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260 | notizie varie |
" Fra i carboni e la cenere che costituiscono uno strato nerissimo a contatto del terreno battuto e degli impiantiti, sono pure comparse non poche monete per le quali spero mi sarà dato di precisare anche l’epoca nella quale le fiamme ebbero distrutta quella illustre città.
" Il loro numero fino ad oggi è di 32, quasi tutte più o meno intaccate dal fuoco: sono assi romani in n. di 12 e 2 semissi: due sono d’argento, romane anch’esse: sette sono sestanti di Vetulonia: uno è un didramma di Vetulonia a rovescio liscio; il rimanente di bronzo, sono, per ora almeno, irriconoscibili.
" Per questa sola distinzione è facile concludere intanto che l’incendio avvenne dopo l’occupazione romana, posteriormente alla introduzione della moneta coniata, anno 264 av. G. C, mentre si manteneva in circolazione la moneta locale. Io non ho potuto posare l’attenzione su ciascuna moneta per precisare l’epoca dell’incendio; ma posso dire intanto che gli assi meno pesanti appartengono al sistema onciale, il quale ebbe certamente fine nell’anno 191 av. G. C., onde l’incendio avvenne senza dubbio in quel periodo di anni 73 che decorse dalla prima alla terza riduzione.
" Ritengo fermamente che con uno studio accurato e con l’aiuto delle monete d’argento potrò ancora meglio definire l’epoca surricordata, la quale facilmente potrà essere ristretta fra il 230 e il 216 av. G. C.; ma io non ho avuto, ripeto, il tempo di fare i necessari riscontri.
" Delle due monete d’argento, una è un denaro: D/ Testa di Pallade a destra col casco alato; R/ Diana in biga e sotto roma. — L’altra è un quinario foderato: D/ Testa della libertà a destra e l’iscrizione m. cato pro. pr.; R/ Vittoria assisa a destra e l’iscrizione victrix.
" Debbo per altro avvertire che essendomi accorto dell’incendio solamente dopo qualche giorno di lavoro e dopo raccolte alcune di quelle monete, non ho certezza che esse vengano tutte di sotto le rovine; ma nell’anno avvenire, se il Ministero potrà favorire così importanti scavi con fondi sufficienti, mi propongo di asportare tutta la terra di sovrapposizione prima di rovistare fra le rovine, onde tener divise le monete dell’uno e dell’altro strato.