Portale Teatro
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Autore in evidenza
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Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 – Roma, 25 aprile 1595) è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano.

Artista segnato da un lento e progressivo logorio delle facoltà della ragione, ha vissuto una vita travagliata, peregrinando tra le diverse corti dell'Italia del XVI secolo. I suoi testi teatrali hanno anticipato il periodo barocco, riproponendo temi cari a Seneca, drammaturgo romano del I sec. d.C., come la meditatio mortis e il gusto per l'orrido. I suoi personaggi, dal carattere profondo e complesso, si scontrano sempre con un destino cieco e imperturbabile. Genio incompreso, secondo Leopardi, in età romantica il poeta fu rivalutato, divenendo il simbolo del conflitto tra l'uomo - pazzo, solitario e dal destino certo-, e il resto del mondo, osservatore cinico e ironico.



Invito alla lettura
Invito alla lettura
Adelchi sconfitto da Carlo Magno, decide l'esilio.
Adelchi, tragedia scritta da Alessandro Manzoni, pubblicata nel 1822, narra le vicende dell'omonimo figlio di Desiderio, re dei Longobardi, nel periodo della caduta del suo regno tra il 772 e il 774, ad opera di Carlo Magno. Il destino infausto trascina in rovina anche la sorella del giovane principe, Ermengarda, rifiutata come sposa, per ragioni politiche, dal re dei franchi. La tragica sorte dei protagonisti pone le basi per il primo sviluppo della Divina Provvidenza, il fulcro tematico de I promessi sposi.

Nel coro, che comincia con i versi divenuti famosi, Manzoni descrive la tragica fine della dolce e fragile Ermengarda, incapace di sopportare il suo crudele destino...

parsa le trecce morbide
su l’affannoso petto,
lenta le palme, e rorida
di morte il bianco aspetto,
giace la pia, col tremolo
sguardo cercando il ciel


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Dietro le quinte
Dietro le quinte

Antico teatro greco
L'Orchestra, (gr. ὀρχήστρα), era uno spazio piano, certamente livellato e circolare con al centro un altare (gr. θυμέλη, thimele), attorno al quale si radunava per assistere alla celebrazione, il pubblico, θέατρον (theatron, teatro, da θεᾶσθαι, vedere). Gli attori recitavano davanti la Skenè (gr. σχηνή), l'edificio scenico, che originariamente aveva una funzione pratica, permettendo agli attori di prepararsi senza essere visti. Due avancorpi laterali, i paraskenia (gr. παρασχήνια), contenevano il proscenio (gr. προσχήνιον), un palco in legno profondo pochi metri e leggermente rialzato rispetto all'orchestra, su cui si muovevano gli attori. Due corridoi laterali, i parodos (gr. πάροδος) permettevano l'ingresso del pubblico sulle gradinate (gr. κοίλον, koilon), divise in ordini dai διαζώματα (diazomata, pianerottoli, che correvano lungo tutto il semicerchio), e dalle σκάλες (skales, i gradini che conducevano ai vari livelli). I posti riservati alle autorità (religiosi e cittadini illustri) erano i προεδρία (proedria), situati a livello dell'orchestra nel zone più centrali.


Teatro del giorno
Teatro del giorno


Dioniso


—VI - V secolo a.C.

Il teatro di Dioniso di Atene è la prima struttura stabile teatrale del mondo antico; il palcoscenico archetipo su cui hanno recitato le loro opere i tre più importanti tragediografi greci, tra il VI e il V secolo a. C., Eschilo, Sofocle ed Euripide. L'impianto strutturale è stato esportato in tutto il mediterraneo, costituendo la base del teatro ellenistico-romano.



Rilettura del mese
Rilettura del mese

Le rane di Aristofane
(trad. di B.e P. Rositini,1545)


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