Trattato completo di agricoltura/Volume I/Propagazione/5

Della fecondazione artificiale

../4 ../../Selvicoltura IncludiIntestazione 25 giugno 2023 100% Da definire

Propagazione - 4 Selvicoltura - Selvicoltura
[p. 308 modifica]

della fecondazione artificiale.

§ 313. Abbiamo veduto (§ 30) che il polline è una polvere molto leggiera che può essere trasportata anche lontano dal vento o dagli insetti, e così dar origine a delle fecondazioni bastarde, dette ibridismi, le quali inducono alcune modificazioni nell’organo femminile, ossia nel frutto che per tal mezzo resta fecondato.

Questo fatto venne dal botanico messo a profitto, ed alcuni fiori e frutti furono modificati in modo da produrre all’aspetto sensibili differenze con quelli che già esistevano sulla stessa pianta. Per praticare questa fecondazione artificiale devesi scegliere per pianta madre da fecondarsi quella le di cui qualità generali voglionsi mantenere, e per pianta fecondante [p. 309 modifica]un’altra dell’egual specie, le cui qualità voglionsi riprodurre nella pianta madre.

§ 314. Le piante madri devonsi tener lontane più che è possibile dalle altre piante dello stesso genere, perchè il loro polline non arrivi a guastare accidentalmente l’operazione. Al momento poi della fioritura non vi si lascia che un piccol numero di fiori, i meglio nutriti e che tengono una posizione adatta a ricevere la fecondazione artificiale. A questi fiori, con una pinzetta, si levano tutti gli organi maschili (antere), se sono ermafroditi; che se sulla stessa pianta vi saranno fiori maschi e femmine divisi tra loro si toglieranno tutti i fiori maschi, non lasciando, come si disse, che un piccol numero di fiori femmine.

§ 315. L’operazione che esige maggiori cure è la raccolta del polline. Per ciò abbisogna, con una pinzetta, togliere le antere dai fiori della pianta di cui vogliamo servirci come soggetto fecondante, appena che incomincino a schiudersi. Molte volte però accade che il polline, ossia i fiori maschi, sono maturi molti giorni prima che i fiori femmine siano a portata di riceverlo; oppure il fiore femmina della pianta madre potrebbe essere d’alcuni giorni più avanzato che non l’epoca dello spandimento del polline del fiore fecondante; allora, nel primo caso abbisognerebbe conservare il polline soltanto per alcuni giorni, e nel secondo quasi un anno. Quando l’applicazione del polline alla pianta si può fare fra poco intervallo di tempo, basta riunire le antere in una scatoletta. Se invece il polline dev’essere conservato per molto tempo, si pone fra due vetri d’orologio riuniti ed incollati fra loro in qualche modo, ricoprendoli con una foglia di stagno, e conservandoli in seguito in luogo secco e fresco. Con questo metodo si potè conservare per un anno intiero il polline di molte piante.

§ 316. L’applicazione del polline sugli organi femminili della pianta madre vuol essere eseguita nel momento opportuno, ossia quando questi sono disposti a ricevere la fecondazione. Ordinariamente l’epoca migliore è quella in cui s’aprono i fiori, dal levar del sole sino a mezzogiorno. L’applicazione si fa immergendo un pennello finissimo e piccolo nel polline contenuto nella scatola, che poi si avvicina allo stigma, sul quale vien trattenuta la polvere fecondante per effetto di quella materia vischiosa di cui è coperto in quel momento. Se i fiori si aprono o restano aperti per più giorni, sarà bene ripetere l’operazione, onde meglio assicurarsi dell’esito. [p. 310 modifica]

§ 317. L’ibridazione o fecondazione artificiale riesce meglio tra piante che già subirono questa operazione, che non fra le piante tipi che le originarono. I tipi o specie primitive sono più stabili, e se per variate circostanze possono modificarsi, tendono poi a riprendere i primitivi caratteri appena che queste cessino di agire. Una tale tendenza però sussiste sempre in maggior o minor grado in tutte le piante assoggettate all’ibridazione, ed è perciò che queste varietà non si possono riprodurre per semi, i quali ritornerebbero sicuramente alla specie tipo; perciò è necessario ricorrere all’innesto, alla margotta od alla talea, quando si vogliano riprodurre le varietà ottenute colla fecondazione artificiale.