Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/502

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[p. 28 modifica] soggiunge immediatamente. E, II, 8: Quum ingenti strepitu ac tumultu movisset ex Asia (Antiochus) (14 gennaio 1821). Vedi Svetonio}} in Divo Julio, c. 61, 1, e quivi le note degli eruditi.


*    Come dice Dante Quinci si va, chi vuole andar per pace, idiotismo assai comune e usitato nella nostra lingua, cosí anche i latini. Floro II, 15, sul principio: Atque si quis trium temporum momenta consideret, primo commissum bellum, profligatum secundo, tertio vero confectum est. Parla delle tre guerre Puniche (14 gennaio 1821). Piú manifesto e conforme all’uso italiano è questo idiotismo (vero idiotismo, perché non è locuzione regolare, anzi falsa secondo la dialettica e la costruzione) in Orazio Od. XVI, l. 2, vedi 13: vivitur parvo [p. 29 modifica]bene, cui paternum ec.; cioé si cui (che neppur essa sarebbe locuzione regolarissima) ma è omesso il si, come appunto in italiano.


*    Floro II. 15. Sed huius caussa belli (tertii Punici) (scil. fuit), quod contra foederis legem (Carthago) adversus Numidas quidem semel parasset classem et exercitum, frequens autem Masinissae fines territabat. Sed huic bono socioque regi favebatur. Questa enallage o transizione da parasset a territabat qui non conviene. Trovo però in altre edizioni territaret. Ma di piú quel quidem e quell’autem sono particelle avversative o disgiuntive. Ma come ora si legge, queste particelle non possono servire ed effettivamente non servono ad altro, che a distinguere i Numidi da Massinissa.