Pagina:Giuseppe Grassi - Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana (1821).djvu/104

86

buone lettere, e dotati di cuor caldo, e di mente elevata, di qual vantaggio riesca la cognizione profonda delle proprietà della lingua nelle grandi opere dell’ingegno; nè si lascieranno sedurre da quel falsissimo e funesto principio invalso da alcun tempo in quà negli studj d’Italia, aversi nelle moderne scritiure a por mente alle cose e non alle parole, come se a dir le cose acconciamente non occorressero parole acconce, e come se le parole non fossero cose. Strano abuso di dottrina, la quale ci condurrebbe ben presto alla barbarie, se non avessimo per nostra buona fortuna innanzi agli occhi l'esempio di quegli italiani che da cinque secoli in quà seppero dire alte cose con eloquenti parole, ed ebbero eterna fama appresso i posteri; e se non ci stesse pure sugli occhi la sorte che toccò a quel grande ingegno del Vico, e ad alcuni altri filosofi nostri, i quali giacciono inonorati appunto perchè s’occuparono delle cose sole senza l’amabile compagnia delle parole, le quali imbalsamano i concetti, e gli preservano dalla corruzione.