Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/XX
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Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
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XX. | MONTREUIL |
Io sono corrivo ad appagarmi d’ogni sorta di gente alla prima; ma più che mai se un povero diavolo viene a esibire la sua servitù a un sì povero diavolo come io sono: e perch’io so che ci pecco, comporto sempre che il mio giudizio riveda la mia stima difalcandovi, più o meno, secondo il mio modo d’allora, il caso — e dirò anche il genere della persona ch’io dovrò governare1.
Vedendo La Fleur, io concedeva il difalco che io poteva in coscienza; ma l’idea tutta ingenua e il primo aspetto del giovine, gli diedero vinta la lite: e però prima l’assoldai — poscia presi a informarmi di ciò che ei sapeva fare: se non che, dissi meco, scoprirò le sue abilità secondo i bisogni — e poi, un francese fa di tutto.
Or il povero La Fleur non sapeva far altro sopra la terra, che battere il tamburo, e suonare due o tre marce sul piffero. Ad ogni modo mi posi in cuore che le sue abilità mi bastassero; e posso dire che la mia dabbenaggine non fu mai tanto derisa dal mio senno quanto per questo esperimento.
La Fleur era comparso nel mondo per tempo, e cavallerescamente come i più de’ francesi, servendo2 per alcuni anni; a capo de’ quali, vedendo pago il suo genio, e che egli forse, o senza forse, doveva starsi contento dell’onore di battere il tamburo, il che gli precludeva ogni più largo sentiero alla gloria — s’era ritirato à ses terres, e viveva comme il plaisoit à Dieu — di pazienza.
— Su via, disse il SENNO, percorri la Francia e l’Italia con un tamburino; bel compagno di viaggio! e pagalo — E tu cianci, gli risposi io; che? la metà della nostra baronía non fa ella forse con un tamburo3 compagnon de voyage il medesimo giro, e non ha ella il piffero4 e il diavolo, ed ogni cosa da pagare per giunta? — Chi ne’ combattimenti ineguali può schermirsi con un equivoque non ha sempre la peggio — Pur tu saprai fare qualche altra cosa, La Fleur? — Oh, qu’oui! — sapea cucire un pajo di calzerotti, e suonare un poco il violino — Bravo! mi gridò il Senno — Perchè no? gli risposi; suono anch’io il violoncello — ci accorderemo benissimo — Tu saprai maneggiare i rasoj, e racconciare un po’ una parrucca, La Fleur? — Quest’era appunto la sua vocazione — Per mia fè! basta; diss’io interrompendolo — e dee bastare per me — Venne intanto la cena; e vedendo un vispo bracchetto inglese da un lato della mia seggiola, e dall’altro un valletto francese a cui la natura aveva con un liberalissimo pennello dipinto il volto d’ilarità, tutta la gioja dell’anima mia esultava del mio impero; e se i monarchi sapessero cosa si vogliano, esulterebbero al pari di me.
Note
- ↑ Modo (e mood in inglese significa modo e umore) caso — genere — persona — governare — allusioni al gergo de’ grammatici; e fredde: forse perchè la pedanteria è sì nojosa che non può riescire ridicola.
- ↑ Il testo: serving, in caratteri distinti, come derivato dal franc. servir; ital. militare.
- ↑ Il testo hum-drum, da hum ronzìo, e drum tamburo; e andrebbe tradotto ronzone, moscone importuno, non dissimile da’ compagni di viaggio e dagli aji de’ gentiluomini. Ma per far meglio notare l’equivoco con che Yorick si sbriga dalle ammonizioni della saviezza, traduco tamburo, che vuole anche dire baule ferrato da viaggio; e l’Italia dice d’alcuni suoi gentiluomini: viaggiano come un baule.
- ↑ Pagare il piffero o la musica: modi proverbiali inglesi per dar la baja a chi pasce i ghiottoni.