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[p. 477 modifica] perfetto). In maniera che, dove alla determinazione dell’uomo, non è necessario, anzi non può servir altro che la credenza; la cognizione, la quale si vuol che sola sia capace a determinarlo, viene a esser nemica della credenza e però della determinazione.      E invece che l’ignoranza tal qual è in natura, (non l’assoluta, cioè la negazione di ogni credenza o determinazione dell’intelletto, che in natura non si dà) conduca l’uomo o l’animale all’indifferenza, come pretendono; ve lo conduce anzi il sapere (e l’eterna esperienza lo prova). E l’uomo tanto meno, tanto piú difficilmente, lentamente, e dubbiamente si determina, quanto piú sa. Tanto minore è la determinazione, quanto maggiore è il sapere. E tanto è lungi che la credenza sia incompatibile coll’ignoranza, che per lo contrario è molto piú compatibile coll’ignoranza che col sapere.


*    Se poi ancora dubitaste di quello ch’io dico, cioè che in Adamo fu primitivamente infusa la credenza, come negli altri animali, e non la scienza propria; basta che osserviate quello che dice la Scrittura, che dopo il peccato egli acquistò la scienza del bene e del male. La scienza del bene e del male, non è altro che la cognizione