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52 | VIAGGIO |
Un servo! e’ m’occorre pur troppo, risposi — Perchè, monsieur, dicea l’oste, abbiamo uno sveltissimo giovinotto a cui non parrebbe vero di aver l’onore di servire un inglese — Ma, e perchè un inglese più ch’altri? — Sono sì generosi! replicò l’oste — Frustatemi, dissi meco, s’io non mi troverò una lira di meno in saccoccia; e stassera — Ma hanno anche il modo, monsieur; disse l’oste — Nota a mio debito un altra lira, dissi io — Jer sera per l’appunto, continuò l’oste, un mylord anglois présentoit un ecu à la fille de chambre — Tant pis pour mademoiselle Jeanneton, rispos’io.
Or Jeanneton era figliuola dell’oste; e l’oste pigliandomi per novizio di francese m’avvertì con mia buona licenza, ch’io non dovea dire, tant pis — ma tant mieux. Tant mieux toujours, monsieur, se, molto o poco, si busca — tant pis, se nulla. Gli è poi tutt’uno1, risposi. Pardonnez moi, disse l’oste.
- ↑ Come accada che tanto a buscare quanto a non buscare regali torni tutt’uno, nessuno de’ matematici co’ quali mi sono consigliato, ha saputo spiegarmelo. E forse l’autore vorrà dire «che se nell’accettare mancie può starci il tant mieux, nell’accattarle può starci il tant pis» — Ma fors’anche m’inganno, da che neppure i letterati maestri miei a’ quali l’ho detta hanno potuto accomodarsi a questa interpretazione.