Condizioni politiche e amministrative della Sicilia/Prefazione1

Prefazione alla prima edizione

IncludiIntestazione 10 dicembre 2008 25% Saggi

"Non ci è altro modo a guardarsi dalle adulazioni se non che gli uomini intendino che non ti offendono a dirti il vero".

MACHIAVELLI, Il Principe, cap. XXIII.

Come si debbino fuggire gli adulatori


Era nostra intenzione, ripubblicando la famosa inchiesta di Leopoldo Franchetti e di Sidney Sonnino, di aggiornarla con delle note nel testo che in certo modo completassero la bella e interessante prefazione che il loro compagno di viaggio e di studi, Enea Cavalieri, ha voluto gentilmente scrivere per questa seconda edizione.

Ma dopo accurato esame del testo, abbiamo invece deciso di sostituire le note, che hanno sempre un carattere frammentario, con un terzo volume sulla Sicilia attuale che è stato affidato al prof. Giovanni Lorenzoni, l'autore dell'importante e documentata relazione sulla Sicilia, che fa parte dell'inchiesta governativa sulle condizioni dei contadini nelle provincie meridionali.


PREFAZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE

Ricevuti in Sicilia da ogni ordine di persone colla cortesia la più squisita, e con un'ospitalità di cui serberemo sempre memoria, sentiamo il debito di dichiarare fin dalle prime pagine di questo libro, quali sono i concetti che ci hanno guidati nei nostri studi sulle condizioni di quell'Isola.

Noi abbiamo inteso d'indagare le ragioni intime dei fenomeni morbosi che presenta la Sicilia, e di ritrarre un quadro succinto delle sue condizioni sociali, così diverse da quelle di alcune altre regioni del nostro paese. Esprimendo in ogni singolo caso la nostra opinione schiettamente e senza reticenze o falsi riguardi di convenienza, crediamo di dimostrare nel miglior modo possibile la nostra gratitudine verso i Siciliani, e abbiamo fede di giovare all'Isola più coll'esposizione della verità che non coll'adulazione. Non ci siamo lasciati distogliere dal timore di esser tacciati d'arroganza, perchè trattandosi di quistioni che interessano l'avvenire del paese, riteniamo che ogni cittadino abbia lo stretto dovere di dire apertamente la propria opinione.

Convinti che i fenomeni da noi descritti hanno la loro prima origine nelle leggi della Natura, noi, nell'esporli, non intendiamo giudicar nessuno, e tanto meno condannare. Non sappiamo vedere nei Siciliani che altrettanti Italiani, e i mali dell'ultima estremità della Penisola ci fanno provare dolore nel modo medesimo che quelli della nostra provincia natale.

Non pretendiamo certamente che il nostro lavoro sia scevro d'errori. Altri ci confuti o ci corregga, e dalla discussione risulterà la luce. Ma la discussione non sarà mai utile, se prima non ci liberiamo da quella stolta vergogna che spesso, a noi Italiani, ci fa celare le nostre piaghe per parere da più o altrimenti di quel che siamo. "Dalla verità, la libertà; dalla libertà, la verità". Il nostro voto più caldo è quello d'invogliare qualcuno a rifare le stesse nostre ricerche, e a verificarne i risultati; e vorremmo specialmente indirizzarci ai giovani per incitarli a studiare da vicino nelle varie sue regioni quella terra incognita che è per gl'Italiani l'Italia tutta.

Il presente lavoro porta il nome di soli due autori. Il signor Enea Cavalieri, che fece con noi il giro in Sicilia, e si unì a noi in tutte le ricerche, fu costretto a lasciarci pochi giorni dopo il ritorno, non potendo differire più oltre la sua partenza per un viaggio in paesi lontani, al quale si era già da tempo impegnato. Speriamo che anderà a ritrovarlo al di là dei mari questa espressione del nostro dispiacere per non averlo avuto compagno anche nel dar forma definitiva ai risultati delle nostre comuni indagini.

La Relazione della Commissione d'inchiesta per la Sicilia è venuta fuori quando era già finito il secondo libro di quest'opera, e del primo erano già fissati il concetto e il piano, e molto inoltrata la redazione. Mentre nei nostri apprezzamenti sopra fatti parziali (principalmente fra quelli che sono esposti nel primo libro) abbiamo la soddisfazione di trovarci non di rado d'accordo colla Giunta, non possiamo dire lo stesso dei giudizi generali. Il lettore, dall'esame del lavoro della Giunta e del nostro, potrà riscontrare in che cosa consistano le differenze che ci dividono e formarsi un'opinione. Firenze, 20 Dicembre 1876.

GLI AUTORI.