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te a mezzo la nota, per dar notizia a’ lettori, come una coppia di passeri posatasi sull’imposta esteriore delle sue finestre l’aveva frastornato per tutta quell’ora ch’ei si stava scrivendo; e tanto, che gli fe’ perdere il filo della sua genealogia.
— Poffare! scrive Bevorischio, eppur non v’è dubbio: perch’io ebbi la curiosità di contare le volte, notandole una per una con la mia penna — ed il passero, nella breve ora che m’avrebbe bastato a finir l’altra metà di questa mia nota, mi frastornò visibilmente reiterando le sue carezze alla passera per venti tre volte e mezzo.
Bontà divina! scrive Bevorischio; sei pur benefica verso le tue creature! — Ma e tu, disgraziatissimo Yorick! e ti tocca a vedere il più grave de’ tuoi fratelli che scrive e stampa tal cosa che tu non puoi ricopiare nel tuo studiolo, e che il rossore non t’offuschi la vista! e ne chiedo perdono.
Ma, e questo che importa egli a’ miei viaggi? — Dunque due volte — due volte perdono.
L. | CARATTERE |
versailles
E che le pare de’ francesi? mi disse il conte porgendomi il passaporto.
Il lettore vede, che sì segnalato favore mi dava di che rispondere assai gentilmente.