Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/XIX

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XIX. MONTREUIL


Io aveva una volta perduto la valigia di dietro il calesse; io era due volte smontato alla pioggia, e un’altra volta nel fango sino al ginocchio a dar mano al postiglione tanto che la rassettasse; nè mi venne mai fatto d’accorgermi del difetto — e solo, come giunsi a Montreuil, alla prima parola dell’oste che mi chiese se m’occorresse un servo, m’avvidi che questo era appunto il difetto.

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Un servo! e’ m’occorre pur troppo, risposi — Perchè, monsieur, dicea l’oste, abbiamo uno sveltissimo giovinotto a cui non parrebbe vero di aver l’onore di servire un inglese — Ma, e perchè un inglese più ch’altri? — Sono sì generosi! replicò l’oste — Frustatemi, dissi meco, s’io non mi troverò una lira di meno in saccoccia; e stassera — Ma hanno anche il modo, monsieur; disse l’oste — Nota a mio debito un’altra lira, dissi io — Jer sera per l’appunto, continuò l’oste, un mylord anglois présentoit un ecu à la fille de chambre — Tant pis pour mademoiselle Jeanneton, rispos’io.

Or Jeanneton era figliuola dell’oste; e l’oste pigliandomi per novizio di francese m’avvertì con mia buona licenza, ch’io non dovea dire, tant pis — ma tant mieux. Tant mieux toujours, monsieur, se, molto o poco, si busca — tant pis, se nulla. Gli è poi tutt’uno1, risposi. Pardonnez moi, disse l’oste. [p. 53 modifica]

E qui gioverà più che altrove un avvertimento; badateci ora per sempre. Tant pis e Tant mieux sono due cardini della conversazione francese; e quel forestiero che se ne impratichirà innanzi di entrare in Parigi, farà da savio.

Un disinvoltissimo marchese francese, alla mensa del nostro ambasciadore, interrogò mister Hume, s’egli era Home poeta? — No; rispose Hume mansuetissimamente — Tant pis, soggiunse il marchese.

Questi è Hume, storico; disse un altro — Tant mieux, soggiunse il marchese. E mister Hume, uomo d’ottimo cuore, gli rese grazie per tutti e due2.

Poichè l’oste m’ebbe addottrinato di questo punto, chiamò La Fleur, nome del giovinetto — Le dirò, monsieur; dicea l’oste, ch’io non presumo di parlare dell’abilità del giovine — monsieur ne sarà giudice competente; ma circa la fedeltà mi scrivo mallevadore con tutto il mio.

Alle parole dell’oste, e più al modo con che le [p. 54 modifica]disse, l’animo mio si deliberò detto fatto — e La Fleur che stava fuori, aspettando con quel batticore affannoso che ciascuno di noi tutti figliuoli della Natura avrà alla sua volta provato — entrò.

Note

  1. Come accada che tanto a buscare quanto a non buscare regali torni tutt’uno, nessuno de’ matematici co’ quali mi sono consigliato, ha saputo spiegarmelo. E forse l’autore vorrà dire «che se nell’accettare mancie può starci il tant mieux, nell’accattarle può starci il tant pis» — Ma fors’anche m’inganno, da che neppure i letterati maestri miei a’ quali l’ho detta hanno potuto accomodarsi a questa interpretazione.
  2. La mansueta deferenza di questo illustre storico verso i grandi fu notata anche ne’ libri di lui dal celebre Fox — Vedi Bibliotheque Britannique, extrait de la vie de Ch. Fox, et de son histoire du regne du roi Jacques etc.