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XXIII


§ II. Persona e Carattere


Quanto allo fattezze del corpo era il Foscolo di mediocre statura, di membra proporzionate, d’aspetto naturalmente burbero, e più ancora per la folta barba cui compiaceasi lasciar crescere ai lati del mento. Sortì bianca la carnagione e sparsa qua e là di lentiggini; la fronte alta, folti i capegli, tranne in sul mezzo, pelo biondo traente al fulvo, occhi cilestri piuttosto grandi e profondi, ma vivi, accorti e pieni d’espressione e di fuoco, massime quando guardava fiero: belli ebbe i denti in gioventù, ma resersi anzi tempo caduchi; le guancie rilevatissime all’alto, infossate al basso, i labbri tumidi, e più del convenevole la bocca grande. Fu agile molto del corpo, intollerante del camminar tardo, e di complessione più debole che non significasse l’aspetto. Il più leggiero dolor fisico era potente a muoverne la perturbazione e l’ira, che tosto annunziavansi dall’inquieto trasmutare degli occhi. Fu

    avrebbe mai potuto immaginare che colui che con versi degni del cedro pregava a tutti onorevoli mausolei, dovesse poi in un estraneo cantuccio della terra giacere senza uno condegno almeno del suo chiaro nome!... umana sorte!...