Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/909

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[p. 258 modifica] e piú assai di chi combatteranno; insomma non secondo natura né per effetto naturale, ma contro natura assolutamente. E lo stesso dite di tutte le altre conseguenze del dispotismo, sí rispetto alla guerra, come indipendentemente da essa. Cioè i popoli, sí per causa delle proprie e delle altrui armate, sí astraendo da ciò, saranno smunti, impoveriti, disanguati, privati delle loro comodità, impedita o illanguidita l’agricoltura collo strapparle i coltivatori e collo spogliarla del prodotto delle sue fatiche; inceppato e scoraggiato il commercio e l’industria collo impadronirsi che farà del loro frutto il sempre crescente dispotismo ec. ec. ec. Insomma, le nazioni, senza odiarsi come anticamente, saranno però come anticamente desolate, benché senza tumulto e senza violenza straordinaria; lo saranno dall’interno piú che dall’estero, e da questo ancora, secondo le circostanze [p. 259 modifica]ec. ec. E tutto ciò non già verisimilmente, o senza una stabile e necessaria cagione, ma per conseguenza immancabile della natura umana, la quale, non perché sia diversa e peggiore ne’ principi, ma semplicemente come natura umana, li porterà inevitabilmente a tutto questo; e il fatto già lo dimostra in moltissime e grandissime parti. E tutto ciò senza ricavarne quell’entusiasmo, quel movimento, quelle virtú, quel valore, quel coraggio, quella tolleranza dei mali e delle fatiche, quella costanza, quella forza, quella vita pubblica e individuale, che derivava agli antichi anche dalle stesse grandi calamità: anzi per lo contrario, crescendo in proporzione delle moderne calamità,