Scelte opere di Ugo Foscolo/Brevi cenni su la vita, la persona, il carattere e le opere di Ugo Foscolo/I

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Brevi cenni su la vita, la persona, il carattere e le opere di Ugo Foscolo Brevi cenni su la vita, la persona, il carattere e le opere di Ugo Foscolo - II
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§ I. Particolari della vita


Trasse Ugo Foscolo il nascere nell’Isola di Zante l’anno 1778 da nobile ed agiata famiglia veneziana che fino dall’epoca della guerra tra la repubblica veneta ed il regno di Candia emigrò in Levante. Morto il padre di lui, uomo molto esperto nelle lingue antiche, nella filosofia, nelle scienze e in particolare nella medicina che esercitava con molto sapere, fu il giovinetto Ugo ricondotto dal Patrizio Paruta provveditore dell’Isola presso la madre già ristabilitasi in Venezia; e quivi diede egli i primi segni di pronto e fervido ingegno, i quali persuasero i parenti a promuoverne di buon ora l’esercizio in quelle pubbliche scuole. Passò quindi a Padova dove ascoltò le lezioni di greca letteratura date in quell’università dal Cesarotti e quelle di matematica e di navigazione dallo Stratico. E tale fu la costanza e l’industria ch’ei pose nello studio delle classiche lettere antiche e moderne, che a vent’anni si potea noverar tra i maturi.

Sopravvennero allora i troppo noti rivolgimenti di Francia, e per immediato impulso le novità che sommossero i civili ordini d’ [p. xxi modifica]Italia, e Ugo Foscolo recatosi a Milano s’appigliò al mestiere dell’armi, e fu col grado di capitano aggiunto allo stato maggiore de’ generali Teulié, Trivulzi, Pino e Caffarelli. Si trovò in varii combattimenti come a Cento, a Forte Urbano, alla Trebbia, a Novi, a Genova e in Toscana dove riportò lode, prigione e ferite, dando prove di valore siccome fra gli antichi Alceo, Eschilo e Sofocle. Soltanto nel 1807 cessò di servire ne’ campi, non cessando però d’appartenere alla milizia italiana sempre in qualità di capitano dello stato maggiore fino al 1814, epoca in cui fu promosso dalla reggenza milanese al grado di caposquadrone.

Nel 1800 trovossi rinchiuso in Genova durante l’assedio sostenutovi con molta pertinacia dal generale Massena. Restituissi poscia alcuni mesi dopo la resa di questa città a Milano, che fu per qualche tempo sua stanza; e vi ripigliò con quiete i suoi studi, i quali furono all’improvviso interrotti nel 1805 avendo dovuto recarsi a Calais con una divisione italiana che Bonaparte aveva unito al suo esercito dell’Oceano. Reduce alla fine di quest’anno in Italia, ristabilì il Foscolo il suo soggiorno in Milano, e vi durò finchè di capitano trasformato in professore d’eloquenza nell’università [p. xxii modifica]di Pavia, passò ad occupar quella cattedra già onorata dal Monti, e rimasta vacante per la morte di Luigi Cerretti. Ma essendo due mesi dopo stato soppresso nelle università del regno l’insegnamento delle belle lettere, ritornò egli a Milano e fu quivi collaboratore al medico Rasori ed a Michele Leoni, ambidue di Parma, negli Annali di scienze e lettere che presero a pubblicare. Nè si tolse da questa capitale che nel 1812 per rivedere la Toscana, già da lui visitata fino dal 1798, e dove si fermò per ben due anni; dopo la qual epoca ritornò a Milano, donde ripartì poco di poi peregrinando, e soffermandosi alquanti mesi in Elvezia: e di qui passò per ultimo in Inghilterra dove ebbe largo ed onorato ospizio per oltre a due lustri; e in sul varcare del 1827 riposò l’animo e le ossa in Thurnham Green villaggio discosto non più di sei miglia da Londra avuto caro e stimato dai più dotti di quella colta nazione1. [p. xxiii modifica]

Note

  1. * Il signor Hudson Gurney coltissimo banchiere della setta de’ Quaccheri in Liverpool, il quale avea dato al Foscolo in vita molte prove della sua calda amicizia, la più tenera di tutte gli diede alcuni mesi dopo la sua morte facendo porre nel cimitero di Chiswich una lapide (forse troppo semplice), ma che protegge almeno le zolle che ricoprono le ossa del Foscolo dal calpestio de’ profani. Chi avrebbe mai potuto immaginare che colui che con versi degni del cedro pregava a tutti onorevoli mausolei, dovesse poi in un estraneo cantuccio della terra giacere senza uno condegno almeno del suo chiaro nome!... umana sorte!...