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[p. 477 modifica] assoluta, la credenza vera non piú relativamente ma assolutamente, la cognizione delle cose come sono, cioè buone o cattive, non relativamente all’uomo, ma indipendentemente e assolutamente; la cognizione della realtà, della verità assoluta che per se stessa è indifferente all’uomo e nociva quando il conoscerla è contrario alla natura del conoscente. Se dunque Adamo l’acquistò dopo il peccato, non l’aveva per l’avanti. In fatti la Scrittura dice espressamente che non l’aveva, e il serpente persuase alla donna di peccare per acquistarla. Questo è un argomento vittorioso, ultimo, e decisivo. Come poteva essere infusa primitivamente la scienza in Adamo, se dopo e mediante il peccato egli acquistò la scienza del bene e [p. 478 modifica]del male? E qual fosse l’effetto di questa precisa scienza, vedilo p. 446-447. (22 dicembre 1820).


*   È cosa mille volte osservata che gl’individui naturalmente son portati a misurar gli altri individui da se stessi, cioè a creder vero assolutamente quello ch’è vero soltanto relativamente a loro. Anzi naturalmente, l’individuo appena può concepire formalmente un altro individuo di diverso carattere, indole, pensare, fare ec. Al piú concepirà che questo sia, perché lo vede, ma non il come sia, non la espressa e definita costituzione di quell’individuo, diversa dalla sua. Neanche nelle menome e accidentali differenze, e quotidiane e usuali. Se dunque gl’individui, quanto piú naturalmente le specie e i generi, rispetto alle altre specie e generi! se dunque le specie e i generi di uno stess’ordine di cose, quanto piú tutto quest’ordine di cose complessivamente, rispetto a un altr’ordine, o esistente o possibile!