Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/488
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nella solitudine e senza nessuno uditore, quando l’uomo provi simili sensazioni in tal circostanza: e noi diciamo vedi e senti quando anche non c’é chi possa vedere o sentire, e cerchiamo cosí in tutti i modi di soddisfare illusoriamente una voglia che non può essere soddisfatta realmente. E sebben questo accade tanto piú quanto l’individuo tiene del primitivo, e tanto piú frequentemente quanto piú spesso egli è suscettibile di maravigliarsi o di provar sensazioni forti e vive; contuttociò è frequentissimo anche negli uomini piú cólti ec., e basterebbe fare attenzione per vedere quanto spesso ci avvenga nella giornata senza che noi ce ne accorgiamo. Ci avvenga, dico, o in solitudine e fra noi stessi o in compagnia. Ed io non credo che vi sia uomo sí taciturno e nemico del parlare, del conversare e del comunicarsi altrui, che provando una sensazione straordinariamente forte e viva non sia costretto, quasi suo malgrado o senza riflessione e senza avvedersene, a prorompere in simili esclamazioni, dinotanti il desiderio e l’intenzione di comunicare e far parte altrui di ciò ch’egli prova (10 Gen. 1821).