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D’ogni più nera istoria
Gli esempj in te pavento.
Inorridisci; io Biblide,
Io Pelopea rammento.
Ah m’abbandona, e lasciami
Preda ai rimorsi miei:
No, tu con me dividere
Lo strazio mio non dei.
Ahi questo dì medesimo
Io barbaro, io profano,
In te volea commettere
La scellerata mano.
Degni dell’opra il Tartaro
Supplizj aver non puote:
Non l’urne infami bastano,
Non d’Issíon le ruote.