degli amici; ma da quel senso geloso, profondamente umano, non sapete guardarvi. Tanto siam pari nel sentire certe cose, quanti nascemmo dal simbolico impasto di alito divino e di argilla terrestre! Togliete l’onestà, la lealtà, le sublimi delicatezze dell’amicizia; mettete in quella vece un mezzo selvaggio, con la mobilità de’ suoi capricci, l’impeto delle sue passioni, lo struggimento delle sue cupidigie; il parlargli della donna che amate, [p. 136 modifica]della felicità che sperate, dei modi con cui vi argomentate di ottenerla, sarà come il descrivere le ricchezze del vostro scrigno ad un ladro e confidargli per giunta in qual cassetto della scrivanìa custodite la chiave.

E quella tentazione durò settimane e mesi; mentre l’anima di Andrea Ralli non aveva bisogno di tanto. Il Metastasio, in otto versi graziosi, ha espresso un concetto moralmente giustissimo, quantunque non confortato da nessuna prova di storia naturale, a proposito del fiore, della serpe e dell’ape. Nel cuore di Andrea Ralli il dolce umore, succhiato dal calice della bellezza, si era fatto veleno. Egli aveva incominciato ad amare, o a desiderare, che per lui era tutt’uno; ma aveva anche incominciato ad odiare qualcuno.

Il carico dello Zio Erasmo era quasi compiuto, e Andrea Ralli ritornava ancora una volta all’assalto. [p. 137 modifica]

— Dunque, non volete accettare la mia proposta, e ritornare nel Matto Grosso?

— No, scusatemi, Andrea. Appena giunto a Rio Janeiro e consegnato il carico, o ricevo ordine di andare in Europa, o trovo un bastimento di ritorno, e prendo imbarco su quello. Oramai non ne posso più, mi capite, non ne posso più.

— Andate dove il cuore vi chiama! E se un’altra volta vi dicono di no?

— Il padre di Maddalena mi vede assai volontieri. Io, del resto, se incontro nuove resistenze, ne faccio una delle mie. Prendo la ragazza e me la porto via. Quando saremo fuggiti insieme, dovranno pure contentarsi! Infine, non si tratta che di un capriccio della madre, ed io non sono un cattivo partito per la famiglia di Giacomo Mendàro. —

Il Brasilero alzò le spalle e non rispose più altro. La mattina seguente egli doveva [p. 138 modifica]andare con Pietro Bardini nella boscaglia, per far caricare una cinquantina di tronchi recisi e squadrati, che dovevano compiere il carico dello Zio Erasmo. Ma una lettera, ricevuta nella sera, lo chiamava d’urgenza alla costa, ed egli pregò Pietro Bardini, o di volerlo aspettare, o di andar solo, con gli uomini della fattoria. Pietro, che aveva fretta, risolse di andare, senza aspettare l’amico. E andò, e non fu più visto ritornare.

Il corrispondente degli armatori vide un giorno entrare nel suo banco il secondo di bordo dello Zio Erasmo.

— E il capitano Bardini dov’è? — gli chiese. — Perchè non è sceso?

— Dite che non si è neanche imbarcato; — rispose quell’altro, con accento lugubre.

— Come? Che vuol dir ciò?

— Che noi abbiamo indugiato cinque [p. 139 modifica]giorni a lasciare gli ormeggi, per aspettare il capitano e il resto del carico. Il capitano era andato, secondo il suo solito, nella foresta, ma non ne è più tornato e non si è saputo più nulla di lui.

— S’è dato alla macchia! — esclamò il negoziante. — E per qual ragione?

— Io non ce ne vedo nessuna; — rispose il secondo. — Penso piuttosto, come tutti pensano laggiù, che lo abbia colto in un agguato qualche banda di malandrini. Laggiù questa merce non manca.

— Ma allora, qualche traccia....

— Eh, si è girato da per tutto, e con tutta la gente della fattoria. Si è trovato un brandello di giacca, ed è anche parso di riconoscere lì presso una pozza di sangue.

— E il cadavere? Uccidere un uomo, si può; ma trafugare il cadavere, perchè?

— Che cosa posso dirvi io? O Pietro [p. 140 modifica]Bardini ha lasciato lui quel brandello di giacca, per far credere ad un assassinio e andarsene più libero, nel che io, come vi ho detto, non credo, perchè non vedo la ragione del fatto; o gli assassini lo hanno tagliato a pezzi, dopo averlo spogliato, e le fiere hanno fatto il resto. Questa è anche l’opinione del signor Ralli, che si dispera e piange come un fanciullo. In verità, non ho mai veduto piangere tanto un uomo. Mi ha fatto veramente compassione. Già, lui amava molto il capitano; pranzavano sempre insieme, andavano sempre insieme nel bosco. Ma quella volta, per una combinazione fatale, il signor Ralli ha dovuto recarsi alla costa, e il capitano, impaziente, ha voluto andar solo, a far mettere sui carri l’ultima parte del carico. Immaginatevi la desolazione del signor Ralli, quando è ritornato, due giorni dopo, alla fattoria. Bello non dev’essere mai stato; [p. 141 modifica]ma il dolore, la costernazione, lo facevano parere una bestia senz’altro. Ha voluto andar lui a cercare il cadavere, ha frugato da per tutto, anche a rischio di farsi mordere da qualche bestia velenosa, ma inutilmente; non ha trovato che quel brandello di giacca, quella pozza di sangue, che potrebb’essere anche d’animali sgozzati, e nient’altro, nient’altro. —

Lo Zio Erasmo ebbe un nuovo capitano. In due anni di navigazione, quel degnissimo brigantino a palo, dichiarato di prima classe e decorato di stella dal Registro italiano, aveva già cambiato comandante una volta; poteva cambiarlo un’altra, e consolarsi di quella nuova morte, sebbene più dolorosa ed acerba della prima.

Ma Andrea Ralli non seppe consolarsi, lui. Cercò ancora un pezzo, per conto suo, gli avanzi di Pietro Bardini; ma dovette convincersi che troppo più lungi dal luogo [p. 142 modifica]dove si era trovata la pozza di sangue, il ferito non avrebbe potuto andare, e che i giaguarri e i boa potevano benissimo aver compìta l’opera degli assassini. Intanto, la fattoria di Matto Grosso gli era venuta in uggia. Pochi mesi dopo la misteriosa fine di Pietro Bardini, Andrea Ralli vendeva la casa e il bosco, e si ritirava a Rio Janeiro. Assestate le sue cose laggiù, ritornò, dopo tanti anni d’assenza, in Europa.

A Varigotti, quando egli vi giunse, la triste notizia era già risaputa, per ragguagli avuti da Spotorno, ove abitava la sorella di Pietro. Andrea rimase qualche tempo ancora alle Manie, andò a Genova, a Nizza, a Marsiglia; finalmente si risolse di metter dimora a Varigotti. Aveva già veduta Maddalena, bella veramente come Pietro Bardini soleva descriverla; ma egli ne era già tanto invaghito da lunge, che [p. 143 modifica] alla vista gli parve anche più bella. Forse l’amore, nel profondo, gli si era accresciuto, rinterzato, di tutti i rimorsi che gli stavano nel cuore? Gli bisognò avere quella donna ad ogni costo. Conquistò il paese; conquistò monna Brigida; quel che conquistasse da ultimo, è noto.






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