Amori (Savioli)/XII - Il Furore
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Cessa: gli Dii mi tolgano
All’odíata vista.
Il crederai? per lagrime
4Forza il mio sdegno acquista.
Tuo mi chiedesti: arrisero
Gli avversi fati, il sono:
Godi, se puoi, rallegrati
8Di sì funesto dono.
Lasso! così celavasi
Sotto al Tessalic’auro
Il sangue infausto ad Ercole
12Del traditor Centauro.
Ardo: un gelato incendio
Pel vinto cor s’aggira.
Se non è questa, ahi misero!
16Qual dell’Erinni è l’ira?
O gli occhi tuoi rivolgere
Soavi in giro io veda,
Fremo: tu sei colpevole
20Di ricercata preda.
O i neri crin soggiacciano
A leggi estranie e nove;
Ohimè! di Leda piacquero
24I neri crini a Giove.
Tremo, se ignote grazie
Ostenta il petto, e ’l viso;
A impallidir condannami
28Una parola, un riso.
Parlin segrete, accrescono
Le ancelle i miei timori:
Guai se il tuo seno adornasi
32Di sconosciuti fiori.
M’è grave il dì: le tenebre
Sul mio dolor non ponno;
E indarno gli occhi invocano
36Il fuggitivo sonno.
Egli non ode, o il seguita
D’ombre drappel nefando,
E i sogni a me presentano
40Quel ch’io temea vegliando.
E un freddo orror la torbida
Quíete infetta, e scioglie:
Lascio le piume, e rapido
44Accorro alle tue soglie.
Taccion le porte immobili,
Regna profonda pace;
Ma nel comun silenzio
48Il mio terror non tace.
E scintillar Lucifero
Sul pallid’asse io vedo,
E l’alba affretto, e ai talami
52Gridando il Sol precedo.
Invan smarrita e attonita
Rivolgi al cielo i lumi,
E chiami in testimonio
56Dell’innocenza i Numi.
In te di colpa indizio
La mia ragion non trova,
Il veggio, il sento; e crederti
60Spergiura, e rea mi giova.
D’ogni più nera istoria
Gli esempj in te pavento.
Inorridisci; io Biblide,
64Io Pelopea rammento.
Ah m’abbandona, e lasciami
Preda ai rimorsi miei:
No, tu con me dividere
68Lo strazio mio non dei.
Ahi questo dì medesimo
Io barbaro, io profano,
In te volea commettere
72La scellerata mano.
Degni dell’opra il Tartaro
Supplizj aver non puote:
Non l’urne infami bastano,
76Non d’Issíon le ruote.
Nè fuggi? e in me s’affisano
Pietosi i languid’occhi,
E piangi, e supplichevole
80Abbracci i miei ginocchi?
Cessa: del rio spettacolo
Tutto l’orror comprendo.
Cessa. Tu segui? ah, Furie,
84L’abisso aprite: io scendo.