Amori (Savioli)/XXI - All'Aurora
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Sorgi aspettata: il roseo
Destriero alato imbriglia:
Stanca è la notte, e pallidi
4Son gli astri, o Dea vermiglia.
Come al favor dei zefiri
Puro il tuo volto appare!
L’Ore non mai ti videro
8Più bella uscir dal mare.
Te d’importuna accusino
Le giovinette in pianti,
Ch’entro ai furtivi talami
12Sorprendi i pigri amanti.
Ed io coi voti accelero
L’almo splendor, che move.
Oh a me più Dea che Venere,
16A me più Dea che Giove!
Tu il sai, confuso e lacero
Da un desíar fallace,
Al suol prostrato io supplice
20Giaceva, e chiedea pace.
A grida, e a pianti immobile
Sedea la mia nemica,
Più amara e inesorabile
24Di leonessa antica.
Notte regnava, ed orrida
Stendea su i nostri mali
Un velo impenetrabile
28Di tenebre mortali.
Tu al scintillar di Fosforo
Uscivi intanto, o Dea,
E un raggio tuo sollecito
32Sul mio dolor splendea.
Mi vide, e allo spettacolo
Impallidì la fera:
Pietate, e orror sorpresero
36L’alma ostinata, altera.
Tre volte i labbri schiudere,
E cominciar le piacque;
Tre sospirò; scendeano
40I pianti in copia, e tacque.
Madre de’ venti instabili,
Uffizíosa Diva,
Tanta pietà ringrazio:
44La mia speranza è viva.
Deh se il ritroso giovane
Te più languir non lassi.....
Ahi! te le nubi ascondono,
48E non intendi, e passi.