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Poesie | 15 |
Nulla fuorché l’amore che mi uccide,
nulla fuorché il ricordo del tuo sorriso lene,
nulla fuorché un raggio dal viso tuo carezzevole,
dell’occhio tuo sereno.
25Eppure t’amo, fanciulla, come la balda giovinezza
ama con occhi di luce l’avvenire giocondo,
t’amo come una bianca tormenta
ama un oceano di fuoco.
Se genio dagli occhi tuoi sorbisse il mio sguardo indebolito,
30se stretta al mio seno tremasse la tua vitina graziosa,
tu porresti sulla mia fronte - fatto di sogni di grandezza -
un diadema di fuoco.
Ed io porrei l’avvenire del mondo sulle tue labbra porporine,
legge al mondo darei l’ebbrezza del tuo sorriso,
35d’un secolo di odio farei un attimo d’amore
e balsamo delle tue lagrime.
Poi che t’amo, fanciulla, come il Nume l’Immortalità,
come il prete l’altare, come il terrore un asilo,
come lo scettro una mano blanda, come l’aquila la grandezza,
40come il sogno un fanciullo.
Ed il mio passo dietro te vola con ira misteriosa,
come un mentecatto che cerca con occhio ingiallito,
con fronte livida, con viso, color di cenere
la forma che ha amata.
XI.
LA SPERANZA.
Come dolcemente carezza, come leggiera conforta
la speranza il cuor dei mortali!
Tristezza, dolore e lagrime, amore,
trovano asilo sul seno suo pietoso
5e si dissolvono come per l’aquilone le nubi.