Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Opera - Lavoro - Fatica - Travaglio
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OPERA - LAVORO - FATICA - TRAVAGLIO.
L’uso improprio, che si fece, e si fa tuttavia d’alcuni di questi vocaboli, congiunto alla strana loro derivazione, rende assai difficile l’inchiesta della verace loro proprietà. Esaminiamoli con ordine, e con diligenza, e facciamoci dapprima all’origine loro.
Opera è dal lat. opera, con una gran parte de’ suoi significati, aggiuntivi quelli affini di res, e di negotium.
Lavoro vien dal lat. labor, ma coi significati d'opus.
Fatica deriva dal verbo lat. fatigare, assumendo i significati di labor.
Travaglio ha la radice in trave, ed è voce coniata ne’secoli barbari, ne’ quali si chiamò travallus quel castello di quattro travi congiunte in quadro da altre travi trasversali, entro il quale sì mettono le bestie fastidiose e intrattabili per medicarle o ferrarle1.
Quindi opera è vocabolo generico d’ogni operazione dell’uomo, sia questa fatta o da farsi, come pure lavoro; ma appunto perchè ha lavoro per compagno, il vocabolo opera s’impiega per lo più ad esprimere le azioni morali, lasciando all’altro le corporali; epperò opera posta assolutamente, e senza accompagnatura di epiteti è voce nobile, e di stile elevato, mentre il lavoro trae sempre con se alcuna impressione di fatica, nè può nobilitarsi senza consolazione d’aggiunti. Secondo le sacre carte il mondo è opera delle mani d’Iddio, e noi diciam tuttogiorno che il vero cristiano si riconosce all’ opere; nè si direbbe certamente che il cristiano si conosce ai lavori, e che Iddio ha lavorato il mondo colle sue mani: e tanto è vero che opera è più nobile di lavoro, che volendosi adoperar quella voce in mala parte fa mestieri chiamarne d’altronde la significanza, aggiungendole gli epiteti di bassa, servile, faticosa, cattiva ecc.: e per lo contrario volendosi elevare la voce lavoro conviene darle la consolazione di nobile, glorioso ecc. ecc. La bassezza di questa rispetto a quella d’ opera si fa ancor più evidente ne’ derivati, poichè lavoratore, lavoratrice, lavorante, lavoriera, lavoreria, lavorazione non si adoperano se non nel significato di lavori di coltivazione, e d’altre opere manuali, ed il verbo stesso lavorare quando è posto assolutamente non ha altro significato che quello di coltivar la terra.
Fatica è più di lavoro, in quanto che quella è un effetto di questo, e però quando viene posta per opera o per lavoro ne accresce la forza, accennando quella maggior difficoltà, o quella stanchezza che si provò nell’operare o nel lavorare.
Travaglio poi si discosta affatto dai tre vocaboli sopracitati, poichè non è opera, nè lavoro, nè fatica, ma propriamente affanno, agitazione, significato che procede dirittamente da quel suo primitivo accennato di sopra di domar la furia d’un generoso cavallo costringendolo a rimaner immobile fra le travi, perchè in questo stato d'agitazione sua è grandissima: che se alcuna volta i nostri antichi scrittori adoperarono la voce travaglio per lavoro o fatica, intendasi sempre di durissimo lavoro, e d’aspra fatica. Così l’Ariosto chiamò travaglio di mare quegli scatti dello stomaco prodotti da un’interna commozione che si prova navigando; ed il Tasso cantando della lunga ed aspra tenzone tra Argante e Tancredì, pone in bocca all’araldo, che viene a partirla al cader della notte, le seguenti parole: » Tempo è da travagliar mentre il sol dura.» ed in questo significato | usò pure prima del Tasso il Petrarca.
Non farcbbe sicuramente d’uopo d’accennar qui la distinzione tra quest'ultima voce e l’altre, se lo strapazzo che gli italiani hanno fatto della lingua loro al tempo dell’invasione francese, non gli avesse condotti a svisare la faccia originale del vocabolo, e ad ammettere i significati del francese travail: nè posero mente che i francesi non avendo, e non usando alcun vocabolo corrispondente alla voce lavoro (poichè labeur è antiquato), furono astretti ad ampliare il valore del vocabolo travail, ed a farlo generico; necessità questa, che noi non abbiamo.
A stringer molto in poco, opera è generico d’ogni azione umana; lavoro è più particolarmente adattato alle operazioni faticose; fatica procede da lavoro, quando questo è arduo, lungo, difficile, e però quando vien posta in luogo di lavoro indica sempre alcun grado di stanchezza, che si risente nel farlo; travaglio finalmente non può esser preso se non nel significato di grave affatitamento dell’animo, nè può in nessun modo sostituirsi agli altri vocaboli.
Un eccellente architetto dopo un grave travaglio per vincere i suoi competitori, e farsi allogare un’ opera, principia il suo lavoro, e muor della fatica prima d’averlo terminato.
Chi ha il cuore afflitto da ud amoroso travaglio, cerchi sollievo nel lavoro; la fatica del corpo acqueterà poco a poco le cure dell’animo.
Le male opere dei tristi tolgono il lavoro ai buoni artefici.
Il procacciar lavoro ai poverelli è opera da cristiano.
Il travagliarsi intorno alle vanità mondane è follia; lavora il tuo campo, e ti renderà il cento per uno delle tue fatiche.
Note
- ↑ Du-Fresne gloss. lat.-barb. Muratori.