Come il pellegrino errante tra i monti
per l’ombra del bosco fitto
al debole lume che vede risplendere
corre come spinto dal vento 10ed esce dalla notte del bosco;
così la speranza, col luccichio lieve
del debole suo lume morente,
anima ancora una volta il piede tremante,
che dimentica la soma, dimentica l’uragano 15e dovunque lo vede si slancia.
A chi in prigione piange amaramente
e maledice al cielo e alla sorte,
mette un limite al nero dolore,
facendogli apparire in nera veste lunga 20la paranimfa del mondo - la morte.
Ed alla madre, che stringe il bambinello al seno,
piena lo sguardo di lagrime
nel veder come i genii della morte si curvano
sulla fronte infantile con tormenti e spasimi, 25la speranza allevia il dolore.
Poi che il sorriso di lei pieno di grazia
vede, e dimentica il pericolo grave;
più dolce allora si piega sul seno di giglio,
e gli ombreggia il viso colle chiome d’ebano, 30più forte stringendolo al petto.
Così i marinari che percorrono il mare
sballottati dai flutti, dalle tempeste,
dall’uragano gelido e ululante,
sperando, dimenticano il vento 35e aspettano un tempo migliore.
Così, morendo, i virtuosi non disperano,
chè la speranza rasserena loro la fronte,
speranza dolce di ricompensa in cielo,
che fa lor dimenticare della morte lo strazio 40e chiude in pace le pàlpebre.