Amori (Savioli)/XIII - All'Ancella
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Poichè a carriera insolita
Tu movi i passi incerti,
Io guida volontaria
4Mi t’offro: odimi, e avverti.
Non la terribil Iside
I sistri a te destina,
Non ti confida Apolline
8La Delfide cortina.
Te Deità più facile
Ad obbedirla invita,
E la tua donna a Venere
12Incensi offre, e l’imita.
Delle seguaci Grazie
Tu adunque accresci il coro;
Esse gli Amor producono,
16E scherzano con loro.
Tu puoi tranquilla e libera
Vegliar le notti intere,
Prima ai teatri, ed emula
20Delle Patrizie altere.
Sull’ora, in cui le Plejadi
Fan lente al mar ritorno,
Quando vicino annunzia
24L’augel di Marte il giorno:
Il cocchio allora ai taciti
Lari stridendo arriva.
Le faci intorno splendano;
28Sta pronta: ecco la Diva.
Il non difficil animo
Conoscerai dal viso;
Con esso alla mestizia
32Ti ricomponi, o al riso.
O fidò l’oro in copia
Sull’ostinate carte,
E i Re prescelti stettero
36Per la contraria parte:
O guerra il caro giovane
Da lieve causa accese,
E alle discolpe indocile
40La sua fortuna il rese.
Ed altro allor spettacolo
Tu sosterrai che pianti:
Ecco la turba indomita
44De’ rei vapor volanti.
Da Stige uscita esercita
In su le belle il regno,
E imperversando vendica
48Il raffrenato sdegno.
Ah dal furor domestico
Difendi i crini aurati:
Invoca il pronto uffizio
52De’ suffumigi ingrati.
Pace; da lungo strazio
Per tua pietà respira;
Apre le luci attonite,
56Ricordasi, e sospira.
Ella dovrà commettere
Le sue discolpe a un foglio?
Ohimè! non ben convengono
60Amor soverchio, e orgoglio.
Ma amor può troppo: ei supera,
E la vergogna esclude;
Scrive, e lo scritto lacera,
64Riscrive ancora, e il chiude.
Tu pia, tu consapevole
De’ più segreti guai,
Al troppo amato giovine
68Apportatrice andrai.
Appena in ciel Mercurio
Di Giove il cenno intende,
Veste i talari, e rapido
72La liquid’aria fende.
Deponga il desiderio
Di morte, e pace speri:
Adagi il capo languido
76Su i placidi origlieri.
Tu vola intanto, e penetra
Nelle nemiche soglie:
Dal sonno ingiusto scuotasi
80Chi alla tua donna il toglie.
Oh se per lei non tornano
I tuoi scongiuri invano,
Se l’arti tue le placano
84L’amabile profano;
Te fortunata! invidino
L’altre la tua fortuna,
Ed a te cento servano,
88Mentre tu servi ad una.