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Odi amorose - Il Voto

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IL VOTO.

Una sola, un’estrema speranza
     Nella vita dogliosa m’avanza,
     3Ch’io sia caro, Neera, al tuo cor.
Ti son caro, Neera, o m’inganno?
     A guidarmi tra il pianto e l’affanno
     6Sei tu meco, o sorriso d’amor?

Sei tu meco? Se a te m’avvicino,
     Se da te mi dilunga il destino,
     9Sempre meco, Neera, sei tu?
Vien da te quel soave conforto,
     Che tra i nembi m’affida d’un porto,
     12Che mi rende l’antica virtù?

Poco bramo: tesori non sogno,
     A difficil poter non agogno,
     15Non invidio lo scettro dei re.
Ma bisogno ho d’un core che m’ami,
     Che fratello, che amico mi chiami,
     18Che s’allegri, che pianga con me.

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E tu ingenua, tu mite, sei quella,
     Sei la cara, la fida sorella
     21Che tant’anni il mio cor desïò.
A te lieto e fidente ei venia;
     Vista appena, ti disse: Sei mia!
     24Ti conobbe, t’intese, t’amò.

Colla patria abbiam tutto comune;
     Nati in riva alle stesse lagune,
     27Pari abbiamo costumi, desir.
Come al tuo, tutto parla al cor mio,
     Fino al suon dell’accento natio
     30Sì giocondo, sì dolce ad udir.

Te sol veggo, sol odo, sol bramo;
     Ne’ sospiri dì e notte ti chiamo,
     33Altro sole non splende per me.
Senza te m’è ogni stanza romita;
     Senza gioia mi par, senza vita
     36Tutto quel che Neera non è.

Ogni nube che in aria volteggia
     È il tuo velo che all’omero ondeggia,
     39E s’imbruna sul bruno tuo crin.
Ogni flutto che al lido sospira,
     Ogni flebile accordo di lira
     42Del tuo labbro è l’accento divin.

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Vien seguace a’ tuoi passi la speme;
     Ah! mentr’essa m’incalza, mi preme,
     45Chi mi frena e m’insegna a temer?
Nell’affanno s’addoppia l’affetto;
     Più mi costi, più t’amo; il sospetto
     48Esca è al foco, m’irrita il voler.

Ma che sogno, che invento tormenti?
     Ah! tu m’ami, e tacendo pur senti
     51Dell’ardente mio petto pietà.
Mai da te non vivrommi diviso;
     Sempre a me da’ tuoi sguardi, dal riso
     54Lo sperato conforto verrà.

Potrò sempre sedermiti a canto,
     E con voce interrotta dal pianto
     57Sensi arcani d’amore parlar;
E tu, in faccia or languente, or accesa,
     Con favella da noi soli intesa,
     60Dirmi cose ch’io deggia obliar.