Supplemento alla Storia d'Italia/CXVII

CXVII - Bonaparte giustifica presso il ministro delle relazioni estere la condotta del General Clarke e domanda che gli sia conferita una carica diplomatica presso una Corte di second'ordine

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CXVII - Bonaparte giustifica presso il ministro delle relazioni estere la condotta del General Clarke e domanda che gli sia conferita una carica diplomatica presso una Corte di second'ordine
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Passeriano, 5 vendemmiale anno 6 (26 Settembre 1797)


CXVII - Al Ministro delle relazioni estere.


Io spettava, cittadino Ministro, per parlarvi del General Clarke che voi stesso me ne aveste scritto. Non indago se sia vero che questo Generale fosse stato spedito da principio per farmi la spia; se ciò fosse, io solo avrei il dritto di offendermene, ed io dichiaro che gli perdono. Io l’ho veduto gemere il primo su l’infelice reazione, che minacciava d’inghiottire la libertà colla Francia. La sua condotta nella negoziazione è stata retta, e leale: non vi ha spiegati grandi talenti, ma vi ha messo molta buona volontà, molto zelo, e anche una specie di carattere. Che si voglia toglierlo dalla negoziazione, forse si farà bene; ma non si deve rovinare sotto pena di commettere la più grande ingiustizia. Egli è stato protetto principalmente da Carnot. Quando si sa che da quasi un anno egli n’è lontano trecento leghe, presso di ogni uomo ragionevole ciò non può essere un motivo di proscrizione. Vi domando dunque istantemente per lui un posto diplomatico di second’ordine, e guarentisco che il governo non avrà mai a pentirsene. Egli è [p. 241 modifica]incaricato di un’importantissima missione, conosce tutti i segreti come tutte le relazioni della Repubblica: non conviene alla nostra dignità che cada nella miseria, e si trovi proscritto, e disgraziato.

Sento dire che gli si rimproveri di avere scritto ciò che pensava de’ generali dell’armata d’Italia. Se ciò è vero, io non vi veggo verun delitto: per qual ragione un agente del governo sarebbe accusato di aver fatto conoscere ad esso ciò che pensava de’ Generali, presso dei quali egli si ritrovava? Si dice che abbia scritto molto male di me. Se ciò è vero, egli lo ha egualmente scritto al governo: quindi aveva dritto di farlo: ciò poteva anche esser necessario, ed io non penso che possa essere un motivo di proscrizione. La morale pubblica è fondata su la giustizia che ben lungi dall’escludere l’energia, non ne è al contrario che un risultato. Vi prego dunque a compiacervi di non obbligare il General Clarke presso del governo: egli potrebbe conferirgli un posto di ministro presso qualche Corte secondaria.