Trattato completo di agricoltura/Volume II/Del Luppolo

Del Luppolo

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del luppolo.

§ 844. Una coltivazione che pure presso di noi potrebbe essere proficua quando il prezzo del suo prodotto venisse aumentato per una maggior ricerca, sarebbe quella del luppolo. I fiori di questa pianta contengono un’aroma speciale che dà alla birra quel sapore aromatico speciale che la distingue dalle altre bevande spiritose, e che la rende più facilmente conservabile. Ormai la birra, che era la bevanda di quei paesi il cui clima non permetteva la coltivazione della vite, e divenuta anche la bevanda dei paesi viniferi, a cagione della malattia che invase e l’uva e la sua pianta, epperò le fabbriche di birra vanno estendendosi per ogni dove anche in Italia. Queste fabbriche, è vero, non raggiunsero quel metodo di fabbricazione che rende tanto pregevoli le birre di Germania, della Svizzera, della Prussia e dell’Inghilterra, ma è pur certo che ciò è dovuto non solo ai metodi imperfetti che qui si usano, ma eziandio alla cattiva qualità del luppolo che i nostri fabbricanti acquistano nella Svizzera o nella Germania, desiderando solo di ottenerlo a buon patto, non conoscendo che la bontà, l’abboccato e la durabilità della birra dipendono moltissimo dalla buona qualità del luppolo. Non è dunque impossibile che qualche momento si pensi a pagar bene il fiore del luppolo, ad averlo fresco, e perciò a favorire anche in Italia la sua coltivazione.

Il luppolo (huraulus lupulus) è una pianta le cui radici sono vivaci, ossia durano per rnolt’anni, ma i suoi steli sono annuali, ossia muojono nel verno e ripullulano nella primavera seguente. La parte apprezzata del luppolo è il fiore, a scaglie sovrapposte, raffigurante un cono colla base al peduncolo, e riunito in grappoli di otto, dieci e più.

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Le scaglie florali che costituiscono i coni hanno alla loro base una sostanza polverulenta gialla, che è quella che fornisce alla birra la materia estrattiva aromatica e quindi l’abboccato particolare.

Le varietà di luppolo sono moltissime e difficilmente si potrebbero distinguere con appropriati nomi; tutt’al più potremo conservare la distinzione di precoci e di tardive: le migliori sono però queste ultime, aventi gli steli di color rosso carico, coni allungati e rossastri, isolati o riuniti in grappoli. Non tutte le varietà contengono la stessa proporzione di materia gialla, come pure questa proposizione varia anche secondo le località; per esempio:

Provenienza Materia gialla Foglie Materie estranee
Belgio (Poperingue) 18 70 12
America del Nord 17 69 14
Bourges 16 83 1
Inghilterra 10 87 3
Luneville 10 88 2
Liegi 9 81 10
Germania (Spalt) 8 88 4

Analizzata la materia gialla diede

Resina 36
Cera 12
Materia amara solubile nell’alcool 11
Resina insolubile 41
100

I fiori disseccati del luppolo danno 9,87 di ceneri, le foglie 13,6 e gli steli 3,74.

La composizione di queste ceneri è la seguente:

Coni Foglie Steli
Acido solforico 0,53 0,68 0,12
    »     fosforico 0,97 0,33 0,25
Cloruro di soda 0,72 1,29 0,24
      »       di potassa 0,17 — — 0,35
Calce 1,58 6,76 1,44
Magnesia 0,54 0,32 0,15
Potassa 2,49 2,04 0,96
Soda — — 0,05 — —
Fosfato di ferro 0,74 0,48 0,01
Silice 2,13 1,65 0,22
9,87 13,60 3,74
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Per ogni 100 chilogrammi di coni allo stato normale ve ne sono 335 di foglie e 402 di steli; ed allo stato secco, 100 di coni sono accompagnati da 259 di foglie secche e di 354 di steli parimenti secchi.

Dietro un'analisi di Payen

Secchi Allo stato normale
Chil. 100 di coni contengono chil. 9,80 d’az. chil. 8,82 d’azoto
» di foglie » 1,51 » » 1,30 »
» di steli » 0,70 » » 0,61 »

Per il che un raccolto di

Chil. 100 di coni allo stato normale assorbirà chil. 8,82 d’azoto
» 335 di foglie » 4,35 »
» 402 di steli » 2,45 »
In tutto chilogr. 15,62 d’azoto.

Perciò un raccolto medio di 800 chilogrammi dovrebbe assorbire annualmente circa 125 chilogrammi d’azoto, cosa che porterebbe un grave dispendio, se le foglie e gli steli che rimangono sul suolo non limitassero questa cifra a soli 70 circa. Una completa concimazione non è dunque necessaria che nel primo anno.

Il luppolo avendo bisogno di umidità desidera una coltura profonda, cioè da 0m,40 sino a 0m,65. Ciononpertanto non è necessario lavorare tutto il terreno, poichè basta smovere un cubo di terra di 0m,40 di profondità per 0m,60 di lato, ogni due metri, o 1m,65 in quinconee, mescolandovi il necessario concime.

L’impianto del luppolo si fa per getti provenienti dalle radici o con piante già radicate. I getti radicali si levano dalla pianta quando all’autunno si taglia la pianta, scegliendo quei getti laterali che hanno una radice lunga 0m,16 o 0m,20, munita di buona quantità di radicette; per ogni formella si pongono da 1 a 5 di questi getti, e si ricoprono con cinque centimetri di terra, i quali riescono superiori alla superficie del suolo, formandovi tanti rialzi quadrilateri; e ciò allo scopo che l’acqua non possa stagnare nella terra lavorata. — L’impianto di pianticelle radicate è il miglior modo per avere un pronto e copioso raccolto. Questo metodo [p. 101 modifica]però suppone che si possa disporre d’un vivajo nel quale in primavera o nell’autunno siansi disposti i getti radicali ad una distanza di 0m,30 per ogni lato. Questi getti possono dare nell’autunno seguente pianticelle ben radicate, ed un aro può contenerne 3333, cioè più di quanto richiedesi per piantare un ettaro di terreno. Allora non si mette che una pianta per formella, e così avrassi, entro un anno, cioè nell’autunno seguente, un completo raccolto di coni, laddove i getti non possono darlo se non dopo diciotto mesi, oltre che questi ultimi riescono meno vigorosi, e che qualcuno ne perisce.

Essendo il luppolo una pianta arrampicante, è necessario fornirla dei sostegni sui quali possa attaccarsi, distendersi e ricevere luce ed aria. Nel primo anno basta impiantare presso ciascun ceppo o presso ciascuna pianta un ramo dell’altezza di 1m,60 a 2m,00; nel secondo sono necessarie pertiche di cinque a sei metri, fisse nel terreno alla profondità di circa 0m,75 praticandovi previamente un foro col palo di ferro. Queste pertiche durano circa tre anni e costituiscono la spesa massima di questa coltivazione, specialmente in quei paesi dove scarseggi il bosco a ceppata. Per risparmiare adunque gran parte di queste pertiche alcuni usano di far montare il luppolo lungo alcuni pali alti soltanto due metri, orizzontalmente ai quali, e sulla cui estremità sia teso del filo di ferro piuttosto grosso. Allora il luppolo, dopo d’aver salito per 2m,00, trascorre orizzontalmente lungo il filo di ferro, ed avviene che in tale condizione porti una maggior quantità di grappoli, per la stessa ragione che veggonsi le piante fruttificare maggiormente disponendo i loro rami orizzontalmente e non perpendicolarmente. In questo modo la spesa che alla prima riesce eguale a quella che si farebbe adoperando le pertiche, viene però ad essere diminuita nella sua proporzione annua, poichè invece di tre anni serve per dieci.

Avviene non di rado, e soprattutto per effetto dei venti, che gli steli del luppolo, abbandonino le pertiche ed il filo di ferro, ed allora è necessario percorrere la piantagione e raddrizzarli lungo le pertiche, od avvolgerli lungo il filo, avvertendo ch’essi nelle cime sono assai fragili, e che il loro modo di svilupparsi rivolgendosi si fa da destra a sinistra, per il che questa operazione deve essere eseguita con diligenza e delicatezza.

La concimazione annuale si fa alla fine dell’inverno quando [p. 102 modifica]si lavora il terreno per la prima volta colla zappa; in seguito si zappa quando siano cresciute le erbe, indi si rincalza il piede delle piante. Nei paesi caldi ed asciutti sarebbe utile l’irrigazione, non permettendo però che l’acqua stagni presso le radici; ma ove sia possibile l’irrigazione è da avvertirsi che sonvi molte altre coltivazioni assai più lucrose del luppolo. Nei paesi meno che temperati giova all’incontro sfogliare la parte bassa del luppolo, onde meglio vi penetri la luce ed il calor solare.

Le varietà tardive esigono 1640° gradi di calore per maturare i coni fiorali, le varietà primiticcie all’incontro non ne esigono che 1320, ma danno una minor quantità di fiori. Ed ecco come questa coltivazione non potrà convenire nell’Italia se non quando il prezzo dei fiori sia molto ricercato, poichè anche nella parte settentrionale potendosi ottenere 3000 gradi di calore, dopo che la temperatura sia giunta a +12°, noi possiamo coltivare due prodotti, oppure un solo e di maggior importanza, qual’è il riso ed il melgone.

La maturanza dei fiori del luppolo si riconosce quando incominciano a prendere il color giallo, e che tramandano un odor forte aromatico. Non bisogna però aspettare a farne il raccolto quando le scaglie sieno affatto brune, poichè in allora la polvere odorosa si perderebbe in gran parte. Il raccolto si fa in bella giornata, e quando la rugiada sia affatto scomparsa. Si tagliano gli steli a 0m,30 da terra, intanto che un operajo strappa le pertiche con una tanaglia a leva, e le depone sopra cavalletti disposti ogni 3 metri lungo la piantagione. In seguito alcuni usano togliere immediatamente i fiori dagli steli stando nel campo, altri tolgono gli steli dalle pertiche o dai fili di ferro, e li trasportano a casa, ove poi ne staccano i fiori. In ogni modo importa che ai fiori non si mescolino le foglie, e che i coni siano levati ad uno ad uno e non a grappoli. Fatto il raccolto dei coni, non resta che farli disseccare. Nei paesi caldi si distendono sopra graticci, alti non più di 0m,50, e si rivoltano frequentemente. Nei paesi freddi, e quando la stagione è umida, si usano le stufe, o meglio ancora i ventilatori ad aria calda. — Quando il fiore del luppolo è ben secco, si ripone a mucchio perchè riprenda la propria umidità normale, e non cada in frantumi e polvere troppo facilmente. Quando abbia ripresa questa umidità s’insacca, comprimendone i coni mano mano che vi si ripongono. Nell’Inghilterra e negli Stati Uniti questa [p. 103 modifica] operazione si fa coi torchi idraulici, e con ciò si riduce al minor volume possibile, e meglio si conserva, perchè meno facilmente vi s’introduce e l’aria e l’umidità.

Alla fine del verno, dopo d’aver concimato e sarchiato il terreno, appena che abbia cominciata la vegetazione, si scalzano le ceppate, quasi fino alle grosse radici, togliendone i getti ben presso a queste, ad eccezione di due o tre laterali, indi vi si rimette la terra. In questo momento si può anche concimare con letame o concime minuto prima di ricoprire, formandosi in tal maniera un rialzo presso ciascun ceppo o presso ciascuna pianta. In seguito si procede alle altre operazioni, cioè al disporre i sostegni, ed alle sarchiature successive, come nel primo anno, e così anche negli altri finchè la piantagione si conservi in vigore.

Il luppolo spesso è invaso da alcune pulci di terra, che scompajono in seguito ad una pioggia, e talvolta si ricopre d’una vernice zuccherata alla pagina superiore delle foglie, mentre alcune afidi s’attaccano alla loro pagina inferiore. Quest’ultimo accidente manda perduta una gran quantità di fiori, nè si sa in qual modo porvi riparo.

Il raccolto medio è di chilogrammi 800, a 1200 circa di coni secchi, che in Italia si pagano da franchi 1 a franchi 1,50: gli steli e le foglie, fatte in pezzi col tritapaglia, servono ad alimentare il bestiame.