Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/XLIX

XLIX. Il Passaporto

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
XLIX. Il Passaporto
XLVIII L

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XLIX. IL PASSAPORTO

versailles


Siccome il passaporto ingiugneva a tutti i luogotenenti-governatori, governatori e comandanti di città, generali di eserciti, giustizieri e ufficiali di giustizia, che lasciassero Mister Yorick buffone del re e il suo bagaglio liberamente viaggiare — [p. 157 modifica]confesserò che la conquista del passaporto fu non poco macchiata dal personaggio ch’io recitava — ma in questo mondo non v’è cosa che sia tutta pura; sentenza da taluni de’ gravissimi teologi nostri universalmente applicata, sino ad affermare che il sospiro accompagna la voluttà1 — anzi, che l’estrema delle voluttà ch’ei conoscano finisce per lo più con una convulsione, o poco meglio.

Ricordomi che il grave e dottissimo Bevorischio2 ne’ suoi commentarj su le generazioni di Adamo in poi, s’interrompe [p. 158 modifica]naturalissimamente a mezzo la nota, per dar notizia a’ lettori, come una coppia di passeri posatasi sull’imposta esteriore delle sue finestre l’aveva frastornato per tutta quell’ora ch’ei si stava scrivendo; e tanto, che gli fe’ perdere il filo della sua genealogia.

— Poffare! scrive Bevorischio, eppur non v’è dubbio: perch’io ebbi la curiosità di contare le volte, notandole una per una con la mia penna — ed il passero, nella breve ora che m’avrebbe bastato a finir l’altra metà di questa mia nota, mi frastornò visibilmente reiterando le sue carezze alla passera per venti tre volte e mezzo.

Bontà divina! scrive Bevorischio; sei pur benefica verso le tue creature! — Ma e tu, disgraziatissimo Yorick! e ti tocca a vedere il più grave de’ tuoi fratelli che scrive e stampa tal cosa che tu non puoi ricopiare nel tuo studiolo, e che il rossore non t’offuschi la vista! e ne chiedo perdono.

Ma, e questo che importa egli a’ miei viaggi? — Dunque due volte — due volte perdono.

Note

  1. ..... Medio de fonte leporum
    Surgit amari aliquid, quod in ipsis floribus angat.

                                  Lucr. lib. 4. 1127.

  2. Intende per avventura di certo Bevor prelato nella provincia d’York, dove il nostro autore amministrò per vent’anni le chiese di Sutton e di Stillington. Vero è che qui Yorick punge il teologo a torto; e la pia conseguenza della bontà del cielo verso le sue creature fu altre volte dal medesimo fatto desunta da molti Padri della Chiesa. Anzi San Francesco raccoglieva le tortorelle: «O sirocchie mie tortore, diceva il santo Patriarca, io voglio farvi nidii acciocchè voi facciate frutto et che voi multiplichiate secondo lo comandamento del nostro creatore. Andò Santo Francesco et fece lo nidio a tutte: et elle, usando, cominciarono a far uova et figlioli, et stavano domesticamente con Santo Francesco et con gli altri frati» — Fioretti di S. Fran. capit. 21. — Nota desunta dal lib. mem. i. 28.