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SENTIMENTALE
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sangue — e il cuore compassionevole del pastore gronda sangue!

Pace sia teco, generoso pastore — tu ora te ne vai contristato — ma la gioja te ne renderà il merito — poichè la tua capanna è beata — e beato chi l’abita teco — e beati gli agnelli che ti belano attorno.


LXVII. LA CENA

Un ferro del piede dinanzi del cavallo delle stanghe schiodavasi a’ primi passi dell’erta del monte Tararo; e il postiglione scavalcò, lo staccò, e se lo serbò nella tasca. E poichè s’aveva a salire per cinque miglia, e questo era appunto il cavallo di cui solo si poteva far capitale, io intendeva che fosse ricalzato di quel suo ferro; ma avendo il postiglione gittati via tutti i chiodi, poco o nulla poteva allora il martello di cui era provveduto il mio sterzo: e mi rassegnai a tirare innanzi.

Ma non s’erano superate due miglia dell’erta, quando quel travagliato ronzino, contrastando con uno di que’ passi disastrosi, restò disarmato dell’altro ferro dell’altro piede dinanzi. Non ne volli più sapere altro; ed uscii dal mio sterzo; e discernendo a un tratto di trecento passi unaca-