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rea il Cielo non trovasi perfettamente sereno è indizio che il vento medesimo durerà a lungo, o si cangierà in Scirocco. La durata di Borea suol essere di giorni dispari, vale a dire d’uno, di tre, cinque, sette, nove, e persino a tredici, e quindici di seguito. S’alza pell’ordinario questo vento coll’alzarsi del Sole, e della Luna, o col tramontare di essi; verso l’Aurora, e il mezzogiorno si rallenta, e cede talvolta: ma se non lo fa è segno manifesto che deve imperversare lungamente. V’à un vento di Borea periodico, il quale si fa sentire ordinariamente intorno a’ sette, diciasette, e ventisette di Marzo: ma il più costante si è quello, che spira intorno alle Feste di Pentecoste, che quindi à il nome di Duhovçiza. Pretendono, che se intorno a quel tempo Borea è mite lo debba anch’essere per tutto il restante della State. Questo vento se spiri moderatamente credesi utile, ed anche necessario dopo la fiorita delle viti, e degli ulivi, perchè trae seco sollecitamente i fiori dissecati: così giova quando le viti per troppa umidità sono ammalate di rubedine. Ma per lo più è micidiale portando mali di petto, e febbri maligne agli uomini, e morte a ghiado agli animali minuti, che sono sparsi pei pascoli della Montagna. Allontana da que’ lidi, per quanto dicono i pescatori, anche le masse, o stormi de’ pesci emigranti; e finalmente quando inferocisce lacera, fracassa, e sbarbica le piantagioni, inaridisce, e polverizza la terra, indi la porta seco pell’aria, o la lascia snervata, e senza forza vegetatrice. I naviganti non si fidano a impegnarsi di notte nel Canale ch’è fra ’l Primorie, e l’Isole di Brazza, e Lesina, temendo il furore subitaneo di questo vento, che precipita dalle montagne, o sbocca dal Vallone della Vrullia; e quindi il commercio soffre moltissimi ritardi, e pregiudizj.