Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Onta - Vergogna
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ONTA - VERGOGNA.
Onta è grande ingiuria congiunta a disprezzo: viene prossimamente dal provenzale onta1 nello stesso significato, ma ha la radice nell’antico teutonico hono2 e hone, disprezzo, infamia, onde il ted. mod. , oltraggio, ingiuria, e 3, oltraggiare, disprezzare; quindi l’antico francese honnir4, vilipendere, e l’antiquato nostro orzre5 collo stesso significato.
Vergogna nel suo senso primitivo e naturale vien dal latino verecundia, ed è atto o dimostrazione di modesta ingenuità, contraria a petulanza.
» Bella virtù è vergogna», dicono gli ammaestramenti degli antichi, » e soave grazia la quale ha luogo non solamente ne’ fatti, ma eziandio nelle parole, di non trapassare il modo del favellare, e che nessuna cosa laida suoni nel tuo dire..... Come bella e comesplendente gemma di costumi è vergogna
» nella vita, nel portamento, e nella faccia del
» giovane! come è vera e senza dubbio
» messaggiera di buona speranza, e mostratrice
» di buona natura! ella è verga di disciplina,
» sconfiggitrice de’ mali, e difenditrice di
» natural purità, speciale onore di coscienza,
» guardiana di fama, onore di vita, sedia di
» virtude, e di virtude primizia, lode di
» natura, e segno di tutta onestà.»
Quindi fu presa per quella perturbazione d’animo che nasce dalia paura del biasimo, o del disonore, ed in questo secondo significato è passione che procede da virtù.
Finalmente fu tratta a significare il biasimo stesso, o il disonore che si teme, o si ha, o sì vuol recare altrui.
Reputo inutil cosa il dimostrare con esempj la differenza di vergogna da onta, tanto nel primo, che nel secondo significato di quella voce, poichè nessun esatto scrittore, anzi nessun sensato parlatore porrebbe onta per vergogna ne’ seguenti passi:
» La donna, che assai onesta persona era,
» udendo così dire al marito, tutta di
» vergogna arrossò.»
«Speranza di salute sì è quando dopo ’l peccato seguita la vergogna.» Cavalca.
»Poichè la paura vinse la vergogna si posero in fuga.» Serdonati.
Resta a disaminarsi il terzo significato di vergogna, nel quale pare che questa voce s'accosti di tanto a quella d’ onta da non potersi così facilmente discernere in qual parte vengano esse a diversificarsi. Abbiamo conosciuto dalle origini e dalle definizioni delle due voci, che onta racchiude necessariamente in se due idee, quella cioè dell’ingiuria o del danno, e quella del disprezzo; ma vergogna nel suo terzo ed ultimo significato non può averne che una sola, ed è quella del biasimo o del disprezzo che vien dal danno, o dal torto, o dall’ingiuria sofferta: epperò vergogna è meno d’onta come si vede nel seguente esempio del Petrarca:
»Che il danno è grave, e la vergogna è ria.»
Anche il Boccaccio partì con diversa intenzione le due voci in quel luogo del centonovelle, ove dice: »Io vinto dall’ira della perdita de’ miei denari, e dall’ onta della vergogna che mi parea aver ricevuta dalla mia donna, la feci ad un mio famigliare uccidere.» Al qual passo i Deputati sul Decamerone notano, che onta è ingiuria con disprezzo, a differenza di vergogna.
A dar maggior lume all’accennata distinzione, gioverà indagare la forza delle due voci ne’ loro derivati.
Da onta abbiamo onire, ontare, e adonare, (disusati) e adontare per far onta, far danno con vergogna, con disprezzo; quindi adontarsi per recarsi un atto, una parola a onta, ad infamia, a disprezzo.
Da vergogna abbiamo vergognare e vergognarsi per aver rossore, mostrar timore d'alcuna cosa meno che onesta che ti sia accaduta, o che sia per accaderti; e volendo adoperare un verbo attivo ad esprimere l’atto del disprezzo, che è una delle significanze di vergogna, ci conviene ridurre il verbo vergognare al suo contrario mediante il segno negativo, e dire svergognare quasi togliere altrui il pregio della vergogna6.
Tutte queste osservazioni prese insieme serviranno a dimostrare, che anche in que’ casi, ne’ quali si tratta d’oltraggio e d’ingiuria congiunti a disprezzo, onta è sempre più grave, e più espressiva di vergogna; questa s’adopera per lieve fallo, o mancamento leggiero, mentre fare onta è notare alcuno d’infamia; sì svergogna uno scuolaro, o un ragazzaccio, ma si cerca di adontare un nemico. La storia ci insegna con quale e quanta rabbia si mossero i romani a vendicar l’ onta delle forche caudine, e qui sarebbe error di stile il porre vergogna, come poca pittura a sì gran tela; una gentil fanciulla entra in ballo, sdrucciola, e cade senza farsi nessun male, ma la sua vergogna è estrema; qui onta sarebbe troppo, ed è facile il sentirlo.
Note
- ↑ *Muratori dissert. 33.
- ↑ *Schilter thes. ad voc. Wachter gloss. germ.
- ↑ *Adelung ad voc.
- ↑ *Ménage dict. étymol. franc. Le-Duchat ibid.
- ↑ *Crusc. ad voc.
- ↑ Vero è bene, che in molti antichi autori leggesi vergognare in senso attivo per far vergogna ad uno; ma l’uso ha da gran tempo rifiutato questi modi ambigui, e nessuna lingua che sia in fiore può tenergli in gran conto.