Torino e suoi dintorni/Capitolo settimo/I

Capitolo settimo - I

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I. — STABILIMENTI D’INSEGNAMENTO PUBBLICO
SOTTO LA DIPENDENZA IMMEDIATA DEL GOVERNO.


L’ordinamento attuale della pubblica istruzione si ripete dalla legge organica del 4 ottobre 1848, con la quale vennero definitivamente specificate le attribuzioni del ministero e dei diversi Consigli destinati a funzionare sotto di lui. Furono posti sotto la sua dipendenza tutti gli stabilimenti e le Scuole universitarie, secondarie ed elemenlari del regno, e posteriormente anche altri stabilimenti educativi speciali che appartenevano al disciolto ministero di agricoltura e commercio; non che gli asili d’infanzia, meno la parte economica che continuò nel ministero dell’interno insieme agli altri istituti di beneficenza. [p. 148 modifica]Ad assistere il ministro nelle sue funzioni fu istituito un nuovo Consiglio superiore, composto di sette membri straordinari triennali, scelti quelli e questi dal Re tra i professori emeriti o in attività delle diverse facoltà universitarie, meno due consiglieri ordinari scelti fra le persone distinte per merito scientifico e letterario.

A dirigere la pubblica istruzione sotto la dipendenza del ministero furono creati:

Per l’istruzione universitaria: un Consiglio universitario per ciascuna università: un Consiglio per ogni facoltà delle medesime.

Per l’istruzione secondaria: una Commissione permanente per ciascheduna università, scelta nel seno del Consiglio universitario: un Consiglio collegiale, in ogni collegio munito della filosofìa.

Per l’istruzione elementare: un Consiglio generale per tutto il regno, rappresentato nella Sardegna da Consigli universitari e coadiuvato da un Consiglio d’istruzione elementare in ciascuna provincia.

Nei collegi nazionali funzionano, sotto la dipendenza del Consiglio generale e della Commissione permanente: un Consiglio ordinario per la parte direttiva dell’istruzione ed un Consiglio straordinario per la parte economica, aventi ingerenza sui due rami d’istruzione secondaria e primaria.

Ciascuna provincia poi ha un r. provveditore, il quale è il vero organo del governo per tutto ciò che riguarda la pubblica istruzione nel suo distretto.

I Consigli e le Commissioni suddette (meno i Consigli dei collegi che risiedono in questi) si raccolgono presso gli ufficii del Ministero della istruzione pubblica e della r. università (Palazzo dell’università, Via di Po, 44) ove trovansi pure le Segreterie della r. università, della Commissione permanente per le scuole secondarie e del Consiglio generale ed Ispettorato generale per le scuole elementari e di metodo.

R. Università (Via di Po, 44). — La fondazione dell’Università di Torino rimonta al principio del secolo XV, e vuolsi riconoscere dal Principe Ludovico di Savoia. Fu trasportata per altro in Chieri, in Savigliano, indi per lunghissimo tempo in Mondovì: e non ebbe sede stabile e permanente in Torino che dal 1569 regnante Emanuele Filiberto.1 [p. 149 modifica]L’epoca nella quale cominciarono a fiorire gli studi in Piemonte, mercè le cure del governo, devesi riferire al regno di Vittorio Amedeo II, del quale ogni anno, si può dire, fu segnalato da qualche beneficio alla pubblica istruzione. Difatti l’università che nel 1720 non contava che 800 studenti, giunse a tale prosperità che nel 1730 ne conlava già 2,000.

L’università di Torino, chiusa col collegio delle provincie al sopraggiugnere della rivoluzione francese, fu riaperta sul finire del 1798, in mezzo alle convulsioni della rivoluzione. Esautorato l’antico Magistrato della Riforma, sottentrò a reggerla un Consiglio di professori.

Entrati nel 1795 gli austro-russi in Torino, l’università fu chiusa. Gli studi si compievano privatamente.

La storia moderna dell’università di Torino ha il suo vero incominciamento dall’epoca francese, nella qual epoca le riforme introdotte meritano uno speciale riguardo.

Nel 1814, caduto l’impero napoleonico, l’università di Torino risorse colle sue costituzioni, come se nulla fosse avvenuto dal 1778 in poi.

Nel 1819 il conte Prospero Balbo, reggendo l’università, fece prevalere le considerazioni del buon senso e della ragione, diè mano ad utili riforme, frutto do’suoi savi consigli, che potè compiere più tardi con maggiore autorità, chiamato essendo a reggere anche il ministero dell’interno.

Soggiacque a vicende varie nel 1821 e nel 1830; e fu nel 1845 in cui Carlo Alberto, chiamato il marchese Cesare Alfieri, gli affidò l’incarico di compiere negli ordini universitarii quelle riforme ch’egli aveva ordinato in molte altre parti della pubblica amministrazione: fu allora che si eressero due cattedre, l’una di chimica applicata alle arti, l’altra di meccanica; e che se ne aggiunsero di nuove nelle facoltà di leggi ed altre mutazioni s’introdussero nei collegi delle facoltà.

Altre riforme più rapidamente s’aggiunsero nel 1847; e fu addi 30 novembre, in cui con regio biglietto venne abolito il Magistrato della Riforma e creato un ministero particolare per l’istruzione pubblica con proprio bilancio.

[p. 150 modifica]L’istruzione universitaria è ora divisa in cinque facoltà: Teologia, Leggi, Medicina e Chirurgia, Belle lettere e Filosofia, Scienze fisiche e matematiche.

Nella facoltà di leggi vennero aggiunte in questi ultimi anni le seguenti cattedre di materie complementari: Filosofia del diritto, Diritto costituzionale, Economia politica, Diritto internazionale.

L’università di Torino conta ora 65 cattedre di cui 8 per la facoltà di teologia, 15 per la facoltà dileggi, 15 per la medicina e chirurgia, 13 per l’eloquenza, filosofia e metodo, e 14 per le scienze fisico-matematiche.

Gabinetto di fisica (Palazzo dell’Università). — Il P. Roma, de’ Minimi, professore di fisica, cominciò nel 1721 a provvedersi, a spese dell’Università, di alcune macchine, le quali vennero poi aumentate nel 1743 da altre, dovute alla liberalità di Carlo Emanuele, ed a lui recato da Parigi dal professore ab. Nollet. Arricchito poscia questo gabinetto d’anno in anno viemaggiormente per le cure del Governo, può ora annoverarsi fra’ meglio forniti.

Laboratorio di chimica generale della Regia Università (Via di Po, chiostri del Convento di S. Francesco di Paola). — Occupa un vasto locale con annesso un pezzo di terra, nell’ex-convento dei Paolotti, vicino alla chiesa di S. Francesco di Paola: si entra per la porta che cenna alla sagrestia della chiesa.

Si compone di varie camere ampie, corredate del laboratorio, del gabinetto dei prodotti, di quello delle macchine e dei libri, d’onde si passa al Teatro chimico, vasta scuola a forma di anfiteatro, ove si tengono le lezioni e si eseguiscono gli sperimenti.

Annesso al medesimo havvi il Laboratorio di chimica farmaceutica, con annesso Conservatorio di saggi farmaceutici, che ora va crescendo e si spera sarà in breve completo.

Nello stesso ex-convento, a pian terreno, entrando per la porta che è in mezzo al portico, a mano manca, è il Laboratorio di chimica applicata alle arti. Nel piano superiore havvi il laboratorio di fisiologia sperimentale e di fisica medica, cominciato da un anno, al quale si aggiungerà un teatro per le lezioni, di cui si intraprese la costruzione. Devesi allo zelo del cav. Berruti l’erezione di questo importante stabilimento.

— Altri laboratorii, appropriati all’uso, si hanno nell’Uffizio degli assaggi, ove si eseguiscono le prove sulle leghe delle monete, delle dorerie ed argenterie, ed anche all’istruzione degli allievi della zecca, ed uno pure chimico-metallurgico presso l’arsenale (V. pag. 83). [p. 151 modifica]Un novello laboratorio di chimica sta pure per essere eretto nel Collegio nazionale, al Carmine, per il Corso speciale.

Teatro e gabinetto anatomico (Presso l’Ospedale di S. Giovanni). — Edificato da Carlo Alberto in attinenza all’Ospedale maggiore di S. Giovanni, rimpetto agli spalti. L’architettura è di semplice eleganza: il tetto è sormontato da un coperchio di cristalli a mo’ di cupola. Mirabile per nettezza, per lavacri, canali d’acqua, tavoli di marmo, ecc. I cadaveri si conservano in sotterranei, e vengono mediante un ingegnoso macchinismo elevati sino all’anfiteatro.

Il gabinetto anatomico è provveduto di buon numero di modelli in cera; è collocato in locale ampio, opportunissimo ad accogliere l’armamentario chirurgico ed alle esercitazioni degli studenti di medicina e chirurgia.

Osservatorio astronomico (Piazza Castello, palazzo Madama). — Sorge sovra una delle quattro torri fiancheggianti il Palazzo Madama, e precisamente sopra l’angolo dell’edificio volto a tramontana. I lavori di questo nuovo edifizio destinato allo osservazioni meteorologiche vennero condotti a termine verso la metà dell’anno 1822, sotto la direzione dell’illustre commendatore Plana.

Bella è la sala del r. Osservatorio; in un fregio intorno alla medesima sono raffigurati a medaglioni i nomi di Lagrange, Galileo, Ticho Brahe, Newton, Keplero e Domenico Cassinis.

È ricco d’istromenti, di canocchiali, di circoli, ecc.

L’antico Osservatorio era collocato nel palazzo dell’Accademia delle scienze.

Scuola veterinaria (Presso il Real Castello del Valentino). — Soppresso con decreto 9 settembre 1851 l’Istituto agrario veterinario e forestale presso la Veneria Reale, venne aperta in Torino una scuola veterinaria sotto la dipendenza del ministero dell’istruzione pubblica: essa scuola ha un direttore, un segretario contabile e un commesso; l’insegnamento veterinario si fa per mezzo di tre professori, due assistenti, due preparatori e un capo maniscalco.

Le lezioni di veterinaria sono pubbliche e gratuite, e si tengono in tutti i giorni della settimana, compresa la domenica.

La direzione e il corpo insegnante sono a carico dello Stato.

Si ricevono in cura nelle infermerie della scuola le varie specie di ammali infra accennati alle seguenti condizioni:

I cavalli ed altri solipedi domestici a L. 1 50 al giorno per cadauno. [p. 152 modifica]I cani a cent. 75 al giorno per cadauno.

Le operazioni ed i medicamenti sono compresi nei prezzi suindicati.

Il bestiame bovino ed ovino, non che i maiali sono mantenuti e curati gratuitamente.

Le consultazioni per animali non posti in cura nelle infermerie della scuola sono gratuite ed hanno luogo ogni giorno dalle ore 7 alle 8 del mattino, e dalle ore 2 alle 3 pomeridiane.

Orto e Scuola botanica (Presso il R. Castello del Valentino). — Ebbe cominciamento nel 1720, quando per opera di Amedeo II fu ordinata l’Università di Torino. Ristretto da principio, può ora annoverarsi fra i più celebri d’Italia, tanto per la copia delle piante, segnatamente delle alpine, quanto per l’opportunità dell’edifizio.

Il suo sviluppo cominciò massimamente dopo il 1821, essendosi allora ampliata la sua cerchia e costrutta una nuova serra. L’ultima serra, per le più alte piante, fu costrutta tra il 1847 e 1848. Vi si conservano erbarii. Parecchi di questi erano stati dai loro raccoglitori legati all’accademia delle scienze. Questa li mandò a deporre con gli altri nell’Orto botanico. La raccolta è ragguardevole.

La scuola di botanica, aperta nell’Università di Torino fin dal 1729, ò ora frequentata dagli allievi di medicina e chirurgia del primo anno, dagli allievi di filosofia positiva e di storia naturale del quarto anno, e da tutti gli studenti di farmacia.

Edifizio idraulico (Strada di san Donato). — Ebbe cominciamento nel 1763, per ordine di Carlo Emanuele III. L’esecuzione è dovuta a Francesco Domenico Michelotti, professore nell’Università. Edifizio raro e forse unico in Italia, che contribuì non poco a quella rinomanza di cui godono meritamente gli studi matematici di questa nostra Università. Serve agli sperimenti idraulici per gli studenti del 4° anno di matematica.

Collegio delle Provincie (Via dell’Ospedale, 11). — Fondato da Vittorio Amedeo II, destinato precipuamente ad accogliere i giovani appartenenti alle provincie. Dietro regolare e stabile assegnamento del Governo, soppresso nel 1822, venne riaperto da Carlo Alberto nel 1842, e definitivamente ristabilito nel 1845, sotto il titolo di Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle Provincie, distinto in due stabilimenti separati, ma quanto al locale, soggetti al medesimo capo supremo; l’uno minore per gli studenti di medicina e chirurgia; il secondo per gli studenti di tulle le altre facoltà. Designata dal Re Carlo Alberto l’area di un terreno in dipendenza [p. 153 modifica]dei palazzo Carignano, per fabbricarvi un apposito locale ad uso di questo collegio, sorgeva infatti sul disegno dell’architetto Antonelli in via Bogino, ma venne destinato poscia ad uso di quartiere, ora al regio Istituto tecnico e ad altri uffizi.

Il Collegio delle provincie, chiuso temporariamente in seguito agli avvenimenti del 1848, venne riaperto nella casa che sin dal 1801 eragli stata assegnata, e che servi per molti anni di monastero alle dame del Sacro Cuore.

Collegio convitto nazionale del Carmine (Via delle Scuole, 5) — Fondato nel 1721, passò in varie mani. Affidato ai Gesuiti nel 1818, fu dietro la loro espulsione eretto, colla legge 1 ottobre 1848, in Collegio nazionale.

Oltre gli studi ginnasiali di tre anni di grammatica, due di rettorica e due di filosofia, esso conta un doppio corso elementare di quattro anni, ed un corso speciale, nel quale s’insegnano, pure in quattro anni, le Lettere italiane, la Storia e Geografia, le Matematiche, la Meccanica e Fisico-chimica, il Disegno lineare, la Storia naturale, le Lingue francese, tedesca ed inglese.

Collegio di S. Francesco di Paola (Via d'Angennes, 30). — Oltre al Collegio del Carmine, vennero aperte, fin dal 1729, epoca in cui si tolsero lo scuole ai Regolari, varie scuole di grammatica nella capitale, che finirono per concentrarsi in due Collegi, quello di San Francesco di Paola e di Porta Nuova.

Alle scuole elementari di grammatica vennero poscia aggiuute a San Francesco di Paola quelle di rettorica, e dopo il 1848 i due anni di Filosofia. Ivi s’intrecciano agli studi ginnasiali o classici quelli della storia e geografia, della matematica elementare, della storia naturale, dell’eloquenza italiana e latina e della lingua greca.

Collegio di Porta Nuova (Via della Madonna degli Angeli, 3 bis). — Veggansi le osservazioni al Collegio di S. Francesco di Paola. Como in questo agli studi classici s’intrecciano gli studi accessori suindicati, colla differenza che vi manca il corso di filosofia. Il locale di questo collegio non essendo molto adatto, v’ha concerto fra il Governo ed il Municipio perchè venga trasportato in locale più acconcio.

Regio Istituto tecnico di Torino (Palazzo del già Collegio delle Provincie, via Bogino, 10). — Mediante regio decreto 1° agosto 1852, le scuole di meccanica e di chimica applicata alle arti, istituite in Torino nel 1845; quella di geometria applicata alle arti e le scuole di chimica agraria, di agraria e forestale, già annesse al soppresso istituto [p. 154 modifica] agrario forestale e veterinario della Veneria, formano un istituto speciale sotto la dipendenza immediata del ministro dell’istruzione pubblica, col titolo di Regio Istituto tecnico di Torino. Alla scuola suddetta va aggiunta una di geometria descrittiva e disegno geometrico.

Asili d’infanzia. — Il primo stabilimento sotto il nome di Asilo d’infanzia s’apri nel 1829 in Torino per cura della marchesa di Barolo. Nel 1839 si costituì una Società per gli Asili di infanzia, che ne aperse degli altri. Presentemente gli Asili di carità sono otto, ed uno pei bimbi di famiglie agiate, distribuiti come segue

Asili di carità.
N.° d’ordine Sito Capacità Epoca della fondazion. Fondatori
1° Asilo in Vanchiglia 204 1839 Fondati e sostenuti tutti tre, per azioni ed offerte spontanee, da una benefica società sotto la protezione della Regina regnante
2° Asilo Via della Meridiana 212 1842
3° Asilo Borgo di Po 234 1844
4° Asilo Borgo Dora 300 1844 S.M. la Regina vedova Maria Teresa
5° Asilo Al Bastion verde 310 1838 S.M. il magnanimo Re Carlo Alberto
6° Asilo Via S. Dalmazzo Palazzo Barolo 250 1829 La marchesa Colbert vedova Barolo
7° Asilo Via della Dogana Palazzo Masino 140 1840 La contessa Solaro vedova Valperga di Masino, che lo perpetuò con tes.to 20 maggio 1847
8° Asilo Via dell'Osped. Palazzo della trinità 60 1843 Fondato e sostenuto da una pia società
Asilo pei bimbi di famiglie agiate.
Unico Via dell'Ospedale casa Avena 100 1850 Fondato e diretto dall'abate Aporti, sostenuto col contributo degli alunni
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L’insegnamento si divide ordinariamente in tre parti: s’insegnano nella prima qualche orazione e le prime risposte del catechismo, i principii di calcolo mentale col sussidio del pallottoliere, la cognizione delle nove prime cifre, la nomenclatura delle parti principali del corpo umano e di alcuni altri oggetti più ovvii, la lettura delle vocali e delle più facili letture sillabiche; nella seconda la continuazione ed ampliazione degli esercizi precedenti, e lettura de’ vocaboli interi; nella terza continuazione come sopra, indi le prime nozioni delle frazioni, colle prime idee di misure e monete, composizione di proposizioni semplici, canti ed esercizi ginnastici.

Note

  1. Sono istituite nel regno quattro Università. Due in terraferma, l’una cioè a Torino, l’altra a Genova; due in Sardegna, cioè l’una a Cagliari, l’altra a Sassari. Sono inoltre stabilite scuole universitarie a Ciamberì ed a Nizza, dipendenti dal circondario universitario di Torino, nelle quali si possono compiere i due primi anni del corso medico chirurgico ed i tre primi anni di leggi e conseguire le qualità di farmacista e di flebotomo. Ciascun collegio reale, stabilito in una provincia di sede vescovile, possiede una cattedra di teologia per gli aspiranti al sacerdozio, e quasi in ogni capoluogo di provincia è stabilita una cattedra d’istituzioni civili per gli aspiranti alle professioni di notaio e causidico. (Per maggiori notizie e schiarimenti intorno all’istruzione universitaria e della pubblica istruitone in generale nello Stato, veggasi il citato Annuario storico-statistico pel 1852 compilato da G. Stefani Tip. Favale 1852.)