Poesie (Eminescu)/X. L'amore di un marmo

X. L’amore di un marmo

../IX. Ad un’artista ../XI. La speranza IncludiIntestazione 14 giugno 2018 100% Da definire

Mihai Eminescu - Poesie (1927)
Traduzione dal rumeno di Ramiro Ortiz (1927)
X. L’amore di un marmo
IX. Ad un’artista XI. La speranza
[p. 14 modifica]

X.

L’AMORE DI UN MARMO.


Le sue schiere scatena in un terrore di gelo
collo spirito in rovina un re d’Assiria,
come contro gli scogli rompe il dolor suo furente,
               l'uragano che geme.

5Perchè non sono un re per scatenare il mio dolore,
perchè non sono Satana, perchè non sono Dio?
ch’io possa infrangere il mondo, che dilania in silenzio
               il martoriato spirito mio?

Un leone rugge al deserto la ferocia sua furente,
10un oceano s’inebbria della danza dei venti,
persin le nuvole esprimono con tuoni il loro cupo dolore,
               i loro pensieri di fuoco.

Io solo non ho a chi confidare il mio disperato dolore,
io solo non ho a chi confidare il mio folle amore:
15poi che il destino mi ha data la sorte amara
               d’adorare una pietra.

Al morente la speranza, all’irato la vendetta,
al profeta la maledizione, alla fede Dio,
al suicida un’ombra che gli attenua la disperazione,
               20a me nulla fu dato.

[p. 15 modifica]


Nulla fuorché l’amore che mi uccide,
nulla fuorché il ricordo del tuo sorriso lene,
nulla fuorché un raggio dal viso tuo carezzevole,
               dell’occhio tuo sereno.

25Eppure t’amo, fanciulla, come la balda giovinezza
ama con occhi di luce l’avvenire giocondo,
t’amo come una bianca tormenta
               ama un oceano di fuoco.

Se genio dagli occhi tuoi sorbisse il mio sguardo indebolito,
30se stretta al mio seno tremasse la tua vitina graziosa,
tu porresti sulla mia fronte - fatto di sogni di grandezza -
               un diadema di fuoco.

Ed io porrei l’avvenire del mondo sulle tue labbra porporine,
legge al mondo darei l’ebbrezza del tuo sorriso,
35d’un secolo di odio farei un attimo d’amore
               e balsamo delle tue lagrime.

Poi che t’amo, fanciulla, come il Nume l’Immortalità,
come il prete l’altare, come il terrore un asilo,
come lo scettro una mano blanda, come l’aquila la grandezza,
               40come il sogno un fanciullo.

Ed il mio passo dietro te vola con ira misteriosa,
come un mentecatto che cerca con occhio ingiallito,
con fronte livida, con viso, color di cenere
               la forma che ha amata.