Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/LXVI

LXVI. Il Bourbonnois

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
LXVI. Il Bourbonnois
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LXVI. IL BOURBONNOIS


Eppure la mia fantasia s’era già lusingata d’immagini allegre! e oh quanto l’anima mia s’aspettava di tumultuar nella gioja in quel viaggio, e in que’ giorni della vendemmia, e per quelle piagge amenissime della Francia! — Ma! — quivi appunto il dolore mi aprì la sua porta; e ogni gaia speranza m’abbandonò. In ciascheduna di quelle scene di giubbilo m’appariva nel fondo la pensosa Maria sedente all’ombra del pioppo: ed io già toccava Lione, nè avea per anche potuto coprirla d’un velo.

Cara sensibilità! Tu se’ l’inesauribile fonte degl’incanti della voluttà, e degli spasimi dell’angoscia! tu incateni il tuo martire sovra un letto di paglia — e tu stessa lo sublimi teco oltre al cielo — Eterna fonte de’ nostri affetti! — Or sì ch’io ti cerco — or sì tutta la tua

Divinità dentro il mio petto esulta1

[p. 214 modifica]Ma non già quando la tristezza e l’infermità, quando

L’alma in sè si ristringe, e innorridita
L’annientamento suo guarda e s’arretra —

Vana pompa di frasi!2 — bensì quando un generoso piacere, e un affanno generoso mi viene di fuori, allora — allora emana tutto da te — o grande SENSORIO dell’universo! — da te che diffondi la tua vibrazione, quand’anche un unico crine ci caschi dal capo, e la propaghi nelle più remote solitudini del creato — Tocco da te, Eugenio schiude un po’ le cortine sotto le quali io giaccio languendo — ascolta la storia de’ miei patimenti — e intanto i suoi nervi tremano dolorando; ma egli n’accusa l’intemperie della stagione — Tu spiri sovente una scintilla del tuo calore all’aspro alpigiano mentre trascorre su per le rupi agghiacciate — e s’abbatte in un agnello straziato dal dente del lupo — Vedilo con la testa appoggiata al vincastro, inchinarsi pietosamente verso l’agnello — Ah! foss’io giunto un poco più presto! — L’agnello spira nel suo [p. 215 modifica]sangue — e il cuore compassionevole del pastore gronda sangue!

Pace sia teco, generoso pastore — tu ora te ne vai contristato — ma la gioja te ne renderà il merito — poichè la tua capanna è beata — e beato chi l’abita teco — e beati gli agnelli che ti belano attorno.

Note

  1. Catone, tragedia d’Addisson att. v. sc. i, dove si leggono anche i due versi seguenti.
  2. Yorick intende di dire che l’estremo sentimento de’ proprii mali abbatte le forze dell’uomo; ma che la compassione per gli altrui le esercita con acuta e mestissima voluttà.