Antigone (Alfieri)/Atto quinto
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ANTIGONE TRAGEDIA.
ATTO QUINTO.
SCENA PRIMA.
ANTIGONE fra Guardie.
SÚ, m’affrettate, andiam; sì lento passo
Sconviensi a chi del sospirato fine
Tocca la meta.... Impietosir voi forse
Di me potreste?... Andiam. — Ti veggo in volto,
Terribil morte, eppur di te non tremo... 5
D’Argìa sol duolmi; il suo destin, deh! dica:
Chi ’l sà di voi?... Nessun?... Misera Argìa!...
Di te sol piango. Vadasi.
SCENA SECONDA.
ANTIGONE, ARGIA tra Guardie.
- Argìa.
DI Tebe
Dunque cacciata io son?... Vero è che meco
Quest’urna porto d’ogni mio desire 10
Principio, e fin; ma alla fedel Compagna
Neppur l’ultimo addio....
- Antigone.
Voce di pianto
Qual sento?
- Argìa.
Oh Ciel! Chi veggio?
- Antigone.
Argìa!
- Argìa.
Sorella.
Oh me felice! ancor t’abbraccio. — Oh vista!
Carche hai le man di ferro?
- Antigone.
Ove se’ tratta? 15
Tosto deh! dimmi.
- Argìa.
A forza in Argo, al Padre.
- Antigone.
Respiro.
- Argìa.
A vil tanto mi tien Creonte,
Che me vuol salva; ma di te....
- Antigone.
Se in voi,
Guardie, pur l’ombra è di pietà, concessi
Brevi momenti a favellar ne sieno. — 20
Vieni, Sorella, e mi rabbraccia; al petto
Che non ti posso io stringere! d’infami
Ritorte dure orribilmente avvinta,
M’è tolto.... Ah! vieni, o del Fratel mio Sposa.
Ma che vegg’io? Qual pegno al cor con tanta 25
Gelosa cura serri? Un’urna?... Oh Cielo!
Cener del Fratel mio, funesto pegno,
Ma prezioso.. — il riconosco: accosta
Quella sacra urna alle mie labbra. — Ancora
Delle mie calde lagrime bagnarti 30
Concesso m’è pria di morir!... Cotanto
I’ non sperai.... Fratello, ecco l’estremo
Mio pianto; a te ben si dovea. — Benigno
Ti fù Creonte assai; gran dono è questo:
Or vanne lieta al tuo cammino, Argìa: 35
In Argo torna; al desolato Padre
Reca quest’urna: vivi, al Figlio vivi,
E a lagrimar sovr’essa; e fra il tuo pianto
Anco rimembra... Antigone...
- Argìa.
Mi strappi
Il cor.... mie voci.... troncano.... i sospiri... 40
Io viver?.... Tu.... morte!...
- Antigone.
Ad orribil morte
Io vado. Il Campo, ove la scorsa notte
Pietose fummo alla grand’opra, or debbe
Essermi tomba; ivi sepolta viva
Creonte....
- Argìa.
Oh Ciel!... L’Empio... E fia ver?...
- Antigone.
La notte 45
A ciò scels’egli per timor del Volgo.
Deh! frena il pianto: or và; lasciami; fine
In me così la Prole avrà d’Edippo:
Io non men dolgo; ad espiar del mio
Sangue i cotanti orribili delitti50
Bastasse pur mia lunga morte!
- Argìa.
Ah! teco
Divider vo’ ’l fero supplicio; il tuo
Coraggio addoppia il mio; tua pena in parte
Fia scema forse....
- Antigone.
Oh! Che dì tu? Più grave
Mille volte saria.
- Argìa.
Morendo insieme,55
Potremmo almen di Polinice il nome
Profferire; esortarci, e pianger...
- Antigone.
Taci....
Deh! non mi far di nuovo pianger... prova
Ultima or fò di mia costanza. — il pianto
Frenar non posso....
- Argìa.
Ahi lassa me! Salvarti 60
Ch’io non ti possa?... e non morir?...
- Antigone.
Nol dei:
D’Edippo tu Figlia non se’; non ardi
Di biasmevole amor; com’io non ami
Dell’uccisore, e sperditor de’ tuoi
L’unico Figlio. Ecco il mio fallo; il deggio 65
Sola espiar. — Tutto ben sento, or tutto,
Emon, l’amor, che ti portai: ben sento
Il dolor tutto, che ti lascio. — A morte
Vadasi tosto: addio, Sorella, addio.
SCENA TERZA.
CREONTE, ANTIGONE, ARGÌA.
- Creonte.
CHe più s’indugia? Ancor di morte al Campo 70
Costei non giunse? Oh! che vegg’io? Con essa
Argìa? Che fù? Chi v’accoppiò? — De’ miei
Chi mi tradisce?
- Antigone.
I tuoi di te men crudi
Concesso n’han brevi momenti. A caso
Quì c’incontrammo: io corro al Campo, a morte:75
Non t’irritar, Creonte. Opra pietosa,
Giust’opra fai, serbando in vita Argìa.
- Argìa.
Creonte, deh! seco mi lascia.
- Antigone.
Ah fuggi
Pria che in lui cessi la pietà.
- Creonte.
Si tragga
Argìa primiera al suo destin.
- Argìa.
Potreste 80
Me sveller? crudi!...
- Antigone.
Ultimo amplesso dammi.
- Creonte.
Stacchisi a forza; si strappi; strascinisi:
Tosto, obbedite, il voglio. Itene.
- Argìa.
Oh Cielo!....
Non ti vedrò più mai?
- Antigone.
Per sempre addio....
SCENA QUARTA.
CREONTE, ANTIGONE.
- Creonte.
OR per quest’altra parte al Campo scenda 85
Costei.... ma nò. — donde partissi, or, tosto
Si riconduca: entrate. — Odimi, Ipsèo.
SCENA QUINTA.
CREONTE.
....OGni pretesto così tolto spero
Ai mal contenti. Io ben pensai: cangiarmi
Non dovea che così.... tutto ad un tempo 90
Salvo ho così. — Reo mormorar di Volgo
Da impazienza natural di freno
Nasce; ma spesso di pietà s’ammanta:
Verace, o finta è da temersi ognora
Pietà di Plebe: or più che mai, che il Figlio 95
Instigator sen fà. — Vero purtroppo:
Per ingannar nostra mortal natura
Invan crede chi regna, o creder finge
Di Rè la possa sovrumana cosa.
Stà nel voler di chi obbedisce; e in Trono 100
Trema chi fà tremar. — ma esperta mano
Prevenir non si lascia. Un colpo atterra
L’Idol del Volgo, e in un suo ardir, sua speme,
E l’indomabil non saputa forza. —
Ma qual fragor suona d’intorno? D’arme 105
Qual veggo lampeggiar? Che miro! Emone
D’armati cinto... incontro a me? — Ben venga;
A tempo vien.
SCENA SESTA.
CREONTE, EMONE, Soldati.
- Creonte.
FIglio, che fai?
- Emone.
Che figlio?
Padre i’ non ho. Di Rè Tiranno io vengo
Le leggi inique ad annullar. Non temi 110
Per te, non temi. Io punitor non sono
De’ tuoi misfatti; a’ Dei s’aspetta: il brando,
Per risparmiar nuovi delitti a Tebe,
Sguainato in man mi stà.
- Creonte.
Contro il tuo Padre,
Contro il tuo Rè tu in armi: e il Popol trarre 115
A ribellar, certo, novello è mezzo
A risparmiar delitti.... Ahi cieco, ingrato
Figlio!... Mal grado tuo pur caro al Padre! —
Ma dì, che cerchi? Innanzi tempo, scettro?
- Emone.
Regna, prolunga i giorni tuoi; del tuo120
Nulla vogl’io. Ben chieggo, e voglio, e tormi
Con questi miei ben’ io saprò, con questo
Braccio di forza, il mio. Trar di tue mani
Antigone, ed Argìa....
- Creonte.
Che parli? oh folle,
Insano ardir! Osi impugnar la spada,125
Perfido, e contro il Genitor tu l’osi,
Per scior da’ lacci chi da’ lacci è sciolto?
Libera già sull’orme prime in Argo
Argìa ritorna; in don la mando al Padre:
Ed a ciò far non mi movea, ben vedi,130
Terrore ancor dell’armi tue.
- Emone.
Che festi
D’Antigone?
- Creonte.
Pur ella è tratta fuore
Dello squallor del suo carcere orrendo.
- Emone.
Ov’è? Veder la voglio.
- Creonte.
Altro non brami?
- Emone.
Chieder, perchè ciò, ch’è in mia man? Dar legge 135
Per brevi istanti a me s’aspetta in questa
Reggia, benchè non mia. Venite, Prodi
Guerrieri; andiam: d’empio poter si tragga
Regal Donzella, ultima nobil prole
De’ vostri Rè.
- Creonte.
Forza non ha quì loco; 140
Basti tu solo a tanto: a te chi fia,
Che il passo osi vietar? Entra, và, tranne
Chi vuoi; t’aspetto, io vilipeso Padre,
Quì fra’ tuoi Forti umìle, infin che il Prode
Liberator n’esca, e trionfi.
- Emone.
A scherno 145
Tu parli forse; ma davver io parlo.
Or mira tu se a tanto i’ non basto io.
- Creonte.
Or và: Creonte ad atterrir non basti.1
- Emone.
Che veggio?... Oh Cielo!... Antigone!... svenata —
Tiranno infame... A me tal colpo?
- Creonte.
Atterro 150
Così l’orgoglio; e rispettar mie leggi,
E in se così fò rientrare un Figlio.
- Emone.
In me tu farmi rientrar? — Con questo
Ferro i’ dovrei... Morir tu merti... io moro.
- Creonte.
Figlio, che fai? T’arresta. —
- Emone.
Or di me senti 155
Tarda pietà?... Portala altrove... tratti
Dagli occhj miei; non funestar mia morte....
Ecco i’ ti rendo il sangue tuo; meglio era
Non darmel mai.
- Creonte.
Figlio... n’attesto il Cielo...
Mai non credei, che un folle amor t’avria 160
Contro te stesso....
- Emone.
....Và, cessa; non farmi
Fra disperate imprecazioni orrende
Finir miei giorni. I’ ti fui Figlio in vita....
Così te Padre avuto avessi!....
- Creonte.
O Figlio....
- Emone.
Te fra’ rimorsi, e nel dolor io lascio. — 165
Amici, ultimo ufficio.... il moribondo
Mio corpo esangue d’Antigone al fianco
Traete.... là voglio esalar l’estremo....
Spirto vital....
- Creonte.
O Figlio.... amato troppo.....
E abbandonar ti deggio? Orbo per sempre 170
Rimanermi?....
- Emone.
Creonte, o in sen m’immergi
Un’altra volta il ferro... o a lei d’appresso
Trar mi lascia a morir....
SCENA SETTIMA.
CREONTE.
TErribil colpo!
Inaspettato!.... O del celeste sdegno
Prima tremenda giustizia di sangue 175
Pur giungi alfin; ben ti ravviso: — io tremo. 1293
A verso 147. Emone parte.
SCENA SETTIMA.
CREONTE solo.
Or và: per quanto temerario, e insano
Ti sii, Creonte ad atterrir non basti.
SCENA OTTAVA.
CREONTE, EMONE.
- Emone.
Che vidi?... Oh Ciel!... Che vidi?... Oh rabbia!... immersa
Nel sangue... giace.... Antigone svenata!...
Poi prosiegue come a verso 150
Tiranno infame ec.
Note
- ↑ S’apre la Scena, e mostra il corpo d’Antigone.