Viaggio in Dalmazia/Del Primorie, o sia Regione Paratalassia degli Antichi/3. Delle Meteore del Primorie

3. Delle Meteore del Primorie

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§. 3. Delle Meteore del Primorie.

Il Monte Biocova manda, al dire de’ Primoriani i venti, le grandini, le pioggie, e ogni cangiamento dell’aria. Il vero è, che questa Montagna è il loro Teatro Meteorologico. I venti Boreali sono quelli, intorno ai quali ànno fatto le più diligenti osservazioni; ed io credo che meritino d’esservi riferite, da che il mio defunto amico Conte Abate Grubbisich mi assicurò, che dando loro la prova colla sperienza le avea trovate ben fatte.

Prima che il vento di Borea prorompa, se v’à [p. 115 modifica]nebbia sul Biocovo questa sollevasi in alto, stracciata in mille guise; l’interno della Montagna mugge, poi mena romore grandissimo; l’aria s’irrigidisce. Se il Biocovo non à nebbie, annunziano Borea le nubi egualmente distese per quel tratto di Cielo, e il rigore insolito dell’aria. Dicono i Pastori, e sembra il fatto lo mostri, che il vento Borea esce dalle voragini della Montagna. Certa cosa è che dalla sommità egli scende verso il mare come un torrente impetuosissimo, ed improvviso. Gli antri d’Eolo situati nelle alte montagne, e le procelle, che rovinando calano dalle altezze presso i Poeti antichi, mostrano che queste osservazioni sono state fatte anticamente da Nazioni più colte. Anche Seneca pensò che i venti si scatenassero dagli abissi sotterranei, e si facessero strada pelle aperture della terra. Allorchè per qualunque cagione si accendono i boschi dell’interno della Montagna regnano i venti Boreali di mediocre forza (come sono mediocremente sprofondate le convalli selvose accese) finchè dura l’incendio: ma cagionano lunghe siccità. A questo proposito è da ricordare ciò, che si legge de’ Segnani nella Storia della Guerra de’ Veneziani contro gli Uscocchi. Asseriscono gli Scrittori, che que’ Ladroni accendendo gran fuochi pe’ boschi, o cacciando gran quantità di rami accesi nelle voragini destavano il vento, che impediva ai legni nemici l’approdare alle loro spiagge, e talvolta li faceva perire in quel pericolosissimo Canale della Morlacca. Quando il Monte è assai bagnato dalle pioggie, o non fa vento Boreale, o se spira per qualche poco di tempo, non prende forza se non a misura, che il Monte va rasciugandosi. Alzasi però il vento di Borea se dopo lunga siccità cada in iscarsa dose la pioggia; se non fa Borea in questo caso, è segno di vicino Scirocco. Se dopo ventiquattr’ore di Bo[p. 116 modifica]rea il Cielo non trovasi perfettamente sereno è indizio che il vento medesimo durerà a lungo, o si cangierà in Scirocco. La durata di Borea suol essere di giorni dispari, vale a dire d’uno, di tre, cinque, sette, nove, e persino a tredici, e quindici di seguito. S’alza pell’ordinario questo vento coll’alzarsi del Sole, e della Luna, o col tramontare di essi; verso l’Aurora, e il mezzogiorno si rallenta, e cede talvolta: ma se non lo fa è segno manifesto che deve imperversare lungamente. V’à un vento di Borea periodico, il quale si fa sentire ordinariamente intorno a’ sette, diciasette, e ventisette di Marzo: ma il più costante si è quello, che spira intorno alle Feste di Pentecoste, che quindi à il nome di Duhovçiza. Pretendono, che se intorno a quel tempo Borea è mite lo debba anch’essere per tutto il restante della State. Questo vento se spiri moderatamente credesi utile, ed anche necessario dopo la fiorita delle viti, e degli ulivi, perchè trae seco sollecitamente i fiori dissecati: così giova quando le viti per troppa umidità sono ammalate di rubedine. Ma per lo più è micidiale portando mali di petto, e febbri maligne agli uomini, e morte a ghiado agli animali minuti, che sono sparsi pei pascoli della Montagna. Allontana da que’ lidi, per quanto dicono i pescatori, anche le masse, o stormi de’ pesci emigranti; e finalmente quando inferocisce lacera, fracassa, e sbarbica le piantagioni, inaridisce, e polverizza la terra, indi la porta seco pell’aria, o la lascia snervata, e senza forza vegetatrice. I naviganti non si fidano a impegnarsi di notte nel Canale ch’è fra ’l Primorie, e l’Isole di Brazza, e Lesina, temendo il furore subitaneo di questo vento, che precipita dalle montagne, o sbocca dal Vallone della Vrullia; e quindi il commercio soffre moltissimi ritardi, e pregiudizj. [p. 117 modifica]

Lo Scirocco, e il Maestrale dominano anch’essi alternativamente in Primorie; quindi all’osservazione de’ pescatori, e marinaj furono soggetti. Le acque alte presagiscono lo Scirocco, come le basse straordinariamente indicano vicinanza di venti Settentrionali; così la straordinaria rapidità delle correnti. Lo Scirocco periodico si fa sentire ogni anno verso Pasqua; questo non conduce pioggie, ma bensì caldo; il suo periodo ordinario è di venti giorni, e suol cessare al calar del Sole. L’anno, in cui questo vento manca di spirare ne’ modi e al tempo accennato, si à la State quasi priva di venti Maestrali, e di turbini, o nembi. Questo Scirocco asciutto è dannoso perchè abbrustola i germogli delle piante; agli uomini non apporta altre malattie che stanchezza, e svogliatezza, incomodi ben compensati dall’abbondante pescagione, cui si crede dovergli in particolare allorquando è piovoso di frequente, e dal buon raccolto de’ grani seminati pel Monte. In tempo di State quando il Maestrale si posa per un giorno è segno di Scirocco nel dì seguente; lo Scirocco poi sciogliesi con qualche turbine. Anche i turbini somigliano alla febbre; se non sono efimeri, ritornano a farsi sentire nel dì seguente, intorno all’ora medesima. Forse potrebbonsi pronosticare facendo riflesso alle anticipazioni, o posticipazioni de’ movimenti dell’aria. Dicesi che nell’interno della Bosna qualche tempo fa cadde una pioggia di Sardelle, con grande spavento, e contrizione di que’ poveri Turchi; s’egli è vero, se ne dee dar la colpa a qualche Tifone, de’ quali sono frequenti gli esempj.

I lampi d’Estate se si mostrano a Ciel sereno predicono lunga siccità, ma se vengono da qualche nube carica annunziano l’aggruppamento d’un qualche turbine, e pioggia impetuosa. Nel tempo d’Inverno i lampi, che sono frequenti al di là del nostro Adriatico, [p. 118 modifica]presagiscono comunemente che il vento dee venire dalla parte opposta. Il romore straordinario di molti tuoni non promette pioggia abbondante, e v’è di questo un proverbio Illirico: „Kad vechie garmì magna dasgia pade:“ Quando più tuona minor pioggia casca.

La stagione delle pioggie in Primorie è sul principio d’Autunno, e sul finire d’Inverno. Se l’Inverno, o la State sono piovosi di molto è uno sconcerto; così ànno osservato che l’Inverno mite dà una State procellosa. La State piovosa dà buon raccolto d’oglio, ma poco vino, e viceversa: ma se l’Inverno è stato piovoso, la Primavera, e la State asciutta, v’à carestia d’ogni prodotto. Quando la stagione è troppo piovosa suol cadere nelle notti serene una rugiada rossiccia, ch’è osservabilissima spezialmente da chi viaggia per mare; pretendono che da questa venga la rubedine delle viti.

Verso Natale, e in Primavera si fanno sentire le provenze lungo que’ litorali; e queste per lo più la finiscono con qualche burrasca. I venti Australi, e il Garbino vi sono poco frequenti a paragone de’ Boreali, de’ Maestrali, e dello Scirocco; quindi non se ne ànno regole dettagliate.

La neve, e il diaccio non durano molto in Primorie, e nemmeno su la cima del Biocovo; quantunque al di là di essa, e fra’ dirupi del Monte Mossor si conservino talvolta da un anno all’altro. L’abbondanza della neve porta abbondanza d’ogni prodotto, ma spezialmente d’oglio, e tanto più quando anticipi a cadere. Il freddo, che si faccia sentire troppo tardi, è dannosissimo, perchè sorprende il succhio delle piante in moto. Anche gli animali minuti ne patiscono gravissimi danni. Non è però mai molto acuto il freddo in quelle contrade marittime, quando il vento di Borea non lo conduca; e, senza di questo, il mese di Gennajo [p. 119 modifica]vi è come l’Aprile fra noi. La State vi si sente quasi da per tutto calda all’eccesso; e nel mese di Settembre io vi ò sofferto tanto dall’ardore dell’aria, che in Puglia non ò certamente provato di peggio. Le grandini vi sono meno frequenti, e più minute che nella nostra parte d’Italia.