Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei cereali/29

Varietà

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varietà.

§ 732. Le principali varietà di riso comunemente coltivate sono: Il Riso nostrale (Oryza sativa) (fig. 176). La spiga di questa varietà al primo mostrarsi è di color bianco argentino, che maturando si fa giallastro; ha barbe lunghe, e la [p. 717 modifica] maturanza dei grani comincia dagli inferiori. Il grano, come in tutte le varietà di riso, è vestito; il gambo è senza macchie; si semina alla metà d’aprile, e si raccoglie nella prima metà di settembre, esigendo circa 3000 gradi di calore dall’epoca della semina.

Durata della coltivazione.

Marzo Giorni 10 Gradi 80 
Aprile » 30 » 330 
Maggio » 31 » 527 
Giugno » 30 » 600 
Luglio ed
Agosto
» 62 » 1364 
Settembre » 10 » 190 
Giorni 173 Gradi 3091.

Riso d’Ostiglia, simile al nostrale, cresce però meno in altezza, ha la spiga più corta, grano più piccolo, matura alquanto più tardi, quantunque si semini nello stesso tempo del nostrale.

Riso novarese, ha la spiga di color bianco rossiccio lucido, verso la maturanza si fa rossastra, indi giallo-rossastra: paglia più grossa e ruvida del nostrale, foglie più larghe; ai nodi del gambo ha un anello violaceo; si semina ai primi d’aprile, e matura nei primi di settembre, e qualche volta anche sul finir dell’agosto.

Riso Franconi, così detto dal nome di chi trascelse questa varietà dal riso novarese; è consimile al precedente, fuorchè la spiga è più [p. 718 modifica]corta e grossa, ed ha barbe più corte. Vuolsi che questa sotto varietà del Novarese vada esente dalla malattia detta del Brusone, ma vi sono esempi di risaje che pur esse ne furono affette; tutt’al più si potrà dire che vada soggetto meno forse delle altre varietà.

Riso senza barbe (oryza denudata) (fig. 177), detto anche riso bertone e più comunemente mellone, poichè la sua spiga non ha barbe; al primo mostrarsi essa è di color verde, poi si fa rossiccia, indi giallastra alla maturanza, la quale incomincia dai grani della cima. La paglia di questa varietà è assai grossa e ruvida, le foglie assai sviluppate; si semina nella seconda metà di marzo e matura verso la metà d’agosto. Si può anche seminare con successo negli ultimi giorni di maggio o nei primi di giugno dopo il raccolto del lino, del ravizzone o del primo taglio d’erba, nel qual caso matura nella 2.a metà di settembre.

Semina in marzo.

Marzo Giorni 8 Gradi 64
Aprile » 30 » 330 
Maggio » 31 » 527 
Giugno » 30 » 600 
Luglio » 31 » 682 
Agosto » 10 » 230 
Giorni 140 Gradi 2433.


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Semina al 1.° giugno.

Giugno Giorni 30 Gradi 600 
Luglio ed Agosto » 62 » 1364 
Settembre » 25 » 450 
Giorni 117 Gradi 2414.

Al primo introdursi fra noi del riso mellone si era creduto di poterlo ammettere fra le coltivazioni irrigatorie e quasi anche asciutte. Ma l’esperienza mostrò che abbisognava anch’esso di acqua, e che questa non si poteva levargliela se non all’epoca ordinaria dell'asciugamento, quando la pianta poteva reggersi in piedi da sè, e che anche dopo quest'epoca richiedeva un’irrigazione piuttosto frequente. Il tentativo di avere un riso semplicemente irrigatorio era lodevole; ma l’Agricoltura che deve sempre confrontare le spese coi prodotti, e questi fra di loro, trovò che una tale coltivazione non era conveniente, perchè quel terreno che produceva 1 di riso vestito, avrebbe potuto produrre 3 ed anche 4 di melgone. Si provò a coltivare questa varietà come il riso nostrale, e se n’ebbe un ottimo risultato; il prodotto da 1 o tutt’al più 2 ascese a 4 ed anche a 5, ed allora si trovò assai più conveniente del nostrale, per la durata più breve di sua vegetazione, per la sua maggior robustezza e pel reddito più abbondante d’ogni altra varietà di riso finora conosciuta.

terreno, concime, acqua.

§ 733. Il riso non isdegna anche un terreno magro, purchè non troppo freddo. Sebbene questa pianta viva nell’acqua, ha però bisogno che il terreno possa riscaldarsi nei tempi opportuni, cioè avanti la semina, chè diversamente la germinazione sarebbe tarda, difficile, ed ineguale, ed avanti la fioritura quando è costume di asciugare i risi perchè aquistino robustezza, il che certamente serve anche a riscaldare il terreno, e così rimediare ad una casuale deficienza nella somma di calor atmosferico.

Egli è perciò che i terreni paludosi sono i meno produttivi, quantunque la risaja sia l’unica coltivazione possibile. Il terreno che meglio conviene al riso trovasi essere il calcare-argilloso-siliceo e l’argilloso-siliceo-calcare; nei terreni vegetali il riso fa molta paglia, ma la spiga spessissimo