Rivista italiana di numismatica 1893/Notizie varie
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NOTIZIE VARIE
La vendita della collezione Borghesi. — Il Cav. Francesco Gnecchi, nella prefazione apposta al catalogo della collezione Borghesi, diceva giustamente che essa era una delle più insigni che mai siano apparse in vendita. Io mi permetto di esprimere il parere che fosse una delle più cospicue fra quelle esistenti, sia pubbliche che private. E quando si consideri che si tratta di una collezione iniziata in Roma circa un secolo e mezzo fa, e continuata nella stessa famiglia per tre generazioni, non può far sorpresa il sapere che conteneva parecchie monete inedite ed alcune uniche, oltre a moltissime rarità di prim’ordine, che non si trovano mai in commercio e di cui sono privi quasi tutti i Musei.
I signori Cohen e Babelon, nelle loro eccellenti opere sulle monete consolari romane, citano parecchi nummi come esistenti soltanto nella collezione Borghesi e di alcune danno una imperfettissima figura d’après Riccio. Anzi pare che il Riccio abbia pubblicato il disegno di qualcuna desumendolo da una semplice descrizione, poiché certe monete che ora si sono potute confrontare coi disegni dati dal Babelon, ne differiscono talmente che si possono considerare piuttosto come monete inedite. A questo proposito faccio voti perchè i fortunati possessori di tali monete ne diano presto l’esatta riproduzione, tanto più che esse sono in numero maggiore di quelle segnalate nel catalogo, il quale non è altro che la ristampa di quello pubblicato nel 1881 e compilato con poca esattezza.
Parecchie monete rare ed inedite sfuggirono al compilatore, ma non sono sfuggite agli intelligenti raccoglitori presenti alla vendita. Fra questi mi piace citare il Cav. Bignami, che colla sua profonda conoscenza della numismatica consolare, ha saputo discernere, specialmente fra i bronzi, parecchie varietà inedite e le ha tutte acquistate.
È poi soddisfacente il fatto che tutte le maggiori rarità siano rimaste in Italia, poiché, come si può rilevare dall’elenco che segue, sono state per la massima parte acquistate dai Sig. Cav. Bignami, Cav. Martinetti, Ing. Sarti e Dott. Capo. Solo tre o quattro pezzi cioè il n. 665 della Julia (ibrida), l’873 della Minatia, il 966 della Petronia, furono acquistati dal noto negoziante tedesco sig. Hamburger.
Anche riguardo ai prezzi questa vendita è stata di grande interesse e potrà servire di norma ai negozianti ed ai collettori.
Le monete comuni, anche di buona conservazione, sono state vendute a prezzi bassissimi, le rarità invece sono salite a prezzi che ad alcuni sono sembrati esagerati.
Ritengo utile di dare qui di seguito un elenco col confronto dei prezzi fatti alla vendita e quelli segnati dal Babelon.
Per alcune monete il prezzo è stato quasi triplicato. I sesterzi sono stati in generale pagati prezzi alti; citerò quello della Calpurnia venduto L. 115, quello della Licinia L. 92, quello della Vibia L. 165.
Alcune rarità sono state ritirate o vendute a prezzi bassissimi perchè riconosciute false, quali il denaro di Bruto coi pugnali, quello dell’Horatia col nome Cocles, l’aureo della Livineia n. 762, quello della Maria n. 838, il denaro di Annia Faustina n. 1568, ecc.
Le monete della piccola serie imperiale non fecero grandi prezzi. Citerò i due pezzi più importanti, cioè l’aureo con Traiano e Plotina e l’altro con Traiano e il Padre. Furono pagati L. 320 il primo e L. 310 il secondo.
Il concorso degli amatori alla vendita fu scarso — erano pochi ma buoni, cioè intelligenti — essi superarono di molto le offerte numerose venute da altre parti d’Italia e dall’estero; ma bisogna considerare che essi ebbero il grande vantaggio di poter esaminare coi propri occhi le monete e quindi valutarle al loro giusto valore.
N. | 42 | Aemilia Rest. | L. | 400 | Martinetti |
» | 73 | Antia | » | 110 | Sarti |
» | 145 | Arria | » | 500 | Bignami
|
» | 204 | Caecilia | » | 205 | Martinetti |
» | 218 | » Rest. | » | 500 | » |
» | 234 | Calpurnia | » | 115 | » |
» | 331 | Cassia | » | 230 | » |
» | 332 | » | » | 150 | Bignami |
» | 333 | » | » | 200 | Sarti |
» | 334 | » | » | 255 | Capo |
» | 364 | Claudia | » | 110 | » |
» | 428 | Cornelia | » | 680 | Hamburger |
» | 504 | Domitia | » | 40 | Capo |
» | 519 | Durmia | » | 58 | » |
» | 520 | » | » | 165 | Hamburger |
» | 626 | Julia | » | 110 | Bignami |
» | 665 | » | » | 205 | Hamburger |
» | 666 | » | » | 355 | Vitalini |
» | 740 | Licinia | » | 92 | Martinetti |
» | 774 | Lucretia Rest. | » | 620 | » |
» | 792 | Mamilia Rest. | » | 240 | Vitalini |
» | 795 | Manlia | » | 415 | Hamburger |
» | 837 | Maria | » | 100 | Sarti |
» | 839 | » | » | 78 | Martinetti |
» | 862 | Memmia Rest. | » | 510 | » |
» | 873 | Minatia | » | 265 | » |
» | 889 | Mussidia | » | 305 | Hamburger |
» | 895 | » | » | 305 | » |
» | 896 | » | » | 285 | Martinetti |
» | 914 | Nasidia | » | 620 | Bignami |
» | 930 | Numonia | » | 400 | Sarti |
» | 1128 | » Rest. | » | 460 | Martinetti |
» | 1255 | Turillia | » | 73 | Hamburger |
» | 1263 | Valeria | » | 91 | Capo |
» | 1269 | » | » | 290 | Sarti |
» | 1283 | Ventidia | » | 1150 | Martinetti |
» | 1311 | Vibia | » | 165 | Sarti |
» | 1326 | Vipsania | » | 400 | Bignami |
» | 1327 | » | » | 82 | » |
» | 1328 | » | » | 80 | » |
» | 1331 | » Rest. | » | 640 | Martinetti |
» | 1391 | sessanta sesterzi | » | 95 | Hamburger |
» | 1863 | quaranta » | » | 265 | » |
» | 1394 | venti » | » | 59 | Martinetti |
» | 1400 | duecento » | » | 720 | Capo |
» | 1401 | sessanta » | » | 390 | » |
» | 1409 | Campania | » | 70 | » |
Differenze maggiori
fra il prezzo segnato dal Babelon
e quello della vendita Borghesi.
145 | Arria | Babelon | 300 | Borghesi | 500 |
620 | Nasidia | » | 500 | » | 620 |
930 | Numonia | » | 400 | » | 930 |
1189 | Sosia | » | 100 | » | 210 |
1190 | » | » | 100 | » | 150 |
1227 | Titia | » | 25 | » | 44 |
1269 | Valeria | » | 100 | » | 290 |
1283 | Ventidia | » | 800 | » | 1150 |
1326 | Vipsania | » | 250 | » | 400 |
Conii e punzoni della Zecca milanese. — Siamo lieti di poter annunciare che, per gli uffici del Conservatore Dott. Ambrosoli, il Ministero della Pubblica Istruzione ha chiesto al Ministero del Tesoro, per essere depositati nel R. Gabinetto Numismatico di Brera, i conii e punzoni delle monete e medaglie milanesi, già custoditi presso la Direzione della or soppressa nostra Zecca.
In séguito all’assentimento del Ministero del Tesoro, la consegna dei 2500 e più numeri componenti quella interessante suppellettile storica ed artistica ha avuto luogo, coll’intervento dell’egr. Comm. Fasella, già Direttore della Regia Zecca, del Sig. Ing. Grosso, rappresentante la locale Intendenza di Finanza, e del Dott. Ambrosoli per il Gabinetto Numismatico.
Ai raccoglitori di monete romane. — Chi possedesse monete di Restituzione inedite (non pubblicate da Cohen) è vivamente pregato di volerle comunicare al Signor Francesco Gnecchi, Via Filodrammatici, 10. Milano.
Concorso di Numismatica. — Colla fine d’Aprile p. v. scadeva il termine per la consegna dei lavori destinati al Concorso bandito dalla Società Italiana di Numismatica nella sua prima adunanza, 11 Aprile 1892, per l’Illustrazione di una o più zecche italiane, o anche di un solo periodo di una zecca maggiore. — Dietro dimanda di parecchi interessati, il Consiglio della Società, nella sua tornata del 5 Marzo corrente, decise di prorogare detto termine al 31 Ottobre 1893.
La Direzione.
Le monete tra le ceneri di Vetulonia.
" Stimatissimo Sig. Direttore,
" Appena ricevuta la sua lettera d’ieri ho subito preso in mano la penna per soddisfare alla sua richiesta, ma la prevengo che non mi è possibile che brevemente.
" Ecco dunque.
- Assicurata sul Poggio di Vetulonia l’esistenza di una inesauribile e antichissima necropoli; ripiene tre sale del Museo Vetuloniese che fa parte del Museo Archeologico Fiorentino, dei tanti tesori tolti a quelle tombe; completata anche la numismatica di Vetulonia, mi venne quest’anno vaghezza di riscontrare se avanzi pure si conservavano della antica città entro il perimetro delle sue mura gigantesche.
I resultati sono stati splendidissimi; ma di questi mi è impossibile di dare per lettera alcun ragguaglio.
" Le dirò in compendio che quegli avanzi esistono tutti a non molta profondità dalla superficie; che essi, per saggi praticati in varii punti, occupano tutta l’area vastissima delle mura di cinta; che la città fu in gran parte distrutta dalle fiamme, e che con gli scavi sembra quasi di sorprenderla nell’atto stesso della catastrofe, onde, le strade lastricate sono ingombre dalle rovine dei tetti e dei muri, i vani sono coperti da quelle rovine medesime che hanno spezzato tutto ciò che vi si trovava, anfore e vasi in gran quantità e oggetti d’uso famigliare e di mestiere; perfino le fogne ed i pozzi sono ripieni di frantumi e di colaticci.
- In generale, non le dico di più: in breve ne sarà pubblicata la relazione ufficiale, ed ella potrà soddisfare anche a questa curiosità.
" Ed ora, in particolare, delle monete.
" Fra i carboni e la cenere che costituiscono uno strato nerissimo a contatto del terreno battuto e degli impiantiti, sono pure comparse non poche monete per le quali spero mi sarà dato di precisare anche l’epoca nella quale le fiamme ebbero distrutta quella illustre città.
" Il loro numero fino ad oggi è di 32, quasi tutte più o meno intaccate dal fuoco: sono assi romani in n. di 12 e 2 semissi: due sono d’argento, romane anch’esse: sette sono sestanti di Vetulonia: uno è un didramma di Vetulonia a rovescio liscio; il rimanente di bronzo, sono, per ora almeno, irriconoscibili.
" Per questa sola distinzione è facile concludere intanto che l’incendio avvenne dopo l’occupazione romana, posteriormente alla introduzione della moneta coniata, anno 264 av. G. C, mentre si manteneva in circolazione la moneta locale. Io non ho potuto posare l’attenzione su ciascuna moneta per precisare l’epoca dell’incendio; ma posso dire intanto che gli assi meno pesanti appartengono al sistema onciale, il quale ebbe certamente fine nell’anno 191 av. G. C., onde l’incendio avvenne senza dubbio in quel periodo di anni 73 che decorse dalla prima alla terza riduzione.
" Ritengo fermamente che con uno studio accurato e con l’aiuto delle monete d’argento potrò ancora meglio definire l’epoca surricordata, la quale facilmente potrà essere ristretta fra il 230 e il 216 av. G. C.; ma io non ho avuto, ripeto, il tempo di fare i necessari riscontri.
" Delle due monete d’argento, una è un denaro: D/ Testa di Pallade a destra col casco alato; R/ Diana in biga e sotto roma. — L’altra è un quinario foderato: D/ Testa della libertà a destra e l’iscrizione m. cato pro. pr.; R/ Vittoria assisa a destra e l’iscrizione victrix.
" Debbo per altro avvertire che essendomi accorto dell’incendio solamente dopo qualche giorno di lavoro e dopo raccolte alcune di quelle monete, non ho certezza che esse vengano tutte di sotto le rovine; ma nell’anno avvenire, se il Ministero potrà favorire così importanti scavi con fondi sufficienti, mi propongo di asportare tutta la terra di sovrapposizione prima di rovistare fra le rovine, onde tener divise le monete dell’uno e dell’altro strato.
" I sestanti di Vetulonia sono dei meno pesanti usciti dalla sua officina monetaria. Ritenuto, come io spero di aver dimostrato, che la divisione e il peso della moneta di bronzo fossero eguali a Vetulonia e in Roma, e che la riduzione dell’asse si verificasse nello stesso modo e contemporaneamente in ambedue le città, se ne dovrebbe concludere che la zecca di Vetulonia rimase soppressa sullo scorcio del V secolo di Roma, e che i suoi sestanti continuarono a circolare per un tempo assai lungo anche dopo l’occupazione romana.
" Nel didramma a rovescio liscio è scolpito il solito Gorgonio sannuto come nella maggior parte dei didrammi di Populonia; ma in questo è altresì orecchiuto, particolarità che io non ho mai osservato in alcuna delle monete d’argento tanto di Vetulonia che di Populonia.
" Le monete trovate sparse e da me raccolte nel periodo degli scavi di quest’anno, sono in numero di 42; 17 delle quali sono sestanti di Vetulonia, 3 sono d’argento a rovescio liscio, un didramma col Gorgonio e 2 emidramme con testa a destra; il resto sono monete romane bizantine, e medioevali d’argento e di bronzo.
" Le prime, cioè quelle escite dagli scavi della città, consegnate dai lavoranti alle guardie degli scavi, sono già a Firenze; le altre sono tuttora presso di me.
" Non so precisamente quante se ne conservino, vetuloniesi, nel Museo Etrusco, ma credo debbono essere circa 200 quelle solamente da me raccolte, ritrovate per la maggior parte entro la cinta delle mura di.Vetulonia.
" Scusi la fretta e accolga i miei saluti.
" Montopoli Val d’Arno, 13 Giugno 1893.
" Isidoro Falchi |
" Direttore degli Scavi di Vetulonia „. |
Ritrovamento di aurei romani sul Monte Aventino. — Sulla sommità del Monte Aventino, in prossimità della chiesa di S. Alessio e precisamente nella parte declinante verso la sponda del Tevere, denominata la Marmorata, i Padri Benedettini stanno costruendo per proprio uso un dioso monastero ed una chiesa ad esso annessa. Il terreno finora coltivato a vigna è stato smosso fino ad una grande profondità per le fondamenta della chiesa.
Fu verso la fine di Marzo che nel fare un cavo per le fondamenta del monastero, alla profondità di tre metri, scaturirono le monete d’oro fiammanti di Lucio Vero, di cui si è tanto parlato nei decorsi giorni. Il terrazziere che fece la fortunata scoperta, si affrettò a riempirsene le tasche, ma accortisene anche gli altri cinque suoi compagni che con lui trovavansi nello stesso cavo, si gettarono tutti sulle monete e ognuno procurò di prenderne quante più poteva. Nessun altro dei duecento operai che lavorano a quella costruzione si accorse del ritrovamento del tesoro.
Usciti a sera dalla fabbrica i sei operai possessori delle monete, vennero a contesa fra loro per la ripartizione del bottino e uno di essi, che si ritenne danneggiato, denunziò il fatto alla Questura, la quale, operate alcune perquisizioni, sequestrò 39 delle monete trovate ed arrestò tre degli operai che ne erano in possesso. Gli altri fuggirono.
Altre sei monete furono rintracciate dall’Ing. Vespignani direttore dei lavori.
Le monete conosciute sono tutte di Lucio Vero, di tre varietà, e pare che non siano state in circolazione poiché conservano il lucido del conio. Sono di bellissima arte e specialmente le teste hanno un rilievo pronunziato.
Eccone la descrizione secondo il Cohen:
N. 157. D/ – L • VERVS AVG • ARMENIACVS. Busto laureato e drappeggiato a destra.
- R/ – TR • P • IIII • IMP • II • COS • II (in giro) REX ARMEN • DAT • (all’esergo). Vero seduto a destra sur un palco; dietro di lui il prefetto del pretorio in piedi; davanti un soldato in piedi. In basso un re armeno.
N. 247. D/ – L • VERVS • AVG • ARMENIACVS • Busto laureato e drappeggiato a destra.
- R/ — Vittoria seminuda in piedi a destra che colloca uno scudo sopra una palma sulla quale è scritto VIC • AVG •
Questa moneta è una variante del N. 247 del Cohen, poiché ha il busto drappeggiato, mentre il Cohen la descrive col busto corazzato.
N. 248. Uguale al N. 247, ma colla testa nuda di Vero.
Da calcoli fatti, molto approssimativi del resto, si ritiene che il ripostiglio contenesse dalle 300 alle 400 monete.
Roma, 8 Maggio 1893.
La nuova Sala del Medagliere al Museo Britannico. — Mentre da noi i Musei rimangono stazionari quali erano mezzo secolo fa, e le poche risorse ad essi destinate vengono ridotte, tassate, rimpicciolite, lesinate tanto da essere divenute quasi irrisorie — causa anche in gran parte la moltiplicità dei nostri musei — quel colosso del Museo Britannico va sempre coraggiosamente avanti. Le sue collezioni aumentano continuamente, riempiono i locali esistenti, e abbisognano di nuovi, si allargano, si espandono; né il loro è solo un aumento materiale; ma a questo tien dietro anche la diffusione sempre maggiore della luce scientifica, di cui sono conduttori gli eccellenti cataloghi che vengono man mano redatti dagli uomini più competenti in ciascun ramo dello scibile umano.
Il Medagliere, che forma certo uno dei rami importanti del Museo, e che consta di circa 250 mila pezzi, e costituisce probabilmente la più ricca collezione del mondo, si trovava a disagio nel suo vecchio locale costrutto or fa mezzo secolo. Esso è stato or ora trasportato in un nuovo fabbricato1 eretto appositamente, nella parte ovest del Museo, con dimensioni doppie dell’antico, con sale per gì studiosi e per l’esposizione di una scelta di pezzi che servano a dare al pubblico un’idea delle varie serie numismatiche antiche e moderne. La parte dell’esposizione già ordinata — tutto il resto non lo potrà essere che fra alcuni mesi — consiste in una serie delle più belle monete della Grecia, unitamente a quelle d’alcuni altri paesi che colla Grecia avevano strette relazioni, disposte in guisa da offrire alla vista uh quadro sinottico storico e geografico della monetazione d’oro e d’argento del mondo antico dai tempi più remoti fino all’era cristiana.
La serie è divisa in sette scomparti storici, ciascuno dei quali abbraccia le principali monete correnti nei seguenti periodi:
I. | anno | 700-480 | av. C. |
II. | „ | 480-400 | „ |
III. | „ | 400-336 | „ |
IV. | „ | 336-280 | „ |
V. | „ | 280-190 | „ |
VI. | „ | 190-100 | „ |
VII. | „ | 100 all'era Cristiana. |
Ciascuno di questi comparti è diviso orizzontalmente in tre sezioni geografiche, di cui il superiore contiene le monete dell’Asia Minore, Fenicia, Siria, ecc., quello di mezzo, le monete della Grecia Alta e Centrale, Peloponneso, Creta e le isole del mare Egeo, e l’inferiore, le monete della Magna Grecia, della Sicilia, delle rive meridionali del Mediterraneo e dell’Europa nel Mezzodì.
Ciascuno dei sette comparti storici offre così in tre sezioni geografiche un quadro completo attraverso il mondo civilizzato, durante un datò periodo, mentre il tutto offre un prospetto generale mediante quadri che storicamente si succedono. Ogni esemplare esposto nei 21 scomparti è elencato e porta un numero di riferimento all’opera del Dottor Head Guide to the Coins of the Ancients dove si possono trovare tutte le necessarie spiegazioni.
All’esposizione greca accennata fa riscontro la romana la quale comprende le serie seguenti:
a) Aurei romani e bizantini da Giulio Cesare fino alla caduta di Costantinopoli.
b) Denari d’argento della Repubblica.
e) Aes grave.
d) Bronzi imperiali.
Circolare numismatica mensile. — Sotto il nome di Monthly Numismatic Circular, i Signori Spink e Son di Londra (Gracechurch Street, 1 e 2) hanno intrapreso nello scorso dicembre la pubblicazione di un giornale mensile di Numismatica. Come lo vuole la natura del giornale e la sua frequente apparizione, esso è dedicato a due cose specialmente; alla cronaca ossia ai piccoli fatti riguardanti la Numismatica e alla vendita delle monete; il che non esclude che ogni numero porti alcuni articoli scientifici, i quali vengono [pubblicati nella loro lingua originale (e così ne abbiamo nei primi sei numeri in inglese, tedesco, italiano e francese), mentre il testo del giornale è naturalmente in inglese.
Nel complesso la Monthly Numismatic Circular è assai raccomandabile, perchè ben fatta, copiosa di interessanti notizie e ricca in offerte di monete. Grazie a quest’ultima parte l’abbonamento annuale a un periodico che esce mensilmente con venti pagine in gran formato costa la tenue moneta di L. 1,25.
Museo Britannico. — Dopo 41 anni di onorevolissimo impiego, il Sìg. Reginaldo Stuart Poole si ritirò, abbandonando la direzione del Medagliere al Sig. Barclay Head, già conservatore al dipartimento delle monete greche. I nomi dei due illustri numismatici sono già associati in parecchi di questi splendidi cataloghi che formano il lustro del Museo Britannico.
Dizionario Numismatico. – Mediante convenzione coi Signori Spink e Son di Londra il Signor Boutkowski intende continuare la pubblicazione del suo grande dizionario numismatico, incominciato nel 1881 e in seguito interrotto. I Signori che intendessero sottoscrivere alla continuazione di tale importante lavoro, sono pregati di trasmettere la loro adesione ai suddetti Sigg. Spink e Son di Londra (Gracechurch Street, 1 e 2) perchè, quantunque il materiale sia pronto fino al VI volume, non se ne incomincierà la stampa se non dopo assicurato un certo numero di sottoscrittori. I volumi IV, V e VI saranno pubblicati in 30 dispense mensili, al prezzo di 2 scellini per fascicolo.
Premio di numismatica. — L’Accademia delle Iscrizioni di Parigi ha conferito il premio Allier de Hauteroche (numismatico) al Sig. Ernesto Babelon, egregio Conservatore del Gabinetto delle Medaglie di Parigi, per il suo Catalogne des monnaies grecques de la Bibliothèque nationale. II: Les Perses Achéménides, les satrapes et le dinastes tributaires de leur empire, Chypre et Phénicie. Le nostre più vive congratulazioni all’esimio numismatico.
Gabinetto di Parigi. - In seguito alla morte del compianto Sig. Lavoix, conservatore del dipartimento delle Monete, pietre incise e antichità della Biblioteca Nazionale di Parigi, venne nominato conservatore il Sig. Ernesto Babelon il quale non abbisogna che lo presentiamo ai nostri lettori, e Sotto-bibliotecario il Sig. A. Blanchet, il cui nome è già chiaro nella numismatica per varie pubblicazioni, per articoli in diversi periodici e ultimamente per l’opera Histoire monétaire du Béarn, di cui diamo un cenno in questo stesso numero della Rivista.
Un ripostiglio a Cesena. — Nello scorso maggio, a Cesena, in una casa in demolizione, ora di proprietà di quel Municipio, furono trovati due salvadanai contenenti varie monete medioevali, italiane e straniere.
Di questo piccolo ma prezioso ripostiglio parlò diffusamente il periodico locale Il Cittadino, da cui rileviamo che in esso si trovavano, fra l’altre, le seguenti rarità: due zecchini de’ Granmaestri di Rodi, l’uno di Pietro d’Aubusson, l’altro di Fabrizio del Carretto; e uno zecchino di Leone X per Modena (Bellini, De mon. It., noviss. diss., tav. IX).
R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti. — Nella seduta del 18 Giugno corr. il nostro presidente Conte Comm. Nicolò Papadopoli venne nominato Membro effettivo di questo illustre Istituto.
Nuove Società numismatiche. — Da Mosca e Copenaghen ci giunge notizia essersi colà fondate due nuove Società di numismatica. Alle due consorelle i nostri più sinceri e cordiali augurii di prosperità.
Società Numismatica di Londra. — Nella seduta del 16 febbrajo scorso furono nominati Membri onorarii di questa società il Visconte B. de Jonghe presidente della Soc. Num. Belga, il Signor Löbbecke di Brunswick, e il Cav. Francesco Gnecchi di Milano.
A proposito della mancanza degli spezzati. — Un documento comparativo del 1460!
Val la pena, per la curiosità sua, e per l’attualità dell’argomento, di riportare per intiero una lettera indirizzata da un anonimo che prudentemente si nascondeva, al duca di Milano, Francesco Sforza2. Semper idem, cioè esodo d’argento oggidì, e quattrocento e più anni fa.
« Serenissime principe & clementissimo signore,
« Da poi V. S. ha facto abbatere loro et la moneta, che è la desfactione di poveri homini et artesani vostri, et è la grassa di richissimi et de laltre città non sottoposte a V. S. azò che non sia la ultima desfactione de le vostre città et poveri artisti, proveda sua S, V. o vero faza provedere che loro et le monete non siano portate via avisando quelle che non solamente sonno portate via in sachitti ma oni dì, oni dì, oni dì sono portati via in balle grosse. Se V. S. non li provede in breve, et essa vivesse L.ta anni, non li farà ni potrà farli tornare, et alla fiata se ne porrla bavere desasio, avisandola che laltre signorie se ne ridono, et avisando ancora V. S. che una volta la felice memoria del duca Filipo abbate el ducato chio mi ricordo solo tré sexini, et poi fra doi misi lo ritornò al suo primo pretio, et ebbe a dire che saria stato meglio chel havesse perduta una città. Et non se dubiti niente V. S. che avanti sia uno anno, essa rimproperà quilli che gli ano dato questo consiglio. Se io avesse dicto cosa che a V. S. rincressesse, supplico quella se degnie perdonarmi. Mediolani die xxij aprillis 1460.
Ill.mo «dominationis vestre fidelissimus servitor et fidelis». |
Ancora del ripostiglio di Cesena. — Nel fascicolo precedente di questa Rivista (pag. 266) abbiamo dato un brevissimo cenno su di un ripostiglio di monete italiane ed estere scoperte a Cesena. Ora, dietro notizie ricevute posteriormente, siamo in grado di fornirne qualche notizia più diffusa.
Negli ultimi giorni dello scorso aprile a Cesena, alcuni fanciulli, frugando fra le demolizioni di una casa già Stefanelli, ora di proprietà del Municipio, in via Mazzoni, trovarono entro due salvadanai un gruzzolo di monete antiche in oro e argento. Non possiamo indicarne il numero preciso, giacché, come avviene di solito, appena fatto la scoperta, quei fanciulli cedettero tosto una parte di quelle monete a varie persone, che in quel momento si incontrarono a passare di là. Una parte del tesoretto, e cioè 18 monete d’oro e 5 d’argento, poterono essere ricuperate dall’autorità municipale; le altre passarono in varie mani.
Riunendo ora le 23 monete suaccennate, alcune da noi acquistate, ed altre che ci furon proposte, potemmo conoscere circa quaranta monete di quel ripostiglio, e ne diamo qui in seguito un cenno sommario. Le monete sono pressoché tutte italiane e abbracciano l’epoca dal principio del XV al principio del XVI secolo. Vi sono monete rare, e alcune varianti inedite. — Eccole per ordine alfabetico:
Avignone. — Nicolò V (1447-1455). Zecchino (Variante, del n. 3 del Cinagli).
- D/ — • NICOLAVS • PP • QVINTVS • Il Pontefice seduto di fronte, mitrato, colla destra alzata in atto di benedire.
- R/ — + • SANCTA • ROMANA • (cifra) ECCLESIA. Nel campo incorniciato le chiavi decussate.
Bologna. — Leone X (1513-1521). Zecchino (Cinagli n. 21).
Carmagnola. — Lodovico II marchese (1475-1504). Doppio zecchino.
- D/ — + LVDOVICVS • M • SALVTIARVM. Busto corazzato a sinistra con berretto.
- R/ — SANCTVS • CONSTANTIVS • B • S. Aquila ad ali spiegate collo stemma in petto.
La leggenda di questa moneta è variante, nel rovescio, da quella pubblicata dal Litta (Famiglie celebri italiane: I Marchesi di Saluzzo) e da quella descritta nel Catalogo del Museo di Vienna (Monnaies en or du Cabinet de Vienne, pag. 262, n. i).
Firenze. — Repubblica (secolo XV-XVI). — N. 3 fiorini d’oro variati, coi seguenti stemmi: Giglio. — Aquila ad ali spiegate con un N. — Due cani sovrapposti con un’L in alto.
Mantova. — Francesco II marchese (1484-1519). Zecchino.
- D/ — FR • II • MAR • MANTVAE. Busto a sinistra, testa nuda.
- R/ — S • R • E • CAN. Stemma Gonzaga (quattro aquile).
- Nel mezzo di esso le chiavi sormontate dall’ombrello.
- (Inedito).
Modena. — Leone X (1514-1521). Variante del n. 22 di Cinagli.
Pisa. — II Repubblica (1495-1509). Zecchino.
- D/ — PTEGE • VIRGO • PIS. La Vergine seduta e nimbata col Bambino in grembo.
- R/ — × • POPVLI ⸫ PISANI. Croce pisana, portante alla estremità di ciascun braccio tre globetti.
(O. Vitalini, Di alcune monete inedite e non ancora segnalate. " Bullettino di Num. e Sfragistica „. Vol. II, pag. 37, tav. I, n. 4).
Rodi — Pietro d’Aubusson (1476-1503). Zecchino, tipo solito (2 esemplari).
- „ — Fabrizio del Carretto (1513-21). Zecchino idem.
Roma. — Pio II (1458-64). Zecchino. (Cinagli n. 2).
- „ — Paolo II (1464-71). Zecchino. (Cin. n. 12).
- „ — Alessandro VI (1492-1503). Doppio zecchino. (Cinagli n. 1).
- „ — Giulio II (1503-13). Zecchino. (Cin. n. 3).
Savoja. — Filiberto II duca (1497-1504). Zecchino. Variante da quello pubblicato da Promis (Monete dei reali di Savoja. Vol. II, tav. XIII, n. 2).
Venezia. — Tomaso Mocenigo (1414-23). Zecchino.
- „ — Francesco Foscari (1423-57). Zecchino (2 esemp.).
- „ — Nicolò Tron (1471-73). Zecchino.
- „ — Agostino Barbarigo (1486-1501). Zecchino e 2 marcelle.
- „ — Leonardo Loredan (1501-21). Marcella (3 esemplari).
Fra le monete estere nulla di importante. — Uno scudo d’oro, tipo solito di Carlo VIII di Francia; sei zecchini di Ungheria, due di Mattia Corvino tre di Ladislao e uno di Lodovico; due zecchini di Matteo Lang vescovo di Salisburgo; e alcuni ducati di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia.
Guida Numismatica (III Edizione). — I Sigg. fratelli Francesco ed Ercole Gnecchi si accingono a compilare la terza edizione della loro Guida Numismatica, Essi si raccomandano caldamente a tutti i Signori Direttori di Musei, Raccoglitori, Numismatici, Negozianti di monete, medaglie, libri di numismatica, ecc., perchè vogliano trasmettere nel più breve termine possibile al loro indirizzo (Milano, Via Filodrammatici, 10) le notizie riguardanti le loro Collezioni, le loro opere, o il genere del loro commercio. Tutte queste notizie sono inserite nella Guida gratuitamente.
Le Inserzioni a pagamento poi, da pubblicarsi su fogli separati (una pagina intera formato in-16 L. 20; una mezza pagina L. 10), devono essere trasmesse direttamente all’Editare Sig. Lodovico Felice Cogliati, Milano, Via Pantano, 26.
La coniazione del bronzo per l’Italia. — Non è certo in questo Periodico che la politica deve invadere il campo della scienza, e che un risentimento anche giustificato deve turbare il sereno giudizio; ma ci sia lecito almeno esprimere un sentimento di rammarico, vedendo quanto facilmente siamo stati profeti, r- Non era difficile prevedere che la zecca di Roma sarebbe stata insufficiente, appena che fosse venuto un bisogno di coniazione; eppure, malgrado ogni buona ragione, si volle chiudere e abolire la zecca di Milano. Nacque il bisogno di coniare alcuni milioni di bronzo. La zecca di Roma non ne può dare che la minima quantità, e il resto viene ordinato a quella di Birmingham! Quam parva sapientia regitur mundus!
Reale Società Numismatica Belga. — Nella seduta del 2 Luglio u. s. venne nominato Membro onorario di questa Società il Cav. Francesco Gnecchi.
Società Numismatica Svizzera. — Nella seduta del 30 Settembre u. s. vennero nominati Membri onorarii di questa Società i Sigg. Francesco ed Ercole Gnecchi.
Un ripostiglio di monete aragonesi. — Nel villaggio di Chiaramonte presso Sassari (Sardegna) fu nello scorso mese di novembre ritrovata una cassa contenente oltre 600 monete in argento. Sgraziatamente quel ripostiglio, che poteva essere molto interessante, andò subito disperso, e malgrado le nostre ricerche, non ci fu possibile aver nelle mani che pochi esemplari. — Da questi e dalle poche notizie raccolte sappiamo che tutte quelle monete appartengono al dominio degli Aragonesi nella Spagna e in Sardegna. Vi si trovavano molte monete dei re d’Aragona: Giacomo II (1291-1327), Alfonso IV (1327-35), e Pietro IV (1335-87), battute a Barcellona, ed altre di Pietro IV battute a Villa di Chiesa in Sardegna (1336-87).
Un denaro di Trajano al Congo. — Scavando il terreno per le fondazioni di una nuova costruzione nel promontorio elevato fra Matadi e il burrone Leopold, appartenente alla Società dell’Alto Congo, alcuni operai trovarono a un metro di profondità una moneta d’argento coli’ effigie di Trajano. Il direttore dei lavori all’annuncio della curiosa scoperta fece sorvegliare le operazioni di scavo; ma nulr altro finora venne trovato. Dove non hanno.lasciate le loro traccie i Romani?
Guida Numismatica Universale (III Edizione). — Come annunciato nell’ultimo fascicolo, si sta approntando la III Edizione della Guida Numismatica Universale, per la quale già a quest’ora si è raccolto un numero d’indirizzi assai più abbondante che nelle precedenti. — Si sollecitano quindi coloro che non avessero ancora rimandato le schede, a volerlo fare il più presto possibile, all’indirizzo: Francesco ed Ercole Gnecchi, Via Filodrammatici N. 10 — Milano.
La prossima vendita della collezione Stettiner. — Il Signor Pietro Stettiner di Roma fu già possessore di una bellissima collezione di Aes grave, ricca di pezzi unici e rarissimi. La vendette nel 1887 per rivolgersi alla serie imperiale romana. In questi anni vi dedicò assidue cure, riuscendo a mettere insieme una bella serie notevole soprattutto per le splendide conservazioni di bronzo e di molti aurei. Fra poco anche questa Collezione sarà venduta al pubblico incanto, e ciò perchè il proprietario intende ora dedicarsi a un’altra serie e a un altro studio. Non conosciamo precisamente le sue intenzioni per l’avvenire, ma da quanto ci disse, pare che propenda per una collezione medioevale. Questo è certamente il mezzo migliore per studiare successivamente i varii rami della numismatica.
R. Istituto Lombardo di scienze e lettere. — L’Istituto Lombardo è venuto nella deliberazione di porre a disposizione degli studiosi la propria biblioteca, ricca di oltre duecentomila volumi e formata specialmente di opere scientifiche e storiche. A tale scopo ha ammessi, con tessera speciale, coloro che, presentati da un membro dell’Istituto, ne faranno domanda alla presidenza.
La sala sarà pronta per il 1 gennajo 1894 ed aperta poi tutti i giorni dalle ore 12 alle 16, esclusi i giorni festivi e quelli in cui hanno luogo le adunanze dell’Istituto. La sala resta pure chiusa nel mese d’agosto per lo spolveramento generale.