Rivista italiana di numismatica 1892/Necrologie
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NECROLOGIE
CAMILLO BRAMBILLA.
La mattina del giorno 3 marzo corr. terminava in Pavia la sua lunga, operosissima vita il nob. Commendatore Camillo Brambilla, Membro del Consiglio di Redazione della nostra Rivista. Fu uno dei cittadini di Pavia fra i più distinti per integrità di carattere, per saviezza di politica, per profondità di studii.
Era nato a Pavia il 27 Febbraio 1809, da Giuseppe e da Maria Baronessa Erben. Laureato in Giurisprudenza nel 1828, entrò alunno di concetto negli ufficii di Governo a Milano. Compiuti gli anni di alunnato passò, quale Segretario provvisorio, all’Amministrazione del Civico Ospitalo di S. Matteo in Pavia, e dopo aver fatto colà breve sosta, nell’Aprile 1836, fu nominato Aggiunto soprannumerario presso la Delegazione in Pavia. Nominato poi Relatore Prov. a Mantova, ottenne, dopo alcuni anni, di fare il cambio col Relatore Prov. di Pavia (al quale diede a tale scopo un rilevante indennizzo). Rimase in tale impiego fino al 1849, epoca in cui il Governo austriaco, in punizione per la parte presa al movimento liberale politico, che precedette e fece seguito alle cinque giornate di Milano, lo traslocò senza avanzamento, ancora a Mantova. Chiesta la pensione, che gli fu rifiutata, Camillo Brambilla diede le dimissioni dall’impiego e dalla carica di Scudiere dell’Imperatore, di cui era investito fino dal 1838.
Fu poi: Consigliere Comunale dal 1860 al 1891, in cui diede le dimissioni perchè rieletto a minoranza. — Consigliere Provinciale dal 1862 al 1868. — Deputato Provinciale dal 1863 al 1868. — Vice Presidente del Consiglio Provinciale nel 1864. — Amministratore del Collegio Ghislieri nel 1858. Rimasto solo nell’Amministrazione, fu nominato Commissario Governativo, ma egli declinò l’incarico. — Amm.re e Presidente della P. C. d’Industria dal 1853 fino alla sua morte. — Membro distinto delle commissioni pel soccorso ai danneggiati dalle innondazioni, 1857-1868. — Per qualche tempo, Ispettore degli Scavi e Monumenti. — Presidente, fino alla sua morte, della Società per la conservazione dei Monumenti dell’Arte Cristiana. — Fu membro di molte accademie scientifiche e insignito ripetutamente di onorificenze, come appare dal seguente elenco: Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, 1860. — Membro effettivo della Società Italiana di Archeologia e Belle Arti di Milano, 1863. — Ufficiale della Corona d’Italia, 1867. — Socio corrisp. della P. Accademia Raffaello di Urbino, 1872. — Socio della Società Storica di Milano, 1874. — Socio onorario con medaglia di I classe della Società emulatoria di Scienze ed Arti in Italia, 1874. — Membro della commiss. per la Storia dell’Università di Pavia, 1876. — Socio corrisp. della Accademia Fisio-Medico-Statistica di Milano, 1878. — Membro della Società Francese di Archeologia per la conservazione e descrizione dei Monumenti Storici, 1879. — Membro effettivo della Deputaz. di Storia Patria di Torino, 1880. — Membro effett. della Società Ital. d’Igiene di Milano, 1880. — Socio corrisp. del R. Ist. Lombardo di Scienze e lettere, di Milano, 1884. — Membro onorario della Società R. di Numis. del Belgio, 1888. — Commendatore della Corona d’Italia, 1889.
La Numismatica fu la sua passione predominante. Da molti anni raccoglieva e, morendo, lasciò alla sua nativa Pavia una insigne collezione di monete medioevali italiane, contenente la importantissima serie delle Monete Pavesi, la più ricca che si conosca.
Ma la passione del raccoglitore non fu disgiunta da quella dello studioso, e numeroso è l’elenco, quale lo diamo qui in seguito, dello sue pubblicazioni numismatiche, fra cui la principale è l’illustrazione delle Monete di Pavia.
Della nostra Rivista fu uno dei più caldi propugnatori e Membro del Consiglio di Redazione fino dall’origine; anzi, fu per collaborarvi che si decise a rioccuparsi degli studii numismatici già da parecchi anni abbandonati. In questo medesimo fascicolo, che porta la sua necrologia, si pubblica il suo ultimo scritto, l’accurata recensione del libro del Vallier, scritta a letto nell’ultimo mese di vita, durante quella malattia, che la sua robustissima fibra gli permetteva di credere facilmente superabile. — Dolente di non potere, per tale malattia, assistere all’ultima seduta del Consiglio di Redazione, in cui si decideva la formazione della Società Numismatica, vi aderiva col massimo slancio e mandava i più caldi voti pel suo avvenire.
Ci facciamo quindi interpreti di parecchi dei nostri colleghi e non crediamo d’errare associandovi anche i lontani, nell’esprimere a nome di tutti il più vivo rammarico per la perdita di un uomo tanto egregio.
Bibliografia Numismatica di CAMILLO BRAMBILLA.
In questo importante articolo, l’autore fa conoscere il secondo esemplare del denaro milanese di Ardoino, variante nel monogramma, da quello pubblicato l’anno precedente nella stessa Rivista dall’Avv. Bertolotti.
Sotto questo titolo modesto l’Autore pubblica in 12 interessanti monografie, altrettante monete inedite o varianti di quelle pubblicate. Citeremo fra le più importanti le Memorie II e III, che illustrano due Tremissi di Astolfo, attribuiti uno a Pavia, l’altro a Ravenna.
Sono altre dodici importanti memorie, che fanno seguito alle precedenti. Nella prima, l’autore descrive il ripostiglio di Zenone, composto di 49 soldi d’oro romani dei bassi tempi, con varianti inedite; nella seconda, un soldo d’oro unico di Zenone coll’esergo conobry; nelle altre ci fa conoscere buon numero di importanti monete italiane inedite. Citiamo, fra le più importanti, la moneta in argento del Comune di Alessandria, e il quattrino della prima Repubblica milanese.
Le due tavole incise annesse a questo monografie, come quelle delle precedenti, sono opera egregia del Kunz.
È l’opera principale del Brambilla, l’unica illustrazione completa di questa importante zecca italiana. Essa riassume tutto quanto fu scritto su questa zecca fino ad oggi. L’opera è distesa in dodici capitoli e tratta la storia dell’officina pavese dall’epoca romana fino a Carlo V, sotto il triplice aspetto storico, economico ed artistico, ed è corredata da non pochi documenti nuovi.
Le numerose monete inedite pubblicate dall’autore sono tolte in gran parte dalla sua stessa colleziono, la quale, per la parte che riguarda Pavia, è certamente la più bella e completa fra tutte le collezioni pubbliche e private. Egli non trascurò però le altre raccolte, e un buon contingente gli fornirono quelle pubbliche di Milano, Roma, Torino, Pavia, Parma, molte private italiane, nonchè qualcuna estera.
L’opera è arricchita di 12 magnifiche tavole, opera del Kunz.
Sono due interessanti monografie, che fanno appendice all’opera sulle Monete di Pavia. Nella prima, l’autore restituisce a Rotari re dei Longobardi, il celebre tremisse del Museo di Brescia, sul quale avevano discusso a lungo il San Quintino ed altri numismatici, proponendo varie attribuzioni.
Nella seconda, pubblica il fiorino d’oro di Filippo Maria Visconti Conte di Pavia. L’importante moneta, trovata in quell’anno 1887, è finora unica, e si trova nella sua collezione.
È una interessante e ragionata descrizione di due ripostigli, composti in gran parte di denari e denari mezzani delle zecche di Pavia, Brescia, Mantova, Cremona, Asti, Milano, Genova, Parma, Como, ecc.
Le monete più importanti del ripostiglio sono due imperiali di Galeazzo Visconti per Piacenza, dei quali si conoscono pochissimi esemplari.
In questo importantissimo studio, che forma una seconda Appendice all’opera sulle Monete di Pavia, l’Autore descrive un tremisse affatto inedito e sconosciuto col nome di Desiderio, e colla leggenda flavia sidrio, proponendone, dopo molte considerazioni storiche, filologiche ed epigrafiche, l’attribuzione alla città di SUTRI (Sutrium, Sudrium).
In questo piccolo lavoro, il primo pubblicato nella presente Rivista, l’Autore distrugge con validi argomenti l’attribuzione alla zecca di Pontestura, proposta dal Maggiora-Vergano, di una monetina già pubblicata dal Promis, come appartenente alla zecca di Casale. — Dopo tale pubblicazione viene confermata la giusta attribuzione fatta dal Promis, e il nome di Pontestura fu cancellato dal novero delle zecche italiane.
Il Ch.mo Autore si proponeva di pubblicare mano mano, nella nostra Rivista, tutte le monete inedite della sua Collezione, acquistate dopo la pubblicazione delle sue Annotazioni. Questo primo saggio doveva sgraziatamente essere anche l’ultimo! Sono otto appunti che illustrano altrettante monete inedite di Cremona, Casale, Mantova, Sabbioneta, Bozzolo e Spoleto.
I disegni che precedono i singoli appunti, sono opera del Kunz, lavori postumi del compianto incisore.
La Direzione. |
GIULIO MINERVINI.
Nella notte del 18 Novembre 1891 moriva in Roma, per paralisi cardiaca, il Comm. Giulio Minervini. Fu archeologo insigne, ottimo bibliotecario e autorevole illustratore di Pompei.
Napoleone III volle commettere a lui la traduzione della sua Vita di Giulio Cesare, e lo creò Commendatore della Legione d’onore, mentre governi, sovrani ed accademici facevano a gara nel colmarlo di distinzioni e di onorificenze. — Il Minervini si era con amore dedicato agli studi di archeologia. Restano di lui molti lavori, fra i quali ci limitiamo a citare i seguenti, che trattano di numismatica classica: Prefazione agli Estratti numismatici rinvenuti fra i manoscritti inediti di F. M. Avellino (in Annali di num. di Fiorelli, 1851) — Monete sannitiche recentemente scoperte (in Bull. arch. napol., Anno III, pag. 130) — Monete di Cuma (Ibid. Nuova serie, anno I, pag. 165, e anno II, pag. 124) — Monete di Capua (Ibid. Anno II, pag. 124) — Monete di Napoli (Ibid. Anno IV, pag. 55) — Monumenti antichi inediti posseduti da Raffaele Barone (Napoli, 1852) — Intorno le medaglie dell’antica Dalvon (Napoli, 1852) — Saggio di osservazioni numismatiche (Napoli, 1856).
E. G.
MATTEO CAMERA.
Il 2 dic. 1891 moriva il Cav. Matteo Camera di Amalfi, appassionato e dotto cultore degli studi storici ed archeologici. Pubblicò parecchi lavori importanti sulla storia delle provincie meridionali d’Italia, specialmente sulla sua città nativa, e con accurate e pazienti indagini, corresse le inesattezze della storia amalfitana del Pansa e ne colmò le lacune.
Il Camera si occupò pure della numismatica medioevale del mezzodì d’Italia, ed a lui dobbiamo l’importante scoperta di un denaro, del XIII secolo, coll’iscrizione civitas amalfia; di una monetina interessantissima di Gaeta coi nomi di Giovanni e Marino consoli; per non dire di altrettante inedite da lui pubblicate e che furono argomento di speciali monografie. Egli comunicò pure parecchie notizie allo Spinelli, il quale, nella prefazione della sua opera Monete cufiche, ecc., fa cenno di questa efficace cooperazione.
Di più, nei suoi lavori storici: Gli Annali delle due Sicilie — Annali Storico-dipl. di Amalfi — Giovanni I e Carlo III di Durazzo, trovansi importanti cenni numismatici, e, sebbene, alle volte, egli accetti troppo facilmente induzioni e dubbie notizie di antichi scrittori, nondimeno in quei lavori potrà attingere un prezioso contingente chi vorrà occuparsi di questa parte della numismatica italiana, sinora così poco conosciuta.
Il Camera lascia una preziosa raccolta di documenti relativi alla Storia napoletana.
A. G. S.
FRANCESCO REALE.
Il 22 febbr. scorso, a Pavia sua patria, moriva Francesco Reale, custode della Pinacoteca Malaspina, appassionato raccoglitore di oggetti d’arte ed anche di medaglie. Lasciò la sua collezione al Civico Museo della città natale.
GIOVANNI FRACCIA.
Il giorno 3 gennaio scorso moriva in Cagliari il cavaliere Giovanni Fraccia, nato in Palermo nel 1824. Dedicatosi per tempo agli studi antiquarii, si occupò principalmente delle antichità sicule, ebbe varii incarichi governativi relativamente a scavi e monumenti antichi, e fu, dal 1870 al 1873, direttore del Museo di Palermo. Nel 1879 veniva nominato direttore del Museo di Cagliari. — I suoi lavori numismatici si riferiscono tutti ad antiche monete della Sicilia, e furono poi riunite sotto il titolo di: Antiche monete Siciliane pubblicate pel primo dal Cav. Giovanni Fraccia, nel periodico il Buonarrotti di Roma, nel 1889 e 1890. È spiacevole che il carattere battagliero dell’Autore abbia sovente impresso ai suoi scritti scientifici un’impronta di polemica troppo personale.
F. G.
GIUSEPPE BERTOLOTTI.
Il giorno 23 scorso febb. alle 5 1/2 pom. moriva l’Avvocato Giuseppe Bertolotti, il nestore dei collezionisti milanesi. Raccoglieva da oltre quarant’anni e possedeva una delle più belle serie di monete milanesi, oltre ad una discreta collezione di romane. Lasciò le seguenti Memorie numismatiche, colle quali faceva conoscere tre importanti monete milanesi, ch’egli ebbe pel primo la fortuna di possedere: Illustrazione di un denaro d’argento inedito di Rodolfo di Borgogna Re d’Italia (1854) — Denaro milanese di Ardoino Re d’Italia (1864) — Di un denaro d’argento battuto in Milano da Berengario II ed Adalberto (1873). - Nel 1887 poi pubblicava: Di un curioso denaro di Pavia coniato in Milano dall’Imperatore dei Romani Ottone I, associato al figlio Ottone II, Re d’Italia.
E. G.
ALFONSO DE SCHODT.
Il giorno 16 febbraio scorso cessava di vivere a Bruxelles, nell’età di 65 anni, Alfonso Fedele Benedetto Costantino de Schodt, Commendatore di più ordini, Direttore generale del Registro e Demanio, presidente della Società Numismatica del Belgio dal 1887 al 1889. Quantunque fino da giovane fosse raccoglitore di monete, (possedeva una collezione universale di circa 16000 pezzi), allo studio della Numismatica non si dedicò se non tardi, occupandosi della serie romana, e più specialmente delle tessere e dei gettoni del Belgio; anzi in questa partita era riconosciuto quale autorità. Il suo primo lavoro, Méreaux de bienfaisance, ecclésiastiques et religieux de la ville de Bruges, appariva nella Revue Belge del 1873, e il più apprezzato è quello che porta per titolo: Les jetons de la Ville et de la châtellenie de Courtrai, pubblicato pure nella Revue Belge del 1889. — Lungo sarebbe enumerare tutti i suoi lavori numismatici, il cui indice fino al 1889, può leggersi nella nostra Guida Numismatica, II Edizione, p. 180 e 181. L’ultima sua memoria è quella presentata al Congresso di Bruxelles, di cui si dà un resoconto nel presente fascicolo della Rivista.
F. G.
NECROLOGIE
CARLO PRAYER.
Sabato, giorno 13 Agosto scorso, dopo brevissima malattia, è morto a 67 anni, Carlo Prayer, capitano in ritiro, antico patriota, e appassionato raccoglitore di numismatica.
Nato a Milano nel 1825, studiò pittura. Giovanissimo ancora, assieme al fratello Giulio Giuseppe, si imbarcava per l’America su la stessa nave di Giuseppe Garibaldi, del quale i due milanesi furono fedeli e valorosi seguaci, accapparrandosi la confidenza dell’eroe.
Ferventi di amor patrio e di affetto fraterno, insieme combatterono in tutte le guerre dell’indipendenza dal 1848 al 1861; bastava un cenno di Garibaldi perchè accorressero. Nel 59 erano in Spagna, reduci da un lungo viaggio nelle Americhe; ricevettero una riga del loro capitano e senza indugi furono in Piemonte, ambedue dopo il 60 passarono nell’esercito regolare, e i due prodi soldati che mai in oltre quindici anni di perigliose vicissitudini, si erano distaccati, ottennero di servire nello stesso reggimento. Durante la campagna del bringantaggio, incorporati nel 14° fanteria, amendue capitani, l’uno comandante la 13a. l’altro la 14a compagnia, diedero prova, oltre che di valore, di energia ed abnegazione; in un conflitto coi briganti, Giulio Giuseppe cadde. Allora Carlo chiese il ritiro e si ridusse a Genova dove si dedicò ai suoi favoriti studi della storia dell’arte, e fra i numismatici italiani s’acquistò buon nome. Appassionato dilettante di pittura, i quadri suoi donava agli amici, oppure consacrava l’opera sua alle chiese dei villaggi delle nostre Prealpi, ove compiacevasi passare i mesi estivi, adornandole di pregevoli affreschi.
Da parecchi anni era tornato a vivere nella sua Milano, ove aveva riannodato le antiche relazioni. Anima mite, di singolare modestia, d’un delicato riserbo nel tratto, in lui non si tradiva l’antico uomo d’armi, che pure erasi acquistato medaglie al valore.
Aveva cominciato a raccogliere nel 1865 in Sicilia, e possedeva monete greche, romane ed italiane medioevali. Fra le romane, aveva una speciale predilezione per le monete di Marco Aurelio, l’imperatore filosofo e, artista com’era e appassionato pel bello, egli faceva una collezione specialmente sotto l’aspetto dell’arte. E collegando la collezione numismatica con altre di disegni di primari artisti, di miniature in pergamena, di impronte di medaglie e di cammei, s’era prefisso lo scopo di riunire una serie di esemplari atti a rappresentare la storia dell’arte figurativa dall’epoca greco-romana, passando pel Medio Evo e pel Rinascimento, fino a’ nostri giorni.
E. G. |
GABRIELLO CHERUBINI.
Il giorno 30 Marzo pp. 1892 moriva in Atri, sua patria, il Cav. Prof Gabriello Cherubini. Nato il 2 ottobre 1817, s’era dato per tempo a studiare con amore e con rara pertinacia tutto quanto riguarda la storia di Atri e del suo territorio. Aveva a tal’uopo radunato una importante collezione di libri, opere d’arte, documenti, monete, sigilli, oggetti d’ogni genere atti ad illustrare tanti punti controversi della storia abruzzese. Cominciò quindi una serie di pubblicazioni archeologiche, che resero chiaro il suo nome, non solo in Italia, ma anche all’estero. Ebbe dal governo la nomina di Regio Ispettore degli Scavi e monumenti, e fu membro di varie Accademie italiane ed estere.
Fra le molte sue pubblicazioni, sono a notarsi alcuni lavori di numismatica italiana medioevale pubblicati nel Periodico di numismatica e sfragistica di Firenze, e nella Rivista abruzzese.