Agamennone (Alfieri)/Atto quinto/Scena II
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SCENA SECONDA.
Egisto, Clitennestra.
Egisto.
L’Opra compiesti?
Clitennestra.
Egisto...
Egisto.
Che veggo? Or quì, Donna, ti struggi in pianto?
Intempestivo, tardo, vano è il pianto:
Caro costar ne può.
Clitennestra.
- Tu quì?...ma come?...
Misera me! che ti promisi? quale 40
Consiglio iniquo?....
Egisto.
E tuo non fu il consiglio?
Amor tel diè, timor tel toglie. Or via,
Poichè pentita sei, piacemi; e lieto
Io mi morrò di non saperti rea.
Ben’io tel dissi: dura era l’impresa;45
Ma tu fidando oltre il dovere in quello,
Che in te non hai viril coraggio, al colpo
Tu stessa, tu, tua imbelle man sceglievi.
Or voglia il Ciel, ch’anco il pensier del fallo
Già non ti torni a danno! Io qui di furto 50
A favor delle tenebre ritorno,
Inosservato, spero. Era pur forza,
Ch’io t’annunziassi, io stesso, esser mia testa
Sacra d’Atride irrevocabilmente
Alla vendetta già.
Clitennestra.
Come? che parli? 55
Onde il sai?
Egisto.
Già del nostro amore intese
Più che non volle Atride; ed io già n’ebbi
Di non più d’Argo movermi comando:
Al dì nascente a se davanti ei vuolmi
Ben vedi, a me di morte è il parlamento. 6o
Ma non temer, che d’incolpar me solo
Ogni arte adoprerò.
Clitennestra.
Che ascolto? Atride
Tutto sa?
Egisto.
Troppo ei sa: ma più sicuro,
Miglior partito fia, s’io mi sottraggo
Col morir tosto al periglioso esame. 65
Salvo il tuo onor così: me scampo a un tempo
Da morte infame. A darti ultimo avviso
Di quanto segue; a darti ultimo addio
Venni, e non più... Vivi; ed intatta resti
Teco la fama tua. Di me pietade 70
Più non ti prenda: io son felice assai,
Se di mia man per te morir m’è dato.
Clitennestra.
Egisto... oimè!... qual ribollir mi sento
Furor nel petto al tuo parlar!... t’arresta...
A morte corri?
Egisto.
A morte.
Clitennestra.
Ed io t’uccido!...75
Egisto.
Te vo’ salvar.
Clitennestra.
Qual mi ti mena innanzi,
Egisto, qual furia d’Averno è scorta
Ai passi tuoi? S’io più te non vedea,
I’ moria di dolor, sì; ma innocente
Moriami almen: già sento, mal mio grado,80
Me di bel nuovo al rio delitto spinta
Sol dal tuo aspetto... Oh Ciel!... tutte m’invade
Le fibre, e l’ossa incognito tremore...
E fia pur ver; null’altro a far ne resta?...
Ma l’amor nostro al Re chi svela? dimmi. 85
Egisto.
E ‘l chiedi tu? di te, se non Elettra,
Al Re parlar chi ardisce? In sen t’immerge
Malvagia figlia il ferro; e, più che vita,
Ti toglie anco l’onor.
Clitennestra.
Ma ver tu parli?
Egisto.
Io mento. Ecco, mia spada il ver diratti:90
Salva tu sei, s’io pero.
Clitennestra.
Egisto!... il brando...
Che fai? riponi; io te l’impongo. — Oh notte,
Orribil notte!... Ascolta... Atride in mente,
Chi sa?...
Egisto.
Chi, non lo sa, che Atride offeso,
Atride Re, nella superba mente 95
Altro non volge, che vendetta, e sangue?
Certa è la morte mia, dubbia la tua.
Ma s’ei ti serba a vita, a qual, tu il pensa.
E s’io quì entrar, solo, in quest’ora, e starmi
Teco parlar son visto; oimè! ch’io fremo 100
D’orror per te. Sorge l’Aurora in breve
Di fero dubbio a trarti; anzi che sorga
Morire io vo’: — Per sempre... addio.
Clitennestra.
T’arresta...
No, non morrai.
Egisto.
Non d’altra man per certo,
Che di mia mano. — O della tua, se il vuoi. 105
Deh! vibra il colpo tu; svenami, e innanzi
Al severo tuo giudice mi traggi
Semivivo, spirante: alta discolpa
Il mio sangue ti fia.
Clitennestra.
Che parli?... ahi lassa!...
Misera me!... che a perder t’abbia?...
Egisto.
- Or quale 110
Hai destra tu, debil del par che inetta,
A trucidar chi t’ama, e chi t’abborre?
Ben supplirà la mia...
Clitennestra.
No,... mai...
Egisto.
Dobbiamo
Atride, od io perir.
Clitennestra.
Sceglier....
Egisto.
T’è forza.
Clitennestra.
Tra ’l dare...
Egisto.
O l’aver morte.
Clitennestra.
Ah sì;...pur troppo 115
Necessario è il delitto.
Egisto.
E breve è l’ora.
Clitennestra.
Ma... la forza,... l’ardire...
Egisto.
Ardire, forza
Daratti Amor.
Clitennestra.
Mi tremerà... la mano
Nel ferire... il marito.
Egisto.
Addoppierai
Nell’uccisor d’Ifigenìa tuoi colpi. 120
Clitennestra.
Lungi... ho scagliato... il ferro.
Egisto.
Eccoti ferro;
Tienlo; quest’è ben d’altra tempra; stavvi
Rappreso su de’ figli di Tieste
Il sangue ancor.. Va; del figliuol d’Atreo
Nel sangue il forbi: va; brevi momenti 125
T’avanzan; va. Se male il colpo assesti,
O se pria di ferir ti penti, il piede
Più non rivolgi a queste stanze, o Donna.
Di propria man me quì svenato; immerso
Me troveresti dentro un mar di sangue. 130
Va, non vacilla, ardisci, entra, l’uccidi. —