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ATTO QUINTO. 91

Egisto.

Già del nostro amore intese
Più che non volle Atride; ed io già n’ebbi
Di non più d’Argo movermi comando:
Al dì nascente a se davanti ei vuolmi
Ben vedi, a me di morte è il parlamento. 6o
Ma non temer, che d’incolpar me solo
Ogni arte adoprerò.


Clitennestra.

Che ascolto? Atride
Tutto sa?


Egisto.

Troppo ei sa: ma più sicuro,
Miglior partito fia, s’io mi sottraggo
Col morir tosto al periglioso esame. 65
Salvo il tuo onor così: me scampo a un tempo
Da morte infame. A darti ultimo avviso
Di quanto segue; a darti ultimo addio
Venni, e non più... Vivi; ed intatta resti
Teco la fama tua. Di me pietade 70
Più non ti prenda: io son felice assai,