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ATTO QUINTO. | 97 |
Più non rivolgi a queste stanze, o Donna.
Di propria man me quì svenato; immerso
Me troveresti dentro un mar di sangue. 130
Va, non vacilla, ardisci, entra, l’uccidi. —
SCENA TERZA.
Egisto, Agaménnone dentro.
Egisto.
ESci, o Tieste, dal profondo Averno,
Esci; or n’è tempo: in questa Reggia or mostra
L’orribil’ombra tua: largo convito,
Godi, or di sangue ti s’appresta; al figlio 135
Del tuo infame nemico ignudo pende
Già già l’acciar sul cor; già già si vibra;
Perfida moglie il vibra: ella il dovea,
Non io: più dolce a te fia la vendetta,
Quanto è maggiore a compierla il delitto... 140
Meco l’orecchie attentamente porgi