Poesie (Eminescu)/XI. La speranza

XI. La speranza

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Mihai Eminescu - Poesie (1927)
Traduzione dal rumeno di Ramiro Ortiz (1927)
XI. La speranza
X. L’amore di un marmo XII. I misteri della notte
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XI.

LA SPERANZA.


Come dolcemente carezza, come leggiera conforta
la speranza il cuor dei mortali!
Tristezza, dolore e lagrime, amore,
trovano asilo sul seno suo pietoso
5e si dissolvono come per l’aquilone le nubi.

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Come il pellegrino errante tra i monti
per l’ombra del bosco fitto
al debole lume che vede risplendere
corre come spinto dal vento
10ed esce dalla notte del bosco;

così la speranza, col luccichio lieve
del debole suo lume morente,
anima ancora una volta il piede tremante,
che dimentica la soma, dimentica l’uragano
15e dovunque lo vede si slancia.

A chi in prigione piange amaramente
e maledice al cielo e alla sorte,
mette un limite al nero dolore,
facendogli apparire in nera veste lunga
20la paranimfa del mondo - la morte.

Ed alla madre, che stringe il bambinello al seno,
piena lo sguardo di lagrime
nel veder come i genii della morte si curvano
sulla fronte infantile con tormenti e spasimi,
25la speranza allevia il dolore.

Poi che il sorriso di lei pieno di grazia
vede, e dimentica il pericolo grave;
più dolce allora si piega sul seno di giglio,
e gli ombreggia il viso colle chiome d’ebano,
30più forte stringendolo al petto.

Così i marinari che percorrono il mare
sballottati dai flutti, dalle tempeste,
dall’uragano gelido e ululante,
sperando, dimenticano il vento
35e aspettano un tempo migliore.

Così, morendo, i virtuosi non disperano,
chè la speranza rasserena loro la fronte,
speranza dolce di ricompensa in cielo,
che fa lor dimenticare della morte lo strazio
40e chiude in pace le pàlpebre.

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Come dolcemente carezza, come leggiera conforta
la speranza il cuor dei mortali!
Tristezza, dolore e lagrime, amore,
trovano asilo sul seno suo pietoso
45e si dissolvono come per l’aquilone le nubi!