Gestione delle sezioni del Portale Teatro

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Sezioni del portale

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Autore in evidenza

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Autore in evidenza
 
Plauto, il cui vero nome non è certo, è stato un celebre commediografo romano antico.

Vissuto durante la Seconda guerra punica, ci sono giunte 21 sue commedie, molte delle quali sono rappresentate ancora oggi. Sebbene sia ancora forte l'influenza della cultura ellenistica (come il rispetto dei nomi e dei luoghi tipici dei protagonisti), Plauto si sforza sempre di fare della romanità un punto importante delle sue opere. Le sue commedie caratterizzate dal grottesco e dalla battuta felice, hanno influenzato grandi drammaturghi, come Moliére e William Shakespeare



Invito alla lettura

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Invito alla lettura
 
Pilade e Oreste
Oreste è una tragedia scritta da Vittorio Alfieri, appartenente con Agamennone al ciclo di Tebe.

Le parole di Elettra, presagio dell'imminente delitto...

 otte! funesta, atroce, orribil notte,
    presente ognora al mio pensiero! ogni anno,
    oggi ha due lustri, ritornar ti veggio
    vestita d'atre tenebre di sangue;
    eppur quel sangue, ch'espiar ti debbe,
    finor non scorre. - Oh rimembranza! Oh vista!
    Agamennón, misero padre! in queste
    soglie svenato io ti vedea; svenato;
    e per qual mano! - O notte, almen mi scorgi
    non vista, al sacro avello. Ah! pur ch'Egisto,
    pria che raggiorni, a disturbar non venga
    il mio pianto, che al cenere paterno
    misera reco in annual tributo! [...]


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Dietro le quinte

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Dietro le quinte
 
L'Edificio scenico (gr. σχηνή), in origine semplice schermo tra pubblico e attori che dovevano rapidamente cambiarsi per la scena successiva, si trasformò in una facciata larga e alta con tre grandi aperture dette thyròmata. Convenzionalmente, rappresentavano tre porte: la centrale, o porta regia, era l'ingresso di un palazzo, di norma appartente al protagonista; la porta di destra era riservata al secondo attore o agli interni di un palazzo, mentre quella di sinistra, al terzo attore, o a luoghi diversi, come templi, prigioni ecc. Costruita in legno, la skenè fu sempre più elaborata ed edificata in pietra, rafforzando l'idea del palazzo del signore. Il suo piano superiore, episcenio (gr. ἐπισχήνιον, episkenion) poteva simulare un terrazzo, un'altura da cui osservare e ospitava le diverse macchine, usate per creare elaborati effetti scenici. Le tre porte potevano contenere i pìnakes, grandi pannelli di legno dipinti che posti su i periaktoi, prismi triangolari girevoli, garantivano il rapido cambio di fondale. Davanti la scena c'era il proscenio (gr. προσχήνιον, proskenion) che passò da pochi centimetri a diversi metri di altezza, sostenuto da colonne tra le quali potevano esseri fissati drappi o pannelli colorati.


Teatro del giorno

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Teatro del giorno


Bosra


—II secolo d.C.

 
Il teatro romano di Bosra, in Siria, costruito nella prima metà del II secolo con pietre levigate di basalto nero, è stato inglobato nella cittadella costruita dagli Ayyubidi, all'inizio del XIII secolo. Presenta una cavea di 102 metri di diametro, con una capienza di seimila spettatori seduti su 37 file, oltre a due, tre mila in piedi; l'orchestra è semicircolare con un diametro di 21 metri e possiede una scena e un frontescena ben conservati, pur mancando i marmi policromi che li rivestivano; delle colonne corinzie che lo decoravano è rimasto solo il primo ordine.



Indice degli autori

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Rilettura del mese

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Rilettura del mese

Le rane di Aristofane
(trad. di B.e P. Rositini,1545)

 


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