Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/910

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[p. 259 modifica] il torpore, la freddezza, l’inazione, la viltà, i vizi, la monotonia, il tedio, lo stato di morte individuale e generale delle nazioni. Ecco i vantaggi dell’incivilimento, dello spirito filosofico e di umanità, del diritto delle genti creato, dell’amore universale immaginato, dell’odio scambievole delle nazioni distrutto, dell’antica barbarie abolita.

Queste mie osservazioni sono in senso tutto contrario a quello dell’Essai ec., loc. cit. da me p. 888, il quale fa derivare la moltitudine delle armate moderne dallo spirito ed odio nazionale ed egoismo delle nazioni, ed io (credo molto piú giustamente) dalla totale ed ultima estinzione di questo spirito, e quindi di quest’odio e di questo egoismo.

6°, Non solamente le virtú pubbliche, come ho dimostrato, ma anche le private, e la morale e i costumi delle nazioni, sono distrutti dal loro stato presente. Dovunque ha esistito vero e caldo amor di patria e massime dove piú, cioè ne’ popoli liberi, i costumi sono stati sempre quanto fieri altrettanto gravi, fermi, nobili, virtuosi, onesti e pieni d’integrità. Quest’é una conseguenza naturale dell’amor patrio, del sentimento che le nazioni e quindi gl’individui hanno di se stessi, della libertà, del valore, della forza delle nazioni, della [p. 260 modifica]rivalità che hanno colle straniere, e di quelle illusioni grandi e costanti e persuasive che nascono da tutto ciò, e che vicendevolmente lo producono; ed ella è cosa evidente che la virtú non ha fondamento se non se nelle illusioni e che dove mancano le illusioni manca la virtú e regna il vizio, nello stesso modo che la dappocaggine e la viltà. Queste son cose evidenti nelle storie ed osservate da tutti i filosofi e politici. Ed è tanto vero, che le virtú private si trovano sempre in proporzione coll’amor patrio e colla forza e magnanimità di una nazione; e l’indebolimento di queste