Wikisource:Libri/Condizioni politiche e amministrative della Sicilia
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Condizioni politiche e amministrative della Sicilia
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- Condizioni politiche e amministrative della Sicilia/Prefazione1
- Condizioni politiche e amministrative della Sicilia/Prefazione2
CONDIZIONI GENERALI.
- § 1. Primo aspetto
- § 2. Le prepotenze
- § 3. Associazioni per l'esercizio della prepotenza
- § 4. Pazienza dell'universale
- § 5. Caratteri della classe dominante
- § 6. Importanza della violenza nelle relazioni sociali
- § 7. Le fazioni e i loro mezzi di azione
- § 8. L'autorità pubblica
- § 9. Suo isolamento morale
- § 10. Prevalenza dell'autorità morale dei prepotenti sopra quella del Governo
- § 11. Impotenza dell'Autorità pubblica a reprimere gli abusi
- § 12. Inefficacia e danni del sistema degli arbitrii illegali
- § 13. Arbitrii legali. Ammonizione e domicilio coatto. Loro riuscita
- § 14. Inefficacia degli istrumenti usati dall'Autorità pubblica contro i malfattori
- § 15. Forza di polizia indigena. I militi a cavallo.
- § 16. Manca nell'Autorità pubblica unità d'indirizzo. Il personale
- § 17. Il governo centrale non sostiene i suoi funzionari
- § 18. Aspetto generale delle campagne nell'interno dell'Isola
- § 19. Ospitalità
- § 20. Potenza dei briganti e dei malfattori in genere
- § 21. Carattere e modi di procedere dei malfattori
- § 22. Impotenza dei carabinieri e della truppa contro i malfattori
- § 23. La generale impotenza della classe abbiente contro i malfattori, non si può spiegare con la mancanza di mezzi per resistere. Nè con la generale complicità. La semplice osservazione delle relazioni fra cittadini e malfattori non fornisce gli elementi per sciogliere questo problema
- § 24. Propensione quasi generale per i mezzi di repressione arbitrari
- § 25. Manca nella generalità dei Siciliani il sentimento della Legge superiore a tutti ed uguale per tutti
- § 26. Indole esclusivamente personale delle relazioni sociali in Sicilia. Clientele
- § 27. La Mafia
- § 28. Amministrazioni locali
- § 29. Autorità pubblica. Suoi mezzi di azione
- § 30. Carabinieri
- § 31. Militi a cavallo. Loro modi di procedere
- § 32. Guardie di pubblica sicurezza. Truppa
- § 33. Funzionari di pubblica sicurezza. Difficoltà che incontrano per scuoprire i malfattori e per radunare elementi atti a farli comparire in giudizio
- § 34. Indole del personale
- § 35. Prefetti e sotto-prefetti. Loro impotenza contro gli abusi
- § 36. La pubblica sicurezza nelle provincie orientali dell'Isola
- § 37. Condizioni sociali delle provincie orientali uguali a quelle del rimanente dell'isola
CENNI STORICI.
- § 38. Il feudalismo e i Parlamenti Siciliani
- § 39. La Deputazione del Regno
- § 40. La rappresentanza del Terzo Stato negli antichi Parlamenti Siciliani era illusoria
- § 41. Tentativo di riforme del vicerè Caracciolo (1785)
- § 42. Costituzione politica del 1812. Sua mala riuscita.
- § 43. Condizioni economiche e sociali della Sicilia dopo la Costituzione del 1812
- § 44. Effetti delle sopraddette condizioni. Prevalenza dell'autorità privata
- § 45. Opera ed effetti del regime Borbonico dopo il 1815
- § 46. Effetti della sovrapposizione del sistema di governo italiano sulle condizioni della Sicilia.
LA PUBBLICA SICUREZZA.
- § 47. Cagioni generali e divisione della quistione
- § 48. Perchè i violenti abbiano, in quella parte della Sicilia dove dominano, autorità non solo materiale, ma anche morale
- § 49. Cagioni dell'importanza acquistata dalla classe dei malfattori per mestiere
- § 50. Le condizioni sono specialmente favorevoli in Sicilia per l'esercizio della industria dei malfattori
- § 51. La mafia
- § 52. Caratteri speciali dell'industria del delitto a Palermo e suoi dintorni. Loro cagioni
- § 53. Caratteri speciali delle relazioni fra facinorosi a Palermo e dintorni
- § 54. Facinorosi della classe media
- § 55. L'omertà
- § 56. La classe dominante è cagione prima e fondamento dello stato della pubblica sicurezza in Palermo e dintorni
- § 57. Come sia generalmente possibile in parte della Sicilia valersi dell'aiuto dei malfattori senza dar mandati per delitti
- § 58. Come il predominio della violenza rechi danno alla maggioranza, e nonostante non possa da questa venire distrutto
- § 59. Come la classe dominante sia quasi fatalmente portata a proteggere i malfattori
- § 60. Condizioni speciali dell'industria dei malfattori in provincia
- § 61. I Briganti
- § 62. I Malandrini
- § 63. Speculazioni dei briganti e malandrini
- § 64. La mafia nelle provincie
- § 65. Relazioni fra malfattori di mestiere e le classi agiate e ricche della popolazione
- § 66. Come il Governo non possa usare l'opera dei Siciliani per distruggere i malfattori in Sicilia
- § 67. Come si presenti in Sicilia il problema del ristabilimento della sicurezza pubblica
- § 68. La Polizia
- § 69. Dualità nell'attuale ordinamento di polizia in Italia
- § 70. I Militi a cavallo
- § 71. I sindaci ufficiali di polizia. Le guardie campestri
- § 72. Il personale addetto alla polizia in Sicilia
- § 73. Necessità di una stretta unità d'azione fra la magistratura inquirente e il personale di polizia
- § 74. L'ordinamento della polizia giudiziaria in Sicilia dovrebbe fondarsi sul pretore
- § 75. Come convenga porre in Sicilia il personale di polizia sotto una stretta dipendenza dell'autorità giudiziaria
- § 76. Come debba mantenersi più rigorosamente il segreto delle denunzie ricevute dall'autorità e quello delle istruzioni penali
- § 77. La giustizia. Il giurì
- § 78. Reticenza dei testimoni al dibattimento pubblico
- § 79. Arbitrio del giudice istruttore per l'arresto e la libertà provvisoria. Legge del 30 giugno 1876
- § 80. Invio delle cause criminali alle corti di Assise del Continente
- § 81. Carceri
- § 82. Ammonizione e domicilio coatto
- § 83. È necessario in Sicilia un personale giudiziario e di polizia con qualità eccezionali
CAPITOLO IV. § 84. Scarsa influenza della legislazione posteriore al 1860 sulla distribuzione della proprietà § 85. Aumento negli affari. Suoi effetti § 86. Gli avvocati, loro influenza § 87. Amministrazioni locali § 88. Come la legislazione italiana sancisca e ribadisca nelle provincie meridionali il potere illimitato ed assoluto della classe abbiente su quella povera § 89. Come la legislazione e la pratica amministrativa in Italia siano impotenti ad impedire un numero ristrettissimo di persone dall'assicurarsi un predominio assoluto e durevole sulle amministrazioni locali § 90. Come in Sicilia sia per regola generale inefficace e dannoso il controllo o la tutela esercitati sulle amministrazioni locali da corpi composti essi stessi di elementi locali § 91. Come il Governo sia, coll'attuale sistema amministrativo italiano, impotente a conoscere e reprimere gli abusi nelle amministrazioni locali § 92. Perchè il migliorare la legislazione e la pratica di Governo sia insufficiente ad impedire i soprusi non violenti a danno delle classi inferiori, e gli abusi nelle amministrazioni locali § 93. Dei mezzi che si potrebbero usare colla speranza di diminuire il numero dei disordini nelle amministrazioni locali e dei soprusi non violenti a danno dei deboli § 94. Come la diffidenza e l'antipatia che ispirano i rappresentanti del governo a molti Siciliani, si possano vincere, e con quali mezzi § 95. Conviene che i funzionari siano assicurati dell'appoggio del Governo § 96. Le opere pubbliche
CAPITOLO V. § 97. Come, per il sistema di governo in vigore in Italia, la classe dominante sia considerata quale interprete dei bisogni dell'intera popolazione § 98. Come in Sicilia il fatto non risponda alla teoria di governo ricevuta in Italia § 99. Effetti della contradizione fra la teoria e il fatto, sui procedimenti del Governo italiano in Sicilia § 100. Come sia impossibile al Governo, nelle condizioni attuali, di conoscere i veri bisogni della Sicilia § 101. Di che cosa sia costituita l'opinione pubblica in Sicilia § 102. Partiti politici. Gli autonomisti § 103. Come l'opinione pubblica siciliana non possa in niun caso servir di guida al Governo italiano
CAPITOLO V.
§ 104. Riassunto degli effetti delle condizioni sociali siciliane. Doveri che da queste condizioni risultano per il Governo italiano
§ 105. Lo Stato italiano, se vuol rimediare ai mali della Sicilia, deve valersi per governarla degli elementi che gli fornisce la nazione ad esclusione dei Siciliani
§ 106. Come lo Stato in Sicilia debba, prima di qualunque altro scopo, prefiggersi quello di sostituire alla forza privata quella della Legge
§ 107. Quali effetti immediati debba prima ottenere lo Stato italiano per poter poi raggiungere il fine del predominio del Diritto moderno in Sicilia
§ 108. Del personale da adoperarsi dallo Stato in Sicilia
§ 109. Difficoltà di trovare in Italia un personale sufficientemente numeroso colle qualità necessarie per la Sicilia
§ 110. Il tentar di reprimere una sola categoria di disordini non può dare in Sicilia risultato alcuno
§ 111. Della politica parlamentare del Governo
§ 112. Come sia infondata l'asserzione che i Siciliani sieno più difficili a governare che altri popoli
§ 113. Dei provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza
§ 114. Come l'Italia sia tenuta a fare grandissimi sacrifizi pecuniari per migliorare le condizioni materiali della Sicilia
§ 115. Come il Governo abbia obbligo di studiare nelle provincie meridionali ancora più che altrove gli effetti sulla ricchezza delle sue tasse
§ 116. Come la repressione dei disordini descritti nel presente volume sia atta a render possibile e preparare un miglioramento stabile delle condizioni della Sicilia, ma non ad operarlo
- Le Opere pubbliche in Sicilia: estratto della Relazione della Giunta per l'Inchiesta sulle Condizioni della Sicilia, nominata secondo il disposto dell'Articolo 2 della Legge 3 Luglio 1875