Un passo avanti nella cultura femminile/Tesi/V

Capitolo V

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V.

Se dovemmo con dolore constatare nella donna latina allato a molta suscettività negli individui altrettanta incoltura, dove talora anche nullità, e nelle masse e dovunque l’oscurantismo, angelo tutelare a fianco dell’ignoranza, strappare alla razza latina l’antico primato; volgendo ora lo sguardo alla donna della razza germanica la vedremo assai generalmente sostenere l’onore del sesso — La donna germanica sa unire ai gusti casalinghi e tranquilli l’amor dello studio — La lettura è il più gradito suo passatempo dalla principessa, che spesso aspira ad un nome nelle lettere, fino alla donna del popolo che legge attentamente seduta accanto al suo negozio ambulante: e l’abbonamento ad un gabinetto di lettura, che si considererebbe dalla gran parte delle donne latine siccome un lusso letterario, è per la donna germanica uno dei più sentiti bisogni della vita.

Nei paesi tutti in cui lo spirito della Riforma affermava l’autonomia intellettuale degli individui, questa non potea mancare d’esercitarsi sotto ogni aspetto, ed anzi tutto nella filosofica speculazione.

Infatti la palatina Elisabetta figlia del re di Boemia, onde attendere esclusivamente allo studio filosofico, rifiutava il trono della Polonia [p. 40 modifica]e ritiravasi nell’abadia protestante di Hervorden.

Cristina di Svezia, figlia di Gustavo Adolfo, lasciava essa pure il trono ed il governo, per appagare con maggior agio il gusto delle lettere — Eleonora Ulrica rinunciava essa pure al marito il trono dei Wasa per darsi tutta allo studio in un ritiro — Tornando alle donne germaniche, Sofia Carlotta di Prussia consorte a Federico primo, riguardava come suo unico argomento di vanto la fondazione da lei fatta dell’Accademia di Berlino — Cristina Elisabetta, degna sposa di Federico il Grande, dava alle lettere tutto quel tempo che non le era assorbito dalla beneficenza — Catterina la Grande, di razza pure germanica, onorò il genio, protesse le lettere, le arti, le scienze, studiò con passione, ed un monumento del suo genio e del suo sapere lasciò nelle sue Istruzioni alla Camera dei deputati — Catterina Prima, benchè escita dal popolo, fondava i primi corpi accademici di Petersbourg — Maria Teresa chiamò alla sua corte tutti gli ingegni, ed essendo ella stessa coltissima, sommamente onorò gli studii e li protesse.

Mentre la principessa Ida di Hahn-Hahn occupava il mondo letterario colle sue poesie e coi suoi romanzi, la principessa Amalia Federica Augusta di Sassonia, fedele alle tradizioni della sua famiglia, in ogni tempo solerte cultrice delle lettere, provvedeva alle scene sassoni un ricco [p. 41 modifica] ed applauditissimo repertorio drammatico — A sostenere in Sassonia l’antico onore delle arti, assai compromesso dallo spirito eccentrico e dalla petulanza affatto meridionale di Lola Montès, sorgevano Maria Bayer Bürch, la Schraeder Devrient, la Schumam, la Polke, ed Anna Loehn che seppe accoppiare ai talenti dell’artistica esecuzione quelli della drammatica composizione, e fu tutt’insieme e con eguale successo attrice, poetessa e prosatrice.

Il movimento intellettuale della donna si diffonde e propaga nella Sassonia con tanta rapidità ed energia, che le donne intelligenti e liberali di tutta la Germania si radunavano il 16 ottobre dell’anno 1866 a Lipsia, in numerosa assemblea, per discutere e concertare i mezzi di immegliare le sorti morali e materiali del sesso.

Mentre Luigia Aston riproduceva in Prussia le eccentricità che aveano in Sassonia circondato di una tinta equivoca la fama di Lola Montès, Rachele Varnhagen ed Elisabetta d’Anim si incaricavano di sostenervi l’onore del sesso negli studii filosofici.

Senza forzare il nostro lettore a passare la lunga rassegna delle donne che illustrano la Prussia contemporanea e la Germania settentrionale, ci accontenteremo di accennare a Teresa di Jacob Robinson, che sotto lo pseudonimo di Talvi pubblicava i dottissimi ed applauditi lavori filologici sugli idiomi slavi ed indiani — [p. 42 modifica] Giovanna Mokel Kinkel che ne’ suoi racconti raggiunse la perfezione del genere — Enrichetta Hanke genio fecondo le cui opere complete raggiungono oggi la enorme cifra di 108 volumi — Ida di Düringsfeld che accoppiò ad una ricca ed eccellente produzione di poesie e romanzi dei dotti lavori filologici sulla Slavia ovestana — Fanny Lewad-Stahr, i cui eccellenti lavori tutti improntati delle idee del tempo, per gusto, solidità e robustezza le assicurano un posto eminente fra le molte scrittrici delle quali il suo paese si onora — Fanny Tarnow, chiara nel romanzo, e Luisa Mülbach le cui opinioni radicali e la cui eccellenza nel romanzo l’hanno fatta insigne nella Germania liberale — Elpis Méléna, pseudonimo greco sotto il quale si asconde una intrepida viaggiatrice Hambourghese, che gli scritti ed il carattere ascrivono fra i più illuminati ed indipendenti pensatori del suo paese — Ida Kohl scrittrice feconda, per tacere delle altre molte chiare nelle lettere che oggi illustrano la Germania nordica, che troppo lungo lavoro sarebbe, sebbene gradito, lo enumerare.

La Prussia contava, nel 1858, 25,714 scuola primarie, delle quali 24,923 pubbliche e 791 private. Esse sono, frequentate da 1,398,591 maschi e da 1,366,130 fanciulle — Le quali cifre ci danno la proporzione di 92 femmine applicate allo studio primario, sopra 100 maschi — La Prussia è inspiegabilmente uno degli stati più floridi per coltura fra gli Europei. [p. 43 modifica]

Molto men luminoso è il quadro dello stato intellettuale della donna nella Germania meridionale e nell’impero d’Austria — È bensì vero che l’elemento slavo-latino supera d’assai il germanico nell’impero centone, e che l’aristocrazia austriaca guarda con olimpico disdegno il movimento intellettuale della borghesia germanica facendo a sè stessa un dovere imperscrittibile di allevare nella più completa fatuità le fanciulle del mondo elegante.

L’aristocrazia femminile austriaca, condannata così alla nullità, non potè produrre sul terreno intellettuale nessun individualismo che meriti attenzione, mentre la borghesia, più inclinata a seguire la coltura germanica, attirava gli sguardi e l’interesse dei geografi e dei naturalisti sopra la più intrepida e giudiziosa viaggiatrice che sia apparsa mai.

Ida Pfeiffer, dopo aver fatto due volte il giro del mondo, senz’altri mezzi che le modestissime economie permessele dalla sua scarsa fortuna, e senz’altre commendatizie che un’energia di carattere, una perseveranza di propositi ed una nobile ed intelligente curiosità non comuni ai viaggiatori, di ritorno a Vienna nel 1856 per la quarta volta, vi pubblicava la sua ultima relazione1, che al pari delle antecedenti rivelano [p. 44 modifica] una rettitudine di giudizio ed una indipendenza di spirito, della quale pochi viaggiatori furono capaci e che resero i suoi viaggi eminentemente utili alla scienza, quanto ameni per la felicità dell’esposizione e per le frequenti difficoltà delle situazioni.

Carolina Pichler vuol essa pure menzione, più che per il suo repertorio drammatico, pel suo romanzo l’Agatocle, il cui successo fu tale da essere sollecitamente traslato in tutti gl’idiomi parlati d’Europa — Non parleremo delle molte che coltivarono con amore e successo la composizione drammatica, genere che sembra appassionare specialmente le austriache, fra le quali emerge la Pinzer; nè di quelle che si addiedero al genere narrativo ed alla poesia, fra le quali si distinse Elisabetta Glück; nè delle artiste, fra le quali rifulge la Schmerling.

Nè, parlandosi delle artiste tedesche, vuol tacersi della orchestra femminile che, intervenuta quest’anno al concorso musicale di Orbech, ottenne sopra quaranta società orfeoniche virili, la medaglia d’oro, premio del concorso.

In tutti i paesi ed in ogni tempo emergono le nature privilegiate, che debbono talora lottare contro lo sfavore delle circostanze, e sembrano da provvidenza destinarsi a tener viva nella massa colpevolmente inconscia la coscienza della forza e del dovere; ed a svergognare i molti che, pur potendo, non fanno, sia [p. 45 modifica] pel ridicolo pedantismo delle abitudini generali, sia pel farisaico pregiudizio che sembra temere gli effetti della coltura, perchè realmente trova assai meno incomoda la nullità.

Come non v’ha alcuno che ignori l’organizzazione speciale dell’Austria e la politica tradizionalmente assolutista, che è voluta a cementare in un sol corpo tanti elementi fra loro eterogenei, così niuno si figura che, per trovarsi colà in minoranza l’elemento cattolico, sia perciò meno diffuso, radicato e potente il più legittimo e caratteristico rappresentante di quello, il Monachismo; che anzi in qualità di naturale ausiliario di ogni potere basato sull’unica ragione dell’a priori, vi si trova su larga scala e favorito, e protetto, e venerato — Benchè Maria Teresa, la cui ascensione al trono dei Cesari dell’Est si ripeteva da una speciale prammatica, ed i cui diritti dovea rivendicare contro tutta l’Europa ultra - legittimista, portasse conseguentemente al governo idee assai emancipate dalle tradizioni della sua dinastia, ed inaugurasse perciò coll’espulsione dei gesuiti una riforma, che Giuseppe e Leopoldo continuarono con felice ardimento, ciò non tolse però che, caduto il freno dalle loro mani potenti, tornasse l’impero sulla vecchia strada, che una lunga esperienza indicava siccome sicura ed unica condizione d’esistenza — Il professore Schopf si applaudiva nel 1857 del sorprendente incremento che prendevano nell’impero d’Austria i [p. 46 modifica] monasteri di religiose2; ed un medico di Parigi faceva nel 1845 argomento ad un suo lavoro le estatiche del Tirolo (Les stigmatisées du Tyrol). Ognun sa che il Tirolo è nell’impero d’Austria la sede primaria dell’ultramontanismo e la provincia più devota alla dinastia Habsbourghese, per il che la capitale tirolese Inspruck, era sopranominata dai poco fedeli sudditi italiani la fedelissima.

Nel 1862 l’Austria contava 34,234 scuole primarie, vale a dire 15 scuole sopra 10,000 anime. Questa scuole erano frequentate da 1,840,685 alunni — 1,017,022 maschi ed 826,663 femmine — le quali cifre non ci danno che sei fanciulle applicate allo studio primario, sopra 100 maschi; e mentre collocano l’Impero Austriaco in un posto non infimo fra i governi civili riguardo all’istruzione primaria maschile, non può certo applaudirsi di far troppo per la istruzione femminile.

  1. L’ultima relazione della Pfeiffer pubblicata fu quella del primo suo viaggio.
  2. Dora D’Istria, Les femmes par une femme.