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della felicità che sperate, dei modi con cui vi argomentate di ottenerla, sarà come il descrivere le ricchezze del vostro scrigno ad un ladro e confidargli per giunta in qual cassetto della scrivanìa custodite la chiave.

E quella tentazione durò settimane e mesi; mentre l’anima di Andrea Ralli non aveva bisogno di tanto. Il Metastasio, in otto versi graziosi, ha espresso un concetto moralmente giustissimo, quantunque non confortato da nessuna prova di storia naturale, a proposito del fiore, della serpe e dell’ape. Nel cuore di Andrea Ralli il dolce umore, succhiato dal calice della bellezza, si era fatto veleno. Egli aveva incominciato ad amare, o a desiderare, che per lui era tutt’uno; ma aveva anche incominciato ad odiare qualcuno.

Il carico dello Zio Erasmo era quasi compiuto, e Andrea Ralli ritornava ancora una volta all’assalto.