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[p. 20 modifica] non comunichino ai circostanti, o a quelli ch’essi vanno a cercare a posta, quei piaceri, quei dispiaceri, insomma quelle sensazioni notabili e per loro alquanto straordinarie, che hanno sperimentato o sperimentano; come udendo una buona o cattiva musica, o suono o canto di qualunque sorta, che li colpisca; vedendo qualunque oggetto che faccia loro impressione ec., e tanto in bene quanto in male. Gli uomini poi piú rozzi e ignoranti e incólti, e generalmente il volgo, non si può tenere che in simili circostanze non gridi al vicino, vedi vedi, senti senti. E questa esclamazione è cosí naturale che anche in una gran moltitudine presente allo stesso spettacolo ec. tutti o moltissimi esclameranno lo stesso, senza o essere ascoltati da nessuno in particolare o anche curarsi precisamente di farsi udire da questo o da quello. Ma nessuno si può tenere dall’esclamare in quel modo, dando evidente indizio della inclinazione naturale che li porta al desiderio e voglia di partecipare. E osservate che questa esclamazione si pronunzia bene spesso anche